Becoming Elizabeth: recensione del pilot
Becoming Elizabeth è un period drama che è anche un romanzo di formazione e un racconto di sentimenti.
“La ruota sta già girando e nessuno trova tempo per il lutto” dice così Elizabeth per descrivere il momento che stanno vivendo: la morte del Re e la successione al trono del figlio di 9 anni, Edoardo (Oliver Zetterström). Becoming Elizabeth, creato e scritto dalla pluripremiata drammaturga e sceneggiatrice televisiva Anya Reiss, racconta il punto da cui è iniziata la storia di Elisabeth Tudor, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena. La serie – uscita con il primo episodio il 12 giugno 2022 su STARZPLAY, gli episodi successivi usciranno ogni domenica -, composta da 8 episodi, porta al centro la giovane che poi diventerà Regina (Alicia von Rittberg), all’epoca dei fatti adolescente, un’orfana coinvolta nella politica e negli intrighi sessuali della corte inglese.
Becoming Elizabeth: il duro risveglio della principessa
Dama di compagnia: “La morte di tuo padre è un fardello”
Elizabeth: “Andandosene ha lasciato sulla mia schiena un bersaglio, mio fratello, mia sorella e me, non è altro che un gioco della torre per loro. Non mi butteranno giù”
Dopo la morte del Re, Elizabeth si sente sui carboni ardenti, per la matrigna, Catherine Parr (Jessica Raine), non è nessuno (“io non sono tua madre ma posso essere una sostituta”) e tutta la corte vede lei e suoi fratelli come delle pedine; sarà un duro colpo per lei quando verrà scelto suo fratello Edoardo per salire al trono. Sarà un duro colpo quando capirà che la guerra per il trono è sanguinaria, ingiusta, non tiene conto di sentimenti, parentele, sensatezza. Elisabeth non sa ancora nulla di quale sarà la sua storia, non ha ancora la vera ambizione di arrivare al trono ma ha carattere, carisma, sa di valere qualcosa e questo le serve quando lei e i suoi fratelli diventano pedine in un gioco tra le grandi famiglie d’Inghilterra e le potenze europee che si contendono il controllo del Paese.
Elizabeth: “L’avvedutezza è una protezione dai disegni degli uomini”
Parla, con molta sicurezza e con quel briciolo di ribellione tipico di una donna che vuole il proprio ruolo, Elizabeth che ha paura per la sua vita, di ciò che le può capitare e di essere dimenticata, come un pungolo più di una volta ricorda la spada di Damocle rappresentata dalla madre e dal suo nome: Anna Bolena.
Viene accolta a casa di Catherine con una gentilezza esagerata e fin troppo di facciata, la Regina lo dice che forse la giovane deve temere di più i suoi disegni che quelli degli uomini, per poi cambiare il senso alla sua frase ammettendo che lei farà di tutto per rendere felice Elizabeth.
Becoming Elizabeth: tra forza, carisma e ingenuità
Elizabeth: “vorrei avere la possibilità di decidere della mia vita”
Becoming Elizabeth si presenta fin da subito come una sorta di romanzo di formazione, la storia della crescita di una giovane donna che da principessa diventa Regina. Si tratta di un gioco macabro e cattivo, fatto di intrighi, di falsità, di matrimoni orchestrati (quello del nuovo re). Elizabeth incontra Thomas Seymour (Tom Cullen), lo zio del re e fratello del defunto Enrico VIII, iniziano a conoscersi e la giovane sembra fin da subito subire il fascino dell’uomo che gioca con lei, la stuzzica; è un fulmine a ciel sereno per lei quando viene a sapere che l’uomo si è sposato con la Regina rimasta vedova, dato che i due si amavano da tempo ma non potevano confessarlo. La principessa si era aperta all’uomo, aveva raccontato a Thomas del dolore per il padre poco conosciuto, e lui dal canto suo sorrideva, la guardava, ricordava il defunto Re e le faceva intendere che un interesse c’era anche da parte sua; lo si sa bene però, ci sono cose a corte che valgono più di tutto (“non ci si sposa per amore zio?”, dice ingenuamente il nuovo Re e lui risponde spaesato e stupido: “di chi sei innamorato?”), più della ricchezza, dell’etichetta, del nome ed è il potere. Thomas Seymour quel potere lo vuole, lo vuole subito; ama giocare con le persone, adora le donne e bere e Catherine è indispettita dell’atteggiamento che lui ha con Elizabeth, conosce il loro gioco ma a modo suo vuole bene alla ragazza e non vorrebbe mai ferirla e ancor di più non vorrebbe diventare lei stessa una delle tante prede di Thomas.
Elizabeth chiede di Seymour, nonostante il lutto che porta ancora per il padre, si comporta per questo motivo come una “sgualdrina”, così si definisce, inizia a sorridere quando pensa a lui, quando parla di lui proprio come qualunque donna, ma lei non è una semplice donna, lei è una principessa. “Io sono vista come mia madre, porto i suoi peccati” dice la protagonista consapevole del fatto che lei è guardata, osservata, spiata e tutti hanno su di lei un’opinione. Lei è davvero ingenua, ancora acerba, pensa addirittura di potersi sposare con lo zio, non riesce ad immaginare che le trame siano molto più complesse di come appaiano, deve ancora comprendere le dinamiche interne per poterle controllare. Dovrà capire a sue spese ciò che Catherine dice a Thomas mentre tramano alle sue spalle: nessuna donna dovrebbe essere usata come merce di scambio nei giochi di potere.
Un period drama che è anche un romanzo di formazione e un racconto di sentimenti
Becoming Elizabeth è un period drama interessante in cui c’è un po’ della gara al trono di Game Of Thrones e un po’ della tensione sessuale e della goliardia di The Great, ma è anche l’educazione sentimentale e sessuale di Elisabeth che vuole trovare il proprio posto nel mondo, fare il bene del proprio regno, ma scopre anche l’amore, i sentimenti e il proprio corpo. Questo primo episodio mette in scena la storia inglese e quella di una Regina e lo fa ricostruendo bene il periodo storico pur prendendosi delle licenze, porta lo spettatore nello sfarzo, nella ricchezza delle sale, dei costumi, come anche sa condurlo sul campo di battaglia. Becoming Elizabeth è una fotografia di donne, tante, che vengono messe da parte, che vengono usate come merce: lo è Maria – malvista per il suo credo -, lo è Elizabeth, lo è anche Catherine – non è più Regina dice Elizabeth dal momento che suo padre.
Thomas: “Se tutti noi fossimo liberi di fare le nostre scelte, di fare ciò che vogliamo”
Sembra un’assurdità usare le parole di Thomas eppure è una citazione che sembra essere perfetta per tutte queste figure femminili che vorrebbero fare qualcosa ma sono costrette a fare qualcosa d’altro, che vorrebbero avere un ruolo, un posto invece vengono sempre scalzate da qualcun altro, sia esso un uomo o sia essa una donna.