Baby – stagione 3: recensione della serie Netflix
Il frutto del collettivo Grams è giunto a maturazione: Baby - stagione 3 si rivela sorprendentemente valida, intrigante e decisamente più audace delle precedenti. Se i personaggi sono uniti dai segreti con fili invisibili, è anche vero che questi si spezzeranno con facilità. I nodi vengono sempre al pettine
Se dovessimo attribuire un moto al racconto che il collettivo Grams ci offre con la storia di Chiara e Ludo, ispirata ai fatti di cronaca sulle baby squillo dei Parioli, questo è decisamente ascensionale: si è partiti con un profilo basso e lo si è mantenuto durante la seconda stagione, ma il finale di Baby – stagione 3 raggiunge l’apice della maturità artistica, sia alla regia, che alla sceneggiatura.
Disponibile dal 16 settembre sulla piattaforma in streaming Netflix, la terza e ultima stagione di Baby ha sei episodi, della durata di circa 45 minuti ciascuno. Non temete, si vedono tutti d’un fiato.
La trama di Baby – stagione 3
Abbiamo lasciato le due protagoniste, Chiara (Benedetta Porcaroli) e Ludovica (Alice Pagani) in uno dei momenti più caotici della loro amicizia e del loro rapporto “lavorativo”, con lo stalker alle costole che fa sì che Damiano (Riccardo Mandolini) venga a sapere della doppia vita delle due ragazze. Ormai mentire è più che controproducente e tutte le parti in gioco vengono, chi prima e chi dopo, a conoscenza della scandalosa condotta di Chiara e Ludo. Mentre la prima però non sembra affatto intenzionata a voltare pagina, eccitata più che mai dalla promiscuità del concedersi al miglior offerente, Ludo vuole ricucire i rapporti con la madre e, soprattutto, con se stessa. Le due ragazze, però, trascineranno tutti con sé, dai familiari a chiunque è stato loro vicino, tutti verranno in un modo o nell’altro coinvolti dalle indagini che la polizia inizia a fare sul loro strano giro. Un viaggio altalenante, una montagna russa che le farà precipitare, prima di poter risalire a vedere uno spiraglio di luce.
Per aspera ad astra: una stagione finale “rivelazione”
Sembra proprio vero che per poter eccellere, a volte, bisogna partire dal basso e toccare il fondo. Le precedenti stagioni della serie italiana scritta dal collettivo Grams e diretta a sei mani da Andrea De Sica, Letizia Lamartire e Antonio Le Fosse non erano riuscite a convincere né il pubblico, né la critica (leggete qui la nostra recensione di Baby – stagione 2). Ma si sa, quando le aspettative sono alte si fa presto ad esserne delusi e, viceversa, quando si crede che ormai una storia abbia preso una piega che è difficile stirare, si può restare piacevolmente sorpresi. Al pari passo delle due protagoniste, Chiara e Ludo, l’intera troupe dietro Baby – stagione 3 sembra essere maturata, facendo fare alla serie il salto di qualità che tutti stavamo aspettando.
Siamo lontani dalla timidezza della sceneggiatura che avevamo avuto davanti prima, in Baby – stagione 3 si osa, o quantomeno ci si prova. La storia diventa più audace, si cerca di delineare maggiormente il profilo psicologico di due casi come Chiara e Ludo che, di certo, meritavano sin da prima di essere analizzati ben oltre la superficie. Perché in questa stagione si apprende che no, non sono le borse griffate e le ricariche del cellulare ad avere attratto le ragazze nel giro delle escort, ma qualcosa di viscerale, un conflitto interiore che solo loro possono provare a spiegare e a spiegarsi l’un l’altra. Ci piace la scelta, in questo senso, un po’ forte e sicuramente provocatoria di mostrare Chiara nell’atto di masturbarsi, estasiata dal senso di potere e dall’adrenalina che le continue richieste da parte degli uomini provocano su di lei. Capiamo quindi che Chiara, come più volte lei stessa terrà a sottolineare, non è vittima, non subisce, ma è una giocatrice consapevole in questa partita di scacchi dove tutti, prima o poi, sembrano cadere.
Diverso, invece, è il percorso che in questa stagione finale intraprende il personaggio di Ludovica. Ludo si mostra ancora più fragile di prima, non nasconde il desiderio – sotto l’apparenza da tosta, con il suo look un po’ gothic lolita – di voler tornare bambina, di sentire l’affetto materno come qualcosa a cui aggrapparsi e che possa estirpare ogni sbaglio commesso. Toccanti, infatti, sono le scene con la madre – interpretata da Isabella Ferrari – che nella serie fa la parte del genitore pronto ad assumersi le proprie responsabilità, al contrario della famiglia di Chiara, decisa a insabbiare tutto fino alla fine in nome della patinata apparenza dei benpensanti dei Parioli.
Non mancano, certo, i momenti da teen drama, ma sono fini all’evoluzione che ciascun personaggio subisce in questa storia: da Damiano, che riesce in un certo qual modo ad accettare la scomparsa della madre, a Brando e Fabio che sono ancora alle prese con la difficoltà del coming out in un ambiente ipocrita come il loro. Nonostante ciò, il leitmotiv della stagione è costituito dalle indagini della polizia, mentre il giro di escort di Fiore viene a galla, più che mai, ormai impossibile da nascondere.
Complice un cast che, di pari passo, si mostra all’altezza della crescita dei personaggi, questa stagione finale di Baby ci ha convinto, soprattutto per la realizzazione e gli aspetti tecnici.
Tre menti alla regia… e che regia!
Per la buona riuscita di Baby – stagione 3 un plauso va di certo ai tre registi, De Sica, Lamartire e Le Fosse. Tre linguaggi un po’ diversi, più eccentrico e visionario quest’ultimo che in un episodio ci stupisce con una sequenza di animazione che ricorda vagamente, per via dell’aspetto un po’ manga di Ludovica, la scena di O-Ren Ishii in Kill Bill: Volume 1. Più intimista, invece, lo sguardo di Lamartire a cui si devono un paio di sequenze alquanto simboliste con protagonista il dramma di Chiara.
Eppure le tre diverse sensibilità dei registi ben si uniscono per intrecciare una trama che si nutre dell’estetica del prodotto, che qui ha un look e un respiro più internazionale di prima: Baby – stagione 3 ha degli alti momenti di regia, una fotografia ben calibrata, scenografie dal fascino pop e una cura dei dettagli, nei costumi dei diversi personaggi, non indifferente.
Anche la colonna sonora, fresca e contemporanea, si amalgama alla perfezione con il resto degli ingredienti: Achille Lauro, Dark Polo Gang, Billie Eilish e l’ultimo singolo di Levante, Vertigine, dal titolo particolarmente evocativo.
Baby – stagione 3 è disponibile dal 16 settembre su Netflix.