Castlevania – Stagione 2: recensione della serie tv animata Netflix
Castlevania: un terrificante scenario che mescola fatti realmente accaduti con il soprannaturale e l'horror e tre eroi per caso che cercano di mettere fine alle sofferenze dell'umanità.
Castlevania, la serie TV animata firmata Netflix è tornata sulla piattaforma con la sua seconda stagione il 26 ottobre 2018, dopo una prima rilasciata nel 2017 e composta da soli 4 episodi. Netflix ha prodotto la serie come riadattamento dell’omonimo videogioco, confezionando un prodotto animato davvero ben riuscito, entrando per la prima volta nella produzione degli anime e andando a concorrere quindi con i colossi giapponesi.
Dopo una prima stagione che ha raccontato il preludio dell’intera storia, la seconda si appresta a cominciare la vera avventura: Trevor Belmont, Adrian Tepes o Alucard e la maga Sypha Belnades sono in missione per sconfiggere Dracula.
Castlevania ci porta in mondi sconosciuti
La prima stagione di Castlevania ci aveva avvertito sin dall’inizio: siamo di fronte a fantascienza con punte horror, con una traccia narrativa assolutamente realistica. Siamo nel pieno dell’Inquisizione in un piccolo paesino immaginario in cui la Chiesa sembra dominare su tutto, sui poteri forti e sugli uomini impauriti dal diavolo e i suoi devastanti effetti. Questo è purtroppo quanto è realmente accaduto in occidente tra il 1200 e il 1500 quando la Chiesa Cattolica inscenò un regime a tolleranza zero per tutti coloro che andassero contro o dubitassero di quella che doveva essere l’unica religione nel mondo. Il tribunale dell’Inquisizione aveva lo scopo di accusare, interrogare e in mancanza di pentimento, ardere vivi tutti i soggetti che praticassero arti oscure o contrarie alla religione cattolica. E queste arti molto spesso erano la medicina, la scienza, la filosofia.
In questo scenario, si inserisce Castlevania e un gruppo di antireoi che inizia una marcia per fermare Dracula, il più celebre di tutti i vampiri, che ha scatenato il suo esercito del male contro tutti gli esseri umani dopo che i sacerdoti hanno bruciato viva sua moglie, medico, accusata di voler curare gli esseri umani con arti oscure, quindi in questo caso la medicina, che andava comunque contro la fede cattolica.
Castlevania 2: tre antireoi ben amalgamati
Nella seconda stagione il trio è completo: Trevor Belmont, ultimo erede della casata nota nel combattere i vampiri e le forze oscure, Alucard, figlio di Dracula intenzionato a fermare il padre in nome della bontà della madre e Sypha Belnades, maga della setta di predicatori che hanno sempre cercato di fermare l’Inquisizione e allo stesso modo anche le forze oscure. Questi tre protagonisti sono antieroi, perché portano avanti una crociata senza grandi obiettivi umanitari, vogliono solo mettere fine alla devastazione che sta rendendo invivibile il loro paese e vogliono cercare di trovare anche uno scopo per le loro vite, per scoprire anche di più di loro stessi. Così come Sypha dice nel finale a Trevor, cercando di fargli capire che forse, la loro crociata per mettere un freno alla devastazione, può diventare davvero parte integrante della loro vita o perché no, anche lo scopo assoluto.
Il finale della seconda stagione apre ad una terza con gli stessi personaggi, ma con una nuova amalgama e una nuova missione, quella di combattere con lo scopo preciso di aiutare gli altri.
Castlevania: una serie in continua evoluzione
La costruzione narrativa, lo spessore dei personaggi e dei temi trattati ci porta ad un livello che va ben oltre la semplice serie animata. Questo perché Castlevania potrebbe benissimo essere anche una serie TV a tutti gli effetti, con tutte le potenzialità per colpire i gusti del pubblico degli ultimi 6 anni, fantascienza, horror e azione.
Il fatto che alcuni dei temi trattati siano presi da fatti storici realmente accaduti, aumenta la dose di horror e rende la costruzione ancora più complessa e interessante.
L’animazione con cui Castlevania viene rappresentata è comunque in grado di competere con il mondo giapponese che ha ovviamente il primato in questo campo, con tinte di campitura pastello, tenui, in linea con l’atmosfera in cui si inserisce la storia, soggetti ben disegnati e fedeli in quasi tutto il corso degli episodi, ad eccezione di alcuni passaggi nei combattimenti in cui i personaggi perdono lievemente i connotati originali.
Nel complesso un lavoro di animazione che costruisce un’esperienza avvolgente, molto emozionale che passa da tetre atmosfere, come il castello di Dracula, le chiese a scenari aperti come i campi o i momenti dei tre protagonisti insieme.
Un’animazione molto curata esteticamente che volutamente raffredda l’emotività dello sviluppo narrativo, dandogli il giusto carico per la situazione horror fantascientifica che intende raccontare.
Lo stile di animazione è sicuramente qui un tratto distintivo, che non viene oscurato da nessun elemento, nemmeno dalla colonna sonora, che infatti si inserisce in modo delicato, per accompagnare le immagini e i suoi colori, senza distogliere l’attenzione da quello che accade.
Castelvania: molteplici antagonisti e complessità narrativa anche in ottica di stagioni successive
Ciò che attira l’attenzione è sicuramente la presenza di molteplici antagonisti, c’è Dracula e il suo esercito, c’è la Chiesa con l’Inquisizione e il suo esercito di sacerdoti privi di scrupolo, ci sono tre protagonisti che vogliono fermare Dