Barracuda Queens: recensione della serie Netflix

La recensione di Barracuda Queens, la serie TV Netflix in sei episodi, con protagoniste talmente insopportabili da risultare simpatiche!

Lollo Millkvist (Alva Bratt), Mia Thorstensson (Tea Stjärne) e le sorelle Klara e Freida Rapp (Tindra Monsen, Sandra Strandberg Zubovic) sono amiche, migliori amiche, in Barracuda Queens. Fanno tutto insieme, nonostante le differenze e le vite diverse. Per usare il titolo di una canzone, portata in auge da Cindy Lauper nel 1983, Girls just want to have fun e loro vogliono proprio questo. Sembra un paradosso eppure Barracuda Queens, serie composta da 6 episodi – seconda produzione svedese Netflix ambientata nella zona più ricca della Svezia, Djursholm – creata da Camilla Ahlgren, traendo ispirazione da una storia vera che ricorda vagamente la Lidingöigan, o Lidingö League (che prende il nome dal ricco sobborgo di Stoccolma da cui provenivano alcuni dei ladri), entrata nel catalogo Netflix il 5 giugno 2022, inizia con un interrogatorio della polizia alle protagoniste. Perché sono lì? Hanno qualcosa da nascondere? 1995, una festa, un gruppo di ragazzi sta ballando, bevendo. Ci sono anche le quattro amiche che la mattina dopo, con i postumi della sbornia, tornano a casa, ciascuna alla propria vita, con i propri problemi, ma le ripercussioni di quella notte le perseguitano. Come fare per risolvere i problemi? Facile, unirsi in un gruppo e iniziare a rubare.

Barracuda Queens: rubare per essere felici e sancire l’amicizia/la sorellanza

“Siete un gruppetto che ama divertirsi… Vi piace lo champange?”

La mattina dopo, Lollo si sveglia in topless su una spiaggia accanto a uno sconosciuto. Klara si addormenta in una vasca da bagno, provocando l’allagamento del bagno. Arriva il conto per i danni provocati da Klara: 75.000 corone. Più o meno nello stesso periodo, Lollo riceve il conto salatissimo di un bar di 100.000 corone. Anche se i genitori di Lollo e Klara hanno i soldi per coprire facilmente queste spese, entrambe sanno che hanno esagerato e che non possono dire la verità ai genitori. Dovranno in qualche modo pagare quei conti da sole.

La mamma di Lollo, Margareta: “Lei è mia figlia Lollo e loro la sua gang, le Barracuda Queens”

Proprio questo è uno dei temi importanti della serie, la sorellanza. Loro sono un gruppo, sono migliori degli altri personaggi della storia, sono lucide, intelligenti, caparbie e coraggiose, non da sole, ma sicuramente lo sono quando sono insieme. Quando si sentono perse, forse non da subito ma poi si confidano e si appoggiano le une alle altre, qualcuno fa loro uno sgarbo, sono pronte a ribellarsi. Sono appunto delle regine – il nome Barracuda deriva dalla vicina spiaggia, Barracuda appunto, in cui andavano a vedere i ragazzi -, del mistero, delle bugie. 

Il furto come vendetta verso gli uomini

Hanno tutto eppure non hanno niente, sono fragili, spesso sono ubriache, copiano agli esami, hanno famiglie disfunzionali, separate, i loro genitori mentono, si mentono, pensano a sé stessi, sono fragili, a volte squallidi, addirittura ridicoli. Per questo le nostre ladre sono così unite, per questo mettono la loro amicizia prima di tutto (quasi sempre, bisogna dirlo). Sono piene di buchi neri, di imperfezioni, di motivi per i quali potrebbero odiare sé stesse e possono essere odiate dagli altri. Eppure, Lollo, Mia, Klara, Frida e anche Amina sono molte sole, a tratti infelici, si riempiono di cose, di divertimento, di balli e canti perché a casa si annoiano, ogni cosa cambia quando passano il tempo insieme, rubando, preparando i colpi, pensando a come risolvere i problemi – perché di problemi ne hanno molti e di episodio in episodio la sensazione è che il castello di carte da loro costruito sia sul punto di crollare. 

