Bang Bang Baby: recensione dei primi episodi della serie Prime Video

Bang Bang Baby, serie disponibile in esclusiva su Prime Video, è racconto di formazione, crime story e commedia nera. Con Lucia Mascino, Adriano Giannini e Arianna Becheroni.

Bang Bang Baby è una serie in 10 episodi disponibile in esclusiva su Prime Video. Arriva in due blocchi, i primi cinque capitoli il 28 aprile 2022, il resto il 19 maggio. Officina italiana e appeal internazionale per un coming of age (racconto di formazione) imbevuto di violenza, umorismo nero e dissacrante iconografia pop. Una produzione The Apartment e Wildside (gruppo Freemantle per entrambe) in co-produzione con Enormous Films. Scritta da Andrea Di Stefano, Valentina Gaddi e Sebastiano Melloni. Diretta da Margherita Ferri, Giuseppe Bonito e Michele Alhaique, incaricato alla supervisione artistica. Viene facile parlare di Alice senza il Paese delle Meraviglie, anche perché, più o meno in questi termini, si esprimono i realizzatori. Il gioco consiste nello scegliersi un modello, lavorarlo dall’interno e vedere che succede.

Il racconto di un’adolescenza che si apre alle incertezze e alle conquiste dell’età adulta va a braccetto con l’esplorazione di un mondo altro, inquietante e tentacolare, da non anticipare troppo perché l’altalena di colpi di scena impone il rispetto di una privacy piuttosto rigorosa. Il fulcro sentimentale e narrativo di Bang Bang Baby è comunque il rapporto, più complicato della media, tra una padre e una figlia. Tra una figlia e un padre, è meglio invertire la rotta perché è lo sguardo della ragazza quello che conta. Nel cast Arianna Becheroni, Adriano Giannini, Lucia Mascino, Dora Romano e Antonio Gerardi.

1986, gomme da masticare e segreti di famiglia per la storia della giovane Alice

Bang Bang Baby cinematographe.it

Sarà pure passato un po’ di tempo, ma la vita di un’adolescente, nel 1986, corrisponde a grandi linee a quella della controparte odierna. Magari un po’ meno social, molto meno social, ma il tram tram è analogo e identici sono i problemi. Scuola, famiglia, amici, cuore. A cambiare sempre è l’offerta della multiforme cultura pop. Quel periodo lì è il momento della tv commerciale, ce n’è tanta. E delle gomme da masticare. Ad Alice (Arianna Becheroni) piacciono molto. Vive con la mamma Gabriella (Lucia Mascino) che fa l’operaia e sogna un futuro più emancipato e a misura di donna. La versione ufficiale è che le due donne sono sole perché il papà è morto. Per la verità, Santo (Adriano Giannini) è vivo e ha pure qualche scheletro nell’armadio. Alice è turbata dalla scoperta di aver poggiato buona parte della sua infanzia su una clamorosa menzogna, non scoraggiata però.

Il comprensibile tentativo della sedicenne di riappropriarsi di una parte di vita che sente sua e per di più sottratta ingiustamente, assume presto i contorni di un’immersione, con relative (e inquietanti) conseguenze, nei meandri di un sottobosco criminale fosco e tentacolare. Comincia con un viaggio a Milano e l’incontro con la nuova/vecchia famiglia, dove comanda Nonna Lina (Dora Romano). Che certo accoglie Alice, non si può negarlo, ma a modo suo. Non va meglio il primo approccio con il padre. Le difficoltà da superare sono tante. C’è pure Antonio Gerardi con un’insolita affinità musicale che è meglio non spoilerare.

Anomala la serie che si permette di tirare fuori un’identità adeguatamente calibrata già ai nastri di partenza. Plasticamente, narrativamente ed emotivamente, Bang Bang Baby ha già scelto che strada prendere. Succede molto di rado. Probabile, come è stato suggerito da chi la storia l’ha pensata, che il tempo in più offerto indirettamente da pandemia e lockdown sparsi, abbia reso possibili approfondimenti sul materiale che i tempi strettissimi del settore, in genere, non consentono. Una prima stagione con la consapevolezza e il senso delle proporzioni di una seconda? Più o meno.

Bang Bang Baby: la parola chiave è contaminazione

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La parola chiave è contaminazione. Che si punti tutto sull’angolazione di genere o più correttamente sul racconto di formazione insolitamente declinato, è evidente come Bang Bang Baby preferisca l’armonia fluida di ritmi e toni sovrapposti, alla granitica compattezza del gusto unico. Non propriamente crime story, non esclusivamente cronaca di un’età difficile, umoristica certo, ma senza scordarsi della violenza e di una cornice di dramma brutale e squallido, la serie è attraversata da molte correnti e percorsa da molte ispirazioni. Cerca coerenza nello sguardo intenso e tenace della giovane e brava Arianna Becheroni. Attraversa la storia, almeno la sua prima parte, con dignità, un leggero stupore e l’insolito coraggio di un cuore pronto ad aprirsi all’ignoto. Per scoprire tutto quello che c’è da sapere, su di sé e il mondo attorno. Costi quel che costi.

Il racconto è veloce, trae spunto e forza da un gusto pronunciato per la contraddizione, cercata e inseguita con piena consapevolezza. L’estetica pop, la musica chiassosa e ingombrante che frulla insieme i Talking Heads, Echo & The Bunnymen e George Michael. Il meticoloso intervento sull’immagine, la macchina da presa che non sta ferma un momento, il lavoro sui formati, la tv che entra nelle case e nella vita di milioni di persone colonizzando l’immaginario intimo e l’arsenale culturale. Tutto allude all’incrocio problematico di filosofie di vita irrimediabilmente agli antipodi ma che non possono non comunicare. Alice è prima sedotta dalla patina pop di una vita che promette felicità e soddisfazione, troppo rapidamente perché la cosa sia credibile. Poi la sua vita cambia e comincia ad affacciarsi l’inquietudine di un mondo altro. Più oscuro e pericoloso, però è qui che trova il suo amore immenso per il padre.

Generi che si intrecciano e si influenzano nella logica di un gioco di scambi da condurre secondo reciprocità. Il pop deformato dalla violenza, il mondo criminale smitizzato dall’umorismo, il racconto di formazione messo alla prova da un terreno insolito. Michele Alhaique cura la supervisione di un racconto che guarda al modello di Lewis Carroll ma che intravede nelle sue pieghe altre ombe e altre storie. Qui il dottor Frankenstein sarebbe di casa. Si vedrà, nella seconda parte, dove porteranno tutte queste piste. Come si concilieranno l’insolita attutidine di mamma Lucia Mascino, l’istinto canagliesco di papà Adriano Giannini, la malinconica durezza di nonna Dora Romano. Il rischio è la trappola dell’intelligenza, la serie troppo consapevole dei suoi mezzi che si limita a replicare il meccanismo scordandosi l’anima. Il rischio c’è sempre, ma perché ci si arrivi occorrono premesse importanti. Ecco.

Bang Bang Baby è disponibile in esclusiva su Prime Video in 240 Paesi e territori nel mondo a partire dal 28 aprile 2022 con i primi 5 episodi, per poi concludersi con gli ultimi 5 dal 19 maggio 2022. 

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.6