Brennero: recensione dei primi 2 episodi della miniserie Rai

Arriva in esclusiva su Rai 1 la miniserie crime Brennero, con Elena Radonichic e Matteo Martari, e in onda ogni lunedì per 4 serate.

Brennero, diretta da Davide Marengo e Giuseppe Bonito e scritta da Carlo Mazzotta e Andrea Valagussa è la fiction Rai in uscita su Rai 1. Composta da 8 episodi che andranno in onda con un doppio appuntamento ogni lunedì alle 21.30 su Rai 1, Brennero è una miniserie di genere crime, un giallo girato e ambientato a Bolzano con molti elementi intrinsecamente legati al territorio dell’Alto Adige. Con nel cast Elena Radonichic e Matteo Martari, entrambi sulle tracce di un serial killer, conosciuto come il Mostro di Bolzano, tornato a colpire dopo 3 anni, Brennero farà il suo debutto il 16 settembre 2024 con i primi 2 episodi.

Brennero e un’ambientazione che conferisce vita e poesia

Brennero

Un universo ammaliante quello in cui si svolge Brennero, tra boschi, residenze storiche, castelli abbandonati e isolate baite di montagna. Un luogo che appare oscuro e freddo, nella serie terrorizzato da una minaccia senza nome e senza volto. Il Mostro di Bolzano appare come un villain imprendibile, legato indissolubilmente ai 2 personaggi protagonisti. Figure complesse e stratificate; lei con un dolore da raccontare e lui con una sofferenza da superare. Una complicità e una comunanza di stati d’animo che non ha bisogno di parole, esprimibile negli sguardi e nei silenzi e che subito suscita l’empatia primaria in un crime come è Brennero. La pecca dello show appare da subito però essere la sceneggiatura, con dialoghi a volte didascalici e scontati. Differentemente invece dai casi verticali che occupano ognuno 2 episodi, ben congegnati, verosimili e imprevedibili.

Il primo fattore degna di nota, oltre alla recitazione di Elena Radonichic e Matteo Martari, rispettivamente nei panni della PM Eva Koffler e dell’ispettore Paolo Costa, è soprattutto la relazione che li lega e che sembra seguire le regole dell’enemies to lovers. Lei è una donna ricca di risorse, insicura nella sua nuova posizione lavorativa e sola in quel segreto del passato che si scoprirà nel corso delle puntate successive. Lui è provato da un terribile lutto e vive nel senso di colpa e nella certezza di non poter più ritrovare ciò che aveva prima. La caratterizzazione dei 2 protagonisti, oltre ad essere in sintonia con il divario tra comunità tedesca e comunità italiana, è identificativa di 2 anime complementari, che, con un valore e uno spessore reciproco vedono nell’uno ciò che manca all’altro. Se Paolo Costa appare cupo e solitario, Eva Koffler appare fredda e rigida e se una si fida delle prove e dei fatti, lui si fa guidare dall’istinto e dalle sensazioni.

Un’avversione da combattere con un mondo in continua evoluzione

Brennero

La regia si muove tra gli ampi scorci naturalisti altoatesini, i sentieri sovrastati da abeti e pini, con colori che vanno dal verde al giallo all’arancione, simbolo di una stagione che sta finendo e di un’altra che sta facendo il proprio ingresso. La fotografia non manca di illuminare con maestria una location straordinaria. Le riprese seguono i personaggi negli interni che appaiono quasi stretti e chiusi di fronte all’immensità della vegetazione che circonda la città. Un senso di respiro, ma anche di solitudine e desolazione, di limiti invalicabili, difficili da superare. Le stesse barriere e gli stessi ostacoli che sono interconnessi all’obiettivo di un serial killer che non si fermerà, a una coppia investigativa che trova il proprio equilibrio e un divario che sfida la modernità di un nord Italia alla ricerca del contatto umano, scontrandosi in ricordo di una memoria che si esula dall’essere al passo con i tempi.

Brennero: valutazione e conclusione

Brennero

Brennero è un giallo dalle tinte noir, che mostra una comunità irrimediabilmente divisa, schiava di preconcetti e ancora prigioniera di una discriminazione che affonda le proprie radici nel passato. In un passato che hanno forse sentito e tramandato di generazione in generazione. Questo rende Brennero, oltre che uno show investigativo, anche una riflessione sull’oggi, dove confini fisici e mentali cedono al pregiudizio e all’allontanamento invece che all’inclusione. La serie si segue quindi con doppio entusiasmo, nella cattura di un Mostro che alimenta l’ostilità tra cittadini di origine tedesca e cittadini di origine italiana e nel chiaro affiatamento che c’è tra i 2 personaggi protagonisti, insieme alla particolare cura al dettaglio e alla tecnica, dalla regia alla fotografia, dal montaggio fino alla costruzione dei personaggi, variegati e sfaccettati.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8