Baby Bandito: recensione della serie cilena Netflix
Bay Bandito, la serie cilena Netflix, funziona e non delude, una heist movie dinamica ed emozionante da vedere!
Baby Bandito è la nuova serie cilena di Netflix, un prodotto da non perdere e un altro heist movie che si aggiunge al catalogo della piattaforma streaming. Diretta da Julio Jorquera Arriagada, Fernando Guzzoni, Pepa San Martín e composta da 8 episodi, la serie è basata sulla storia vera di Kevin Tapia, realmente soprannominato Baby Bandito e autore di uno dei così detti colpi del secolo, sicuramente il più famoso in Cile. Disponibile dal 31 gennaio 2024 Baby Bandito è un ottimo prodotto, e nonostante punti su un genere fin troppo in voga, riesce ad appassionare.
Il mondo personale e collettivo di Baby Bandito
Un crudo realismo fa da sfondo alla storia di Kevin Tapia, giovane protagonista di Baby Bandito. Un ragazzo con grandi sogni e che fa della propria ingenuità il coraggio e la tenacia che lo portano a compiere il colpo del secolo in Cile. Con il suo amico fidato chiamato Panda, i criminali Pantera e Mistica, e la sua ragazza Génesis, Kevin si ritrova per caso tra le mani tutte le informazioni per compiere una rapina da miliardi di pesos, moneta del Cile. Un piano dettagliato e ben congegnato e fin troppo facile da mettere in atto. Ma indipendentemente da capacità e inesperienza, quello che Kevin non ha forse considerato, e di cui non ha informato tutti correttamente, è a chi ha rubato quel quaderno dove tutto è spiegato nei minimi particolari. Il piano era stato organizzato da una delle più volente reti criminali presenti in Cile, il cui nome è identificativo della propria fama, dove spiccano elementi come la brutalità e la vendetta. Se Kevin e il suo gruppo riusciranno nel colpo, a cercarli non saranno solo le autorità, ma chi si è sentito derubato dell’idea, di mesi di ricerche, e dei soldi sui quali avevano messo gli occhi per primi.
Baby Bandito è una serie dinamica, vivace, emozionante, con protagonista un giovane ambizioso con una grande personalità e la voglia incontrollabile di cambiare vita. Le ristrettezze economiche del personaggio di Kevin vanno oltre quelle che si vedono sullo schermo e l’idea di presentarle a margine si rivela estremamente intelligente, così da fare di Baby Bandito una serie piena di rischi, ma che riesce ad aggirare con mosse e trovate vincenti. Sulla base di una storia vera, si inventa e esagera, si cambia e trasforma e Kevin diventa un piccolo eroe che ha sbagliato, ma che alla luce dei fatti e della legge, ha sfidato la vera criminalità organizzata cilena. Coinvolgente e partecipativa, romantica e movimentata, Baby Bandito ha dalla sua la parte più realistica della storia, che vede un ragazzo di soli 22 anni diventare, in pochi giorni, l’uomo più ricercato del Cile e poi del mondo intero, e che ricorderà sempre i suoi giorni da “latinante” miliardario come i migliori della propriavita.
Tra heist movie, thriller e teen drama
Tra rette da pagate che non permettono di studiare, prestiti che non si riescono a restituire, il sogno inafferrabile di avere un giorno i soldi per compare un biglietto aereo, per potersi permettere, quando la ruota della fortuna girerà dalla loro parte, di essere loro quei privilegiati passeggeri di un aereo che può portarli lontano. Soldi per mangiare, per vestirsi e per viaggiare diventano pezzi di carta dal valore inestimabile che fanno perdere la testa. Kevin documenta, riprende e pubblicizza l’immagine di sé e della propria vita che nel giro di pochi giorni è cambiata. È meglio l’irresponsabilità dell’essere famosi sui social o il sentirsi finalmente liberi di non essere più schiavi di soldi che non ci sono? Un cast ricco di giovanissimi attori ed esordienti che, alla prima esperienza televisiva, regalano una performance davvero degna di nota, che delinea personaggi credibili e carichi di empatia.
Tra suspence ed elementi tipici dell’heist movie, Baby Bandito si segue, con attenzione e interesse, combinando leggerezza e semplicità a violenza e sadismo, da parte della famiglia più crudele e temuta del Cile, chiamata non a caso “i Macellai”. Anche loro ben caratterizzati e verosimili, classici killer professionisti, senza rimorso o mezze misure, ma uniti da legami familiari, rapporti di reciproca stima e relazioni amorose extraconiugali. C’è il sicario violento e spietato, il criminale esagitato e folle, l’omicida esecutore sofferente e il capo che fa tremare con un solo sguardo, il boss più in alto di tutti, spesso il più sanguinario. La sicurezza economica per sopravvivere al centro della trama della nuova serie cilena Netflix, si trasforma in una ricchezza eccessiva e inimmaginabile con cifre a 6 zeri e banconote dal taglio altissimo.
Buoni personaggi
Kevin, ottima l’interpretazione di Nicolás Contreras, è un giovane skater innamorato e coraggioso che ama mettersi in mostra e nei guai, e che tenta la sorte attirato dal brivido del pericolo e del proibito. Un’eventualità minacciosa che Kevin identifica con la possibilità di una vita diversa, non più dettata dal prezzo e dal costo di qualcosa. L’amico di sempre è Panda, ragazzo fedele e leale, ma represso in una continua condizione di noncuranza e paura, incapace di reagire. A salvare Kevin e chi ama non sarà forse quella cifra esorbitante rubata, ma quell’amore e quell’affetto sicuro e sincero che, nella normalità di tutti i giorni, sembrava non bastare. Ma che potrebbe rivelarsi alla base della serenità di chi, di fronte a tutta quella nuova ricchezza, fa di sentimenti ed emozioni il vero punto debole, convinto che tutto si possa comprare. Tra i locali notturni e il lusso delle suite di hotel a 5 stelle del centro della Roma bene e un degrado e una povertà che, tra riprese dall’alto e angoli più nascosti, sembra interessare l’intera Santiago del Cile.
Baby Bandito: valutazione e conclusione
Un mondo, quello dei protagonisti della serie, in particolare dei giovani Kevin e del migliore amico Panda, che la miseria rischia di traviare e indurire, e dove la fame di denaro parte dalla necessità, finendo per non conoscere limiti. Un contrasto perfettamente ed eccezionalmente visibile nella fotografia e nel montaggio, che dapprima si prende tutto il tempo per mostrare, con latente indolenza, le precarie case dei quartieri più poveri della città e che poi, serrato e movimentato, presenta la vita sfarzosa, disinibita, votata al massimo, che cede a ogni tentazione del lusso più sfrenato. Come gli scorci della Roma più storica e artistica risplendono della luce scintillante italiana così, nella grigia e annoiata Santiago del Cile è tutto più spento, oscuro, freddo e il sole sembra invece non sorgere mai. Una città, un ambiente, un microcosmo pervasi da un’atmosfera latina di cui è intrisa l’intera serie, tra musica sudamericana, reggaeton e canzoni popolari. Baby Bandito si conclude così nella coraggiosa affermazione che “i soldi non fanno la felicità lo dice solo chi non è mai stato povero“. E che si sia d’accordo o no, non si può non capire il punto di vista di Kevin.
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