Lollo: “Risolveremo le cose insieme”

Frida: “Ma siamo una squadra e dobbiamo aiutarci a vicenda”

Lollo, Mia, Klara e Frida decidono così con dei mezzucci, dei furti prima piccoli, poi, via via, più grandi, di racimolare i soldi. Delle giovani Robin Hood, si definiscono perché rubano ai ricchi per dare ai poveri, e le povere sono loro stesse, ma sembrano anche un po’ Occhi di gatto, ragazze abilissime che con astuzia e furbizia e con un poco di malizia riescono a prendersi gioco dei borghesi amici di famiglia, amici di amici. Si aggiunge poi alla banda Amina (Sarah Gustafsson), l’ennesima privilegiata, che aiuta le altre perché ha studiato arte e conosce dei commercianti poco raccomandabili che possono rivendere opere trafugate per guadagnare subito. Lo scopo si fa più mirato: rubare ai ricchi, maschi, che hanno fatto loro un torto e attorno a loro ce ne sono molti. Potrebbe appartenere alla famiglia per cui Mia fa le pulizie, o a quella di Tobias (Christian Fandango Sundgren), o essere un amico del fratello di Lollo, Calle (Max Ulveson) e così via. La sorellanza che unisce tutte, che fa superare i problemi e la tristezze è una delle spinte più forti e interessanti della serie: le molestie che subiscono ogni giorno, le violenze psicologiche e fisiche che le fanno vergognare e sentirsi in colpa di qualcosa di cui non dovrebbero.

Il piano delle ragazze ribelli per quanto folle, quello di irrompere nelle case dei vicini, rubare gioielli, opere d’arte e costose bottiglie di vino – e lasciare vuote le flûte di spumante costoso che bevono per festeggiare un lavoro ben fatto – procede e aumenta di volta in volta l’adrenalina, la loro sicurezza e l’amore l’una per l’altra. 

Barracuda Queens: il punto focale è che le protagoniste sono un gruppo di ragazze

Le Barracuda Queens non sono adolescenti, sono praticamente delle adulte, annoiate dalla routine, dalle giornate da ricchi organizzate dalla famiglia, dalle serate con il fidanzato fin vecchio nonostante le giovane età, i furti invece le galvanizzano ed è uno dei pochi momenti in cui sono felici, sembra assurdo. Lollo ha svolto un ruolo fondamentale, quello della motivatrice, quando avevano dubbi, erano convinte che sarebbe stato meglio fare un passo indietro, lei era pronta a convincerle che correre il rischio sarebbe stata la scelta giusta. Il punto centrale è che il gruppo è costituito da donne e non da uomini come Lidingo League, in fase di scrittura si potrebbe aver pensato che rendere le Barracuda Queens delle criminali, sarebbe stato interessante perché rompe lo stereotipo.

Barracuda Queens: conclusioni e valutazioni

Barracuda Queens è una serie breve, solo sei episodi, anch’essi brevi, entriamo subito nel gorgo della storia, grazie anche all’apertura in medias res, grazie alle sue protagoniste – le interpretazioni delle cinque attrici sono perfette – che sono talmente insopportabili da risultare simpatiche. Lo show è un racconto che mira a divertire e a colpire da subito lo spettatore, e riesce in ciò, che sembra fatto apposta per il binge wathing. Ci sono dei problemi – alcuni vuoti narrativi, molti personaggi, forse troppi che ci passano davanti per poi sparire -, ma è uno di quei prodotti fatti per essere visti senza troppi pensieri, nonostante ci siano dei momenti di tensione, anche drammatici.

Il finale di questa stagione molto furbo fa pensare che ci sarà una seconda stagione e che si potrebbero pensare molte altre avventure per le ragazze.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.8

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