Cassandra: recensione della miniserie Netflix
La recensione della miniserie tedesca hard Sci-Fi dalle venature horror di Benjamin Gutsche sui pericoli dell’AI. Dal 6 febbraio 2025 su Netflix.
Il focolaio domestico è universalmente riconosciuto come quel posto nel quale trovare rifugio, comprensione e protezione. Insomma, il luogo più sicuro al mondo. La storia dell’audiovisivo però ci ha dimostrato in più di un’occasione che le quattro mura di una casa, al di là della sua topografia, metratura e geolocalizzazione, può trasformarsi in un habitat ostile dove non mettere piede o dal quale fuggire come nel caso di quello che fa da cornice a Cassandra, la miniserie tedesca in sei episodi da 45 minuti circa cadauno, rilasciata da Netflix il 6 febbraio 2025 a distanza di quasi due anni dal primo annuncio. A scriverla e dirigerla il trentanovenne Benjamin Gutsche, già noto per il suo lavoro in Der Antrag e All You Need.
In Cassandra la famigliola di turno deve provare a sopravvivere a un assistente domestico elettronico di una pericolosa smart home
Il regista di Luckenwalde racconta le vicissitudini di una famiglia che si trasferisce in una villetta collocata nel cuore della foresta teutonica che è anche la più antica casa intelligente della Germania, rimasta vuota per cinque decenni dopo la misteriosa morte dei precedenti proprietari. Marito, moglie e i due figli finiscono con l’attivare inavvertitamente Cassandra, un assistente domestico elettronico sviluppato negli anni Settanta. Nel corso della storia, la paura dell’abbandono e il bisogno di compagnia dell’assistente portano a un comportamento sempre più controllante e pericoloso. Inizia così un’odissea casalinga che costringerà i quattro protagonisti a combattere per la loro sopravvivenza, ma solo dopo avere riportato a galla la verità riguardo la tragedia che si era consumata anni or sono tra quelle quattro mura.
Per chi non lo sapesse l’espressione smart home, o casa intelligente appunto, si riferisce alle abitazioni di ultima generazione che possono essere gestite in maniera automatica da un agente AI grazie all’evoluzione dell’Internet of Things. Ed è proprio sulle possibilità, ma soprattutto sugli incubi peggiori legati alle suddette tecnologie applicate alle case del futuro che la serie e il suo autore partono per esaminare i potenziali pericoli dell’intelligenza artificiale nella tecnologia delle case intelligenti e al contempo innesca lo spaventoso e inquietate percorso narrativo di uno show che mescola sapientemente e senza soluzione di continuità dramma familiare e thriller, con elementi horror fantascientifici retrò e cupo fiabeschi. Con e attraverso di essi, la serie affronta le considerazioni etiche e le tematiche attuali come il rapporto tra uomo e tecnologia, il potere dell’intelligenza artificiale e le conseguenze della dipendenza dai dispositivi smart, risuonando con le preoccupazioni contemporanee sull’integrazione dell’IA e delle tecnologie intelligenti nella vita quotidiana. Il ché aumenta in maniera esponenziale il peso specifico e il valore delle argomentazione sollevate da uno show che si rivela essere un prodotto hard Sci-fi capace di andare oltre il mero intrattenimento di genere per sollevare importanti interrogativi e puntare il dito.
Cassandra è uno show che si rivela essere un prodotto hard Sci-fi capace di andare oltre il mero intrattenimento di genere per sollevare importanti interrogativi
Del resto il nome dell’assistente virtuale che controlla la smart home e il titolo omonimo dello show non promettono nulla di buono, rievocando la temuta sacerdotessa della mitologia greca che nel tempio di Apollo profetizzava terribili sventure. La Cassandra di turno, al contrario della sacerdotessa chiamata in causa, passa invece velocemente dalle parole ai fatti, rivelando dietro la facciata amichevole e collaborativa la sua vera natura, quella oscura di un’assistente digitale assassina con conclamate tendenze psicopatiche. In tal senso, non è la prima volta che un cervellone elettronico mette seriamente a rischio la vita di un essere umano, sovvertendo le posizioni dominanti quanto basta per assumere il comando e divenire carnefice e aguzzino. Sulla scia delle sirene d’allarme accese con i suoi scritti da Isaac Asimov, tutta la letteratura fanta-politica, e di riflesso anche la cinematografia e la serialità di genere, hanno iniziato a riflettere sulle conseguenze dello sviluppo tecnologico e dei rischi legati all’intelligenza artificiale. Da qui una serie inesauribile di prodotti audiovisivi per il piccolo e grande schermo che hanno mostrato le minacce e gli effetti collaterali, a cominciare da quel capolavoro che risponde al nome di 2001: Odissea nello spazio.
Cassandra si inserisce nel solco delle recenti serie tedesche di qualità che hanno conquistato il pubblico internazionale, come Dark e 1899, e trae ispirazione da celebri opere di fantascienza tra cui Her, Ex Machina e Smart House. La mente però per analogie torna a The House del connazionale Rick Ostermann e a Manny della regista indiana Dace Puce dove la casa domotica che ospita i protagonisti si trasforma sempre più da rifugio pacifico in pericoloso avversario. Ciò che però convince di più dello show di Gutsche è il modo in cui scava con la lente del genere in tematiche così complesse per consegnare allo spettatore una visione che fa riflettere e al contempo che riesce a coinvolgere con un sali e scendi di tensione. Merito di una scrittura che riesce a palleggiare abilmente tra le linee temporali del passato e del presente, creando una struttura thriller che somiglia a un mosaico. Il tutto supportato da un gruppo efficace di interpreti, dove spicca una straordinaria Lavinia Wilson nei panni della Cassandra in carne ed ossa e in quella robotica, ma anche di un design retrofuturistico che fa da collante tra i suddetti piani, con la fotografia di Mortiz Kaethner contribuisce in modo significativo all’atmosfera della serie, enfatizzando la natura claustrofobica dell’ambiente.
Cassandra: valutazione e conclusione
I pericoli dell’intelligenza artificiale in ambito domestico con protagonista un’assistente digitale assassina con conclamate tendenze psicopatiche che rende la vita impossibile a una povera famiglia tedesca in una miniserie che mescola efficacemente fantascienza, dramma, horror e thriller. Cassandra è una miniserie ben strutturata che affronta tematiche sensibili, complesse e di strettissima attualità. Lo fa con gli strumenti, gli stilemi e la lente del genere, creando un racconto che riesce al contempo a fare riflettere sulle argomentazioni sollevate e a coinvolgere lo spettatore con la linea mistery e un sali e scendi di tensione. Al resto ci pensa un accattivante e funzionale design retrofuturistico e un cast davvero efficace, nel quale spicca una Lavinia Wilson in spolvero nel duplice ruolo umano e robotico.