Blood Coast: recensione dell’action thriller francese Netflix
Blood Coast è una serie tv francese permeata di crudo realismo, tra azione, dinamismo, violenza e amare verità
Blood Coast è la serie TV francese disponibile su Netflix a partire dal 6 dicembre 2023, dal titolo originale Pax Massilia.
Una trama densa di eventi, suspence e azione dove un gruppo di poliziotti speciali è impegnato in una caccia all’uomo, responsabile di morti violente e di una scia di terrore che investe l’intera città. Divisa in 6 episodi e diretta da Olivier Marchal vede nel cast Florence Thomassin, Tewfik Jallab, Jeanne Goursand, Nicolas Duvauchelle, Samir Boitard, insieme a molti altri.
Tra action e thriller Blood Coast è un crime avvincente
Lyès ha notoriamente metodi poco ortodossi, convinto che sia l’unico modo per ottenere informazioni. Tatoo, il più giovane del team, ha anche lui difficoltà a mantenere la calma, soprattuto di fronte a chi cerca di rendere gruppi di giovanissimi i criminali di domani, Arno butta tutto se stesso nel lavoro, per non pensare al dramma della malattia della moglie e Audrey in passato si è innamorata di una collega corrotta che ha gettato anche su di lei un’aura di sfiducia. Alice, nuova recluta affiancata alla squadra, è in cerca di vendetta per la morte del padre, colpito dal boss Murillo nel corso di un’evasione organizzata. Un team che lascia la propria vita privata fuori e lontano da un lavoro dove sono conosciuti per le loro modalità speciali che, notoriamente, portano però i risultati sperati. Per questo le indagini interne su accordi, informazioni e ordini ai quali disobbediscono, lasciano spesso il tempo che trovano. La pace a Marsiglia è la loro priorità, almeno all’apparenza, ma a muoverli nessun ideale di giustizia. Con la criminalità della città hanno più legami di quanti vorrebbero e quando si scatena una sanguinosa e feroce guerra tra vendette personali e controllo del territorio, loro sono gli unici in grado di fermare il continuo spargimento di sangue che sembra interminabile.
Ottime le scene d’azione di Blood Coast, precedute da suspence e tensione, così come la colonna sonora, fatta di brani rap e hip hop che in Francia hanno da sempre la propria popolarità. La macchina da presa presenta gli angoli più industrializzati, poveri e benestanti di una Marsiglia dilagata da criminalità, forze dell’ordine violente e burocrati corrotti. La capitale europea della cultura nel 2013, una città multietnica, dove non batte mai il sole, dove il regolamento di conti va oltre ogni cosa e dove si consumano crimini disumani. I folli, come vengono chiamati i protagonisti di Blood Coast, sono gli unici che, tra metodi esagerati, un distacco obbligato e una quasi necessaria assenza di rimorso, possono controllare e contrastare la brutalità e le morti che ormai scandiscono le giornate. Blood Coast è un continuo leggere tra le righe, dove ogni elemento diventa occasione, motivo e ragione per raccontare qualcos’altro, per mostrare ciò che non si vede, per sorprendere nell’umanità e nell’amore che tutti, anche i più spietati criminali, possono provare. Un montaggio dinamico e serrato dà vita a continui attacchi, scontri e a volte massacri.
Tra giustizia e ricerca di una tregua
È in corso una lotta tra bande, una vendetta senza esclusione di colpe, dove tutti hanno un prezzo da pagare, e dove non è il narcotraffico il vero interesse. Usato solo come pretesto per approfondire un dolore inespresso, che interessa i veri innocenti di qualsiasi vicenda: i bambini, i figli che non scelgono la vita né tantomeno l’occupazione dei propri genitori. Un tema centrale che si avverte con tutta la rabbia e la sofferenza che porta con sé e che dà inizio all’intera storia. A muovere gli animi e riempire le strade di sangue sicuramente la vendetta, che viene a volte mostrata come giustificabile, comprensibile, amaramente unica modalità per rendere quella sofferenza più sopportabile. Ma se è questo l’aspro e cupo messaggio che Blood Coast vuole trasmettere, l’intera squadra sembra imparare, nel corso della serie, a non farsi travolgere da una Marsiglia che li mette a dura prova, perché ogni puntata sembra voler sottolineare, con modalità diverse, che ci sono obiettivi nobili impossibili da raggiungere. Una drammatica consapevolezza nella speranza che la giustizia non sia solo un’illusione.
La serie pone grande attenzione a un tipo di protagonisti che sembrano volutamente costruiti con pochi dettagli, presentando figure votate al lavoro, e non, come dice lo stesso Lyès in una battuta di dialogo, mossi dalla giustizia, ma solo dalla terrificante eventualità di cadere nell’oblio più buio e oscuro dal quale è quasi impossibile uscire. Tutti vengono presentati non solo con un pizzico di follia ben visibile, ma soli e chiusi nel proprio mondo, dove non fanno realmente entrare nessuno. Una caratterizzazione calzante con le tematiche espresse nello show, ma che causa una difficoltà d’immedesimazione e un’empatia che dovrebbe essere fondamentale nei prodotti crime, soprattuto considerando che Blood Coast si divide in villain a tutti gli effetti e poliziotti protagonisti che rasentano l’insensibilità, oltre all’eccessiva aggressività che spesso utilizzano. Lyès, Alice, Tatoo, Arno e Audrey vengono così tutti mostrati nell’ambito lavorativo, dando uno spessore più privato e personale solo al personaggio di Arno. Ma chi sono nella vita, dal punto di vista umano e non professionale, queste persone che hanno, in passato, toccato il fondo, rimane un mistero. Un difetto che non dovrebbe essere così lampante in un prodotto di genere.
Blood Coast: valutazione e conclusione
Blood Coast è una serie cruda, realistica e carica d’adrenalina, dove ogni scena d’azione è preceduta dall’appropriata quantità di tensione e incertezza, né eccessiva né carente, e che crea quindi il giusto coinvolgimento. Anche gli eventi del racconto hanno la tipica struttura e narrazione del crime action, con colpi di scena tra cenni sul passato, motivazioni personali e la tematica della vendetta sempre presente. Nonostante questi elementi, che dovrebbero arricchire la psicologia dei personaggi, è profondità dei protagonisti ad essere solo accennata, non riuscendo a creare quindi l’essenziale identificazione tra pubblico e personaggi, che siano questi protagonisti o antagonisti. Anche i villain dello show, caratterizzati tanto quanto i soggetti principali, vengono poco esplorati. Ciò che manca è quindi proprio l’empatia che implica quindi una partecipazione non così appassionante quanto potrebbe, avendo Blood Coast tutte le carte in regola per essere un ottimo crime drama d’azione.
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