Beck is Back!: recensione della seconda stagione della serie tedesca
La nostra recensione della seconda stagione di Beck is back! La serie tedesca a tema giuridico tornata su Fox Crime il 7 novembre 2019.
Il panorama seriale è pieno di prodotti dal contenuto particolarmente serio, capaci di coinvolgere con storie drammatiche e colpi di scena mozzafiato, ma anche di titoli comici che mirano a ironizzare sugli aspetti più pesanti della vita. Beck is back! non appartiene né all’uno né all’altro genere, presentandosi come un simpatico titolo ibrido tra leggerezza e serietà.
Con la prima stagione, andata in onda nel 2018 su Fox Life, e della quale questo articolo contiene ovviamente qualche spoiler, Beck is back! ci ha catapultato nella frenetica vita di un papà avvocato, tra relazioni complesse e casi controversi. Il 7 novembre 2019 questa serie tedesca è tornata su Fox Crime con una seconda stagione e nuove battaglie giuridiche.
Dove eravamo rimasti con Beck is back!
L’esordio della seconda stagione sembra riportarci direttamente allo stile della prima, alla sua atmosfera distesa, all’alternarsi di situazioni complesse e contenuti ironici. Allo stesso modo vengono riproposti gli stessi punti forti e le stesse debolezze, che verranno confermate oppure corrette nel corso delle nuove puntate.
Ci eravamo lasciati nella scorsa stagione con dei drammi personali che sembrano in via di risoluzione. Il protagonista, Hannes Beck (Bert Tischendorf), ha dovuto superare il tradimento della moglie con l’avvocato Marius Wachta (René Steinke). Rendendosi però conto di aver sprecato troppi anni a portare avanti una relazione che non lo soddisfaceva, Hannes rivolge le proprie attenzioni su una vecchia compagna di studi, Susanne (Julia Dietze) giostrando la propria vita tra la custodia dei quattro figli e il lavoro come difensore d’ufficio.
Nella seconda stagione di Beck is back! la situazione sembra essere cambiata: durante la cerimonia di nozze della ex moglie di Hannes, Kirsten (Annika Ernst) capiamo che il protagonista e Susanne si sono allontanati. Questo crea il pretesto per l’inserimento di nuovi personaggi, tra cui Sarah (Tanja Hirner), che viene assunta da Hannes come tata dei suoi figli mentre la donna si trova in libertà vigilata. Nel frattempo, la serie manifesta di nuovo la propria natura episodica, riportandoci in tribunale con un nuovo caso: una vicenda medica dalle forti complicazioni etiche.
Back is back!: una scrittura semplice, non sempre vincente
La validità di Beck is back! si manifesta subito nell’intento di non prendersi troppo sul serio, mostrando uno stile e una scrittura piuttosto semplici, nonché svolte narrative non sempre realistiche. Com’è avvenuto proprio nella prima stagione, i casi giuridici hanno il merito di mostrare varietà e – quasi sempre e malgrado i metodi talvolta discutibili di Beck – una discreta verosimiglianza, dandoci modo di assistere a situazioni legali poco chiare e dispute complesse dal punto di vista morale.
Beck nel proprio lavoro risulta un buon protagonista, poiché è in grado di andare oltre l’impersonale ruolo legale e di interpretare i casi da un punto di vista umano. In tribunale Hannes è ligio al proprio dovere di avvocato, sensibile e pronto a impegnarsi al cento per cento per garantire ai clienti la possibilità di difendersi da accuse anche molto delicate.
La componente prettamente crime dimostra dunque – anche in questa seconda stagione, con il caso di una bambina disabile alla quale viene trapiantato un cuore destinato a un altro bambino – di saper evidenziare le difficoltà della professione legale e l’importanza di mostrare sensibilità anche di chi, pur infrangendo la legge, risulta comunque una vittima.
A mostrare qualche intoppo nella narrazione è tuttavia la componente ironica e romantica che fa da sfondo alla professione di Hannes e che permette un approfondimento della sua vita personale fuori dal tribunale.
In un susseguirsi frenetico di eventi, la vicenda umana del protagonista si lascia a volte andare a qualche caduta di stile e a scelte che sfiorano l’assurdo. Nonostante Beck is back! abbia l’intento di mostrarci la difficoltà di un padre lavoratore nel bilanciare lavoro e famiglia, tra imprevisti e fraintendimenti, si ha come l’impressione di assistere a svolte narrative pensate appositamente per complicare ulteriormente la situazione relazionare di Hannes. Per fare un esempio, dopo diverse puntate in cui il protagonista cerca un avvicinamento a Susanne e ci riesce, finisce per tradire la ragazza senza particolari motivi, costringendo la crescita del suo personaggio e della relazione con Susanne a un notevole passo indietro. Qualcosa di simile avviene in più occasioni durante la prima stagione e sembra coinvolgere anche questo inizio di seconda stagione: nonostante il riavvicinamento tra lui e Susanne nel season finale, una loro improvvisa rottura permette ad Hannes di rivolgere le proprie attenzioni a Sarah, con dei ritmi narrativi eccessivamente rapidi e poco ponderati.
Beck is Back!: le potenzialità comiche di alcuni personaggi
Nonostante alcune cadute di stile nel susseguirsi della narrazione e dello sviluppo psicologico dei personaggi, Beck is back! è anche in grado di dimostrare una certa verve ironica. Non sempre le gag risultano valide – la responsabilità va forse attribuita anche a un doppiaggio che non sempre riesce a riproporre i giochi di parole originali –, tuttavia un forte elemento comico è rappresentato da uno dei personaggi principali della serie: l’assistente di origine Croata di Hannes, Yasmine (Andreja Schneider), donna esuberante, dalla saggezza un po’ antica (a volte un po’ ancorata a luoghi comuni ormai superati) e pronta a tutto pur di aiutare l’uomo nei suoi casi… e spesso anche nella sua vita privata.
Seppur caratterizzata da tratti a volte un po’ caricaturali, Yasmine riesce a riempire gli spazi lasciati dai buchi di trama, dalle incongruenze e dalla sceneggiatura altalenante, con battute di spirito e un atteggiamento che non può non strappare un sorriso. Lei e Arslan (Serkan Cetinkaya), il proprietario della rosticceria che affitta ad Hannes il suo nuovo ufficio, sono gli elementi del cast che più riescono ad amplificare una vena comica in alcune scene un po’ arida e che probabilmente regaleranno qualche sorriso anche nella seconda stagione. La loro interazione e i loro atteggiamenti un po’ bizzarri donano un po’ di simpatia a una serie che si lascia guardare, ma che non fa il botto.