Åremorden – Gli omicidi di Åre: recensione della serie Netflix

La recensione della serie crime scandinava tratta dai romanzi della scrittrice Viveca Sten, disponibile su Netflix dal 6 febbraio 2025.

Per molti, noi compresi, il Nordic Noir, neologismo coniato dagli addetti ai lavori per indicare le opere letterarie gialle dalle venature crime, noir e poliziesche provenienti dall’area scandinava, rappresenta un vero e proprio marchio di fabbrica che certifica la qualità di quello che andremo a leggere. Viene da sé che ogniqualvolta ci si trova al cospetto di una trasposizione audiovisiva di uno o più romanzi realizzata in uno dei Paesi della zona d’interesse l’attesa e le aspettative sono sempre piuttosto alte. Le stesse che noi e tanti come noi probabilmente avevano riposto in Åremorden – Gli omicidi di Åre, adattamento seriale in cinque episodi (dalla durata variabile che va dai 35 ai 60 minuti) dei romanzi di Viveca Sten, Nascosto nella neve e Nascosto nell’ombra, diretto a quattro mani da Joakim Eliasson e Alain Darborg, disponibile dal 6 febbraio 2025 su Netflix, ma che purtroppo sono state disilluse da una visione che ha lasciato l’amaro in bocca per ciò che lo show in questione ci si augurava potesse essere e non è stato, ossia l’ennesimo top di gamma del filone in questione.

Per dare vita ad Åremorden – Gli omicidi di Åre gli sceneggiatori della serie hanno trasposto due romanzi della scrittrice svedese Viveca Sten, ma depotenzializzandone la linea mistery, notoriamente punto di forza del cosiddetto Nordic Noir

Åremorden - Gli omicidi di Åre cinematographe.it

Eppure il materiale di partenza, vale a dire i due libri chiamati in causa firmati dalla scrittrice svedese, rappresentavano una buonissima base di partenza dalla quale attingere per dare forma e sostanza audiovisiva a un progetto meritevole di attenzioni, ma suo e nostro malgrado non è andata così. La miniserie, sulla carta e per eredità acquisita dalle matrici letterarie, presentava nel proprio DNA tutte quelle che erano e sono le peculiarità del modello di riferimento ormai ampiamente codificate con tanto di stilemi: atmosfere cupe, isolamento, personaggi moralmente complessi e misteri avvincenti, incorniciati da suggestivi paesaggi immersi nella neve nordica. Il tutto lo  spettatore, nello specifico l’abbonato alla piattaforma a stelle e strisce, lo potrà ritrovare nel corso dei cinque capitoli che vanno a comporre lo show, di cui tre incentrati sul primo romanzo e i restanti sul secondo, con due storie diverse e altrettanti casi affrontati in modo consecutivo.

I panorami mozzafiato e al contempo glaciali di una cittadina montana al confine con la Norvegia fanno da cornice ai misteriosi omicidi al centro della serie

Åremorden - Gli omicidi di Åre cinematographe.it

Dopo I misteri di Sandhamn, un’altra saga letteraria della Sten diventa così un adattamento ad episodi. Questa volta ci troviamo in quel di Åre, cittadina montana e rinomata stazione sciistica svedese situata nella contea di Jämtland, al confine con la Norvegia. Questa fa da sfondo alle indagini della detective di Stoccolma Hanna Ahlander, in trasferta a seguito di una sospensione per motivi disciplinari, e l’agente di polizia locale Daniel Lindskog, su due casi particolarmente complessi legati alla sparizione di una ragazza trovata successivamente morta sulla funivia e all’omicidio di un uomo, il cui cadavere è stato rinvenuto sepolto sotto la neve nei pressi della ferrovia. La collaborazione tra i due investigatori non nasce però nel migliore dei modi poiché carica di tensione. Da una parte Daniel è alle prese con sfide familiari e con una stazione di polizia a corto di personale, dall’altra la collega si trova a un bivio personale e professionale, sospesa dal suo lavoro e in preda ai postumi di una recente rottura, Hanna si ritira nella casa di villeggiatura della sorella ad Åre.

Il lavoro approssimativo dei sceneggiatori fa venire meno i tempi fisiologici utili alla linea mistery per costruire la giusta tensione e creare una narrazione stratificata e avvincente

Åremorden - Gli omicidi di Åre cinematographe.it

Insomma, tanta carne al fuoco quella messa dalla coppia di sceneggiatori formata da Karin Gidfors e Jimmy Lindgren incaricata di dare continuità al più che discreto lavoro dell’autrice dei libri. La fase di riscrittura e adattamento però lo vanifica e depotenzializza, restituendo sullo schermo un prodotto che non è in grado di soddisfare il palato dei cultori della materia e degli appassionati del sottogenere. Scegliendo di esaurire due distinte storie e altrettante linee orizzontali in archi temporali e timing parecchio limitati rispetto alle reali esigenze narrative e drammaturgiche delle vicende trattate, si finisce infatti per comprimere e schiacciare in maniera eccessiva i plot, le dinamiche e gli sviluppi, per giungere a delle risoluzioni davvero troppo frettolose. È questo il grande limite di Åremorden – Gli omicidi di Åre, ossia la velocità con la quale si arriva alla scoperta della verità e all’individuazione dei colpevoli dei fatti criminosi. Vengono di conseguenza meno quei tempi fisiologici utili a una linea mistery per costruire la giusta tensione e creare una narrazione stratificata e avvincente fatta di quel groviglio intricato e coinvolgente di indizi, sospetti, prove, false piste, depistaggi e soprattutto colpi di scena. Tutto è talmente prevedibile e di semplice lettura che ci vuole davvero poco a sciogliere la debole matassa thriller e crime alla base. Il ché non gioca per nulla a favore della causa, che vuole i progetti geneticamente appartenenti al filone puntare sui suddetti fattori per ottenere dei risultati degni di nota. Qui scarseggiano e non convincono. A farne le spese sono anche i personaggi principali e secondari, che una volta abbozzati non vengono però delineati e approfonditi in maniera adeguata. Si assiste dunque a profili parziali, ai quali mancano tridimensionalità e un background sufficiente a giustificarne pensiero e azioni. Motivo per cui tanto Hanna quanto Daniel, oltre alla galleria di figure che ruotano loro intorno, sono piatti e privi di sfumature, quanto basta per tenerceli emotivamente distanti. Gli interpreti, a cominciare da Carla Sehn e Kardo Razzazi, dal canto loro provano a dare intensità e credibilità ai rispettivi personaggi e alle scene, ma lo sforzo, così come quello dei registi dietro la macchina presa, risulta vano.   

Åremorden – Gli omicidi di Åre: valutazione e conclusione

Åremorden - Gli omicidi di Åre cinematographe.it

Åremorden – Gli omicidi di Åre è la dimostrazione che non tutte le ciambelle escono con il buco e che il tanto celebrato Nordic Noir può anche fare cilecca. Peccato perché il materiale di partenza a disposizione degli sceneggiatori della nuova serie crime scandinava targata Netflix aveva un potenziale audiovisivo molto interessante. I due romanzi della scrittrice svedese Viveca Sten scelti per dare vita allo show vengono compressi e depotenzializzati narrativamente e drammaturgicamente, al punto tale da rendere i casi scarsamente coinvolgenti, gli intrecci mistery prevedibili e i personaggi poco approfonditi. Resta l’amaro in bocca per un potenziale inespresso, con un risultato che non rende giustizia alla bravura degli attori coinvolti, ai meccanismi thriller solidi delle matrici letterarie e alle capacità tecniche dei registi chiamati in causa.     

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 2

2.9

Tags: Netflix