Brawn – Una storia impossibile di Formula 1: recensione della serie Disney+
Un miracolo sportivo su quattro ruote, raccontato per mezzo di diverse interviste guidate da Keanu Reeves
Il rombo dei motori, le testimonianze dei protagonisti, il racconto di un miracolo sportivo senza precedenti; Brawn – Una storia impossibile di Formula 1 è la docu-serie targata Hulu, in Italia distribuita da Disney+ che, dalla piste di gara, illustra e racconta tutti i dietro le quinte del campionato di Formula 1 del 2009, il quale vide il sorprendente trionfo, all’esordio, della piccola scuderia indipendente messa in piedi da Ross Brawn, la Brawn GP, sia nella classifica costruttori che nella classifica piloti. Prodotta da North One, scritta e sviluppata dallo showrunner Simon Hammerson, assieme Neil Duncanson, la serie vede la direzione di Daryl Goodrich e la fondamentale presenza di Keanu Reeves, non solo produttore esecutivo, come Sean Doyle e Neil Duncanson, ma anche host dei 4 episodi di cui si compone il progetto.
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Brawn – Una storia impossibile di Formula 1: il miracolo sportivo
“Da sempre l’automobilismo è una mia grande passione e racconterò una storia che ha dell’incredibile”. Con questo lancio sensazionalistico in griglia di partenza, Keanu Reeves accende i semafori e dà il via al racconto di questa indimenticabile pagina di storia dell’automobilismo professionistico recente. Dalla nascita della scuderia, fortemente voluta dal suo fondatore Ross Brawn, in precedenza direttore tecnico della Ferrari, sino al trionfo del britannico Jenson Button e dell’intero team, viene ricostruita una delle stagioni più avvincenti e animate della storia delle monoposto, con tutto quel che di contorno è accaduto fuori dai circuito durante quell’anno.
I protagonisti di quell’incredibile e sorprendete ascesa, dallo stesso Brawn a Button e al compagno di squadra, Rubens Barrichello, vengono intervistati dall’attore canadese assieme a coloro che ne sono stati rivali, sostenitori e colleghi, passando per Christian Horner (team manager di Red Bull), Luca Cordero di Montezemolo (ex presidente di Ferrari), le due grandi menti della Formula 1, Bernie Ecclestone e Max Mosley, e tutte le più grandi personalità che hanno vissuto da vicino quell’impronosticabile stagione; stagione che dietro al successo degli esordienti ha celato momenti di grandissima drammaticità, passaggi narratologicamente pregnanti e ricchi di pathos, come l’accordo trovato tra Honda e Brawn al costo di 1 sterlina, il nervoso confronto tra le varie scuderie e gli organizzatori del torneo, la minaccia di una scissione interna al movimento, il terribile incidente di Felipe Massa e la sportiva ma spietata lotta interna tra Barrichello e Button.
Storia testimoniata
Brawn – Una storia impossibile di Formula 1 è una storia filtrata dalle parole di chi ha reso realtà tutto ciò, ancor prima che divenisse racconto. L’evidente e contagiosa passione di Keanu Reeves ci coinvolge portandoci, con lui, a quattrocchi con i volti della Formula 1 di un recente passato. Il campionato, mai così tanto battuto fuori dal campo, oltre che in pista, viene ricostruito gara per gara, continuando a sterzare dall’automobile alla poltrona su cui il protagonista di Matrix ospita personalità capaci di arricchire l’entusiasmo per i motori, con il ricordo di tutti i dettagli e di tutte quelle zone rimaste grigie sullo sfondo della bandiera a scacchi; l’appassionato viene pilotato indietro di circa 15 anni e, per mezzo di lucide ed esaustive testimonianze, viene ricollocato sentimentalmente nel mezzo degli aspri confronti e delle strategie che, nel 2009, hanno regalato alla Formula 1 un successo inatteso e un’annata ricca di colpi di scena.
Brawn – Una storia impossibile di Formula 1: valutazione e conclusione
Oltre a trovare origine in uno dei momenti sportivi più affascinanti degli anni 2000, Brawn – Una storia impossibile di Formula 1 è un progetto creato da appassionati e pensato per appassionati; è proprio la sua capacità di riportare in pista, tra i box delle scuderie e negli uffici dei dirigenti a far sì che esso susciti l’interesse di chi quella pista e quelle dinamiche psicologico-sportive le ha viste e vissute con interesse e con sentimento. Il passaggio continuo dai dialoghi, intrattenuti da Keanu Reeves e i suoi ospiti, allo sfrecciare dell’automobile vuole, sì, ricostruire esaustivamente tutto il contesto e i dietro le quinte ma, al contempo, vuole restituire quell’emozione e quell’attrattiva figlie del ruggire dei motori e dello spettacolo della competizione, che vengono qua supportati da un discreto lavoro sul suono. L’immagine è ben riproposta nei moltissimi momenti d’archivio che scandiscono lentamente l’intera stagione e, invece, più neutra e statica nella parte delle interviste che, seppur equamente interessanti e necessarie, non sempre contribuiscono all’emozionalità del racconto.
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