Cars on the Road: recensione della serie TV Disney+
La recensione di Cars on the Road, la recensione della serie TV animata spin-off di Cars, disponibile su Disney + dall'8 settembre 2022.
Cars on the Road, la serie animata spin-off della saga Disney e Pixar, con protagonisti l’auto da corsa antropomorfa Saetta MacQueen e il carro attrezzi soprannominato “Cricchetto”, è disponibile in anteprima esclusiva su Disney+ dall’8 settembre 2022, in occasione del Disney+ Day 2022. Lo show televisivo targato Pixar Animation Studios che mescola animazione, commedia e avventura, porta sul piccolo schermo un viaggio dei personaggi on the road attraverso gli States – che procede tra colpi di scena, eventi inattesi e mille pericoli -, reale ma anche interiore dal quale i due inseparabili amici impareranno molto l’uno sull’altro. Ognuno dei nove episodi da circa dieci minuti ciascuno corrisponde a una città o a un pit-stop lungo il viaggio. Nella versione originale il personaggio di Saetta McQueen è doppiato dall’attore americano Owen Wilson, mentre Cricchetto ha la voce peculiare del Sud dell’ex personalità radiofonica Larry The Cable Guy.
Cars on the Road: MacQueen e Cricchetto attraversano insieme le strade secondarie d’America
Da Radiator Springs (città immaginaria creata come un composto di molteplici luoghi reali sulla storica Route 66 degli Stati Uniti dal Kansas all’Arizona) a Est; i due protagonisti di Cars on the Road, i migliori amici MacQueen e Cricchetto, si mettono in viaggio per raggiungere la sorella di Cricchetto, con la quale Carl Attrezzi non va neanche molto d’accordo, che ha finalmente deciso di sposarsi. Si incontrano personaggi vecchi e nuovi; ogni tappa permetterà loro di conoscersi meglio e apprendere cose nuove, vivendo pienamente l’intera avventura.
Ognuna delle brevi puntate omaggia un genere o un film cult
Ogni episodio della serie tv omaggia un preciso genere o un determinato film cult: da Jurassic Park a The Shining, da Fast and Furious a Mad Max: Fury Road e X-Files, dai film di serie B ai film sugli alieni, dalle case infestate ai clown. Si tratta di una scelta condivisa dalla produzione e dalla regia, ma anche dal compositore Jake Monaco (Be Cool, Scooby-Doo!). Proprio tutti si sono adoperati per ricreare in ogni breve capitolo un omaggio a un genere o a un film di culto. Il viaggio on the road ha permesso agli ideatori di giocare anche nel creare di volta in volta un’ambientazione che rispecchiasse la cultura popolare americana.
Una prima stagione autoironica e autoriflessiva: fra amicizia, cinefilia e folklore americano
Sopra ogni cosa, trionfa il valore dell’amicizia, anche di quel rapporto di cui inizialmente si dubita, e che invece ci può regalare grandi sorprese e un arricchimento personale. Gli animatori di Cars on the Road sperimentano con le trovate comiche ma soprattutto cercano di sorprendere chi guarda con la struttura delle automobili antropomorfe che interpretano i diversi personaggi, tra le quali compaiono alcune new entry come i Monster Truck o i Camion, che rappresentano le corse clandestine e il vagabondaggio. Sono proprio la forte componente autoriflessiva/autoironica (perché Cars on the Road ironizza su se stessa e sul proprio franchise) e la trasposizione antropomorfa gli aspetti più appariscenti e con più appeal di questo prodotto. Piena di ironia, la serie scherza continuamente anche sulle caratteristiche dei personaggi, ad esempio sull’atteggiamento di esaltazione di se stesso di Saetta o sull’ingenua benevolenza di Cricchetto. Le gag sicuramente faranno divertire il pubblico dei giovanissimi, mentre le citazioni, gli elementi “extra“, bizzarri e innocui posizionati ad hoc, strizzano l’occhio ai più adulti.