Art of Crime – Stagione 2: recensione della serie tv in onda su Fox Crime

Su Fox Crime debutta la seconda stagione di Art of Crime, serie tv in tre episodi. La nostra recensione alla nuova stagione della miniserie francese.

Nei tre episodi, ciascuno in due parti, della seconda stagione di Art of Crime, la coppia investigativa composta dalla storica dell’arte Florence Chassagne (Éléonore Gosset-Bernheim) e dal poliziotto Antoine Verlay (Nicolas Gob) indaga su alcuni casi di omicidio, la cui risoluzione risiede nell’interpretazione delle opere pittoriche di Claude Monet, Gustave CourbetHieronymus Bosch.

Art of Crime 2: la seconda stagione segue la traccia della prima, ma con più adrenalina

La seconda stagione di questo poliziesco francese sui generis, che fa dell’esegesi artistica minuziosa e tentacolare il proprio paradigma indiziario, si presenta fin da subito – e gli spettatori ringraziano – ben più adrenalinica della prima: se la formula viene mantenuta identica a quella della stagione precedente, il ritmo asseconda un’accelerazione costante e tutto il groviglio emotivo che accompagna i due protagonisti, tra rimozioni inconsce, traumi infantili, privazioni affettive e repressioni sessuali, si dipana progressivamente, rivelandosi al pubblico prima che agli stessi personaggi.

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Art of Crime 2 continua, così, a funzionare, pur nei limiti intrinseci alla sua concezione consumistica di serialità pensata più per la ‘provincia’ televisiva che non per un circuito internazionale, e continua a funzionare proprio perché riesce a fondere perfettamente enigmi criminali, divulgazione di contenuti artistici e scenari psicoanalitici: il risultato è un’intrattenimento di qualità che insegna, diverte e mantiene alta la tensione senza ricorrere ad atmosfere eccessivamente torbide, degradate o terrifiche, senza ricattare attraverso l’automazione del thrilling o della distorsione ansiogena.

Il rapporto tra i due protagonisti è il punto di forza di una serie che intrattiene e insegna

Il punto di forza è, infatti, rappresentato dal fattore umano: l’interazione tra i due detective produce un’alchimia atavica, il principio sempiterno dell’attrazione degli opposti che all’inizio si respingono per poi scoprirsi vicendevolmente necessari. Se è vero che entrambi i personaggi rappresentano singolarmente l’evoluzione di due stereotipie, di due ‘maschere’ psico-sociali (lei è l’intellettuale nevrotica e priva di senso pratico, con la testa sempre tra le nuvole; lui è il duro taciturno, l’uomo d’azione per nulla a suo agio nel mondo della ‘cultura’) e in coppia il coronamento di un topos a lungo frequentato, è altrettanto innegabile che, benché all’interno del cliché, le interpretazioni dei due attori fanno sì che il racconto filmico non perda freschezza e che onori i codici del genere senza parodiarli, ma con uno slancio originale e sempre godibile. 

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Onore dunque ai due interpreti protagonisti che se la cavano anche di fronte a una scrittura talvolta approssimativa, che tende a tagliare anziché a sviluppare, a procedere per balzi sussultori, senza una vera continuità di registro e con impertinenza discontinua, frastagliando così quello che dovrebbe diventare il vero elemento su cui investire narrativamente: il dialogo mordace tra i due partner investigatori, ciascuno a suo modo una monade costretta al confronto con un’altra monade, due microcosmi reciprocamente alieni che, nello spazio di un magnetismo misterioso, s’incagliano comunque l’uno sull’altro. Gli sceneggiatori, però, non fanno il compito fino in fondo e peccano di una certa indolenza di penna, lasciando così solo abbozzato il lessico di una dialettica potenzialmente esilarante; la fotografia, d’altra parte, scade spesso nella resa industriale, negandosi quasi sempre alternative più raffinate.

Art of Crime – Stagione 2 è in onda su Fox Crime da giovedì 31 gennaio 2019.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.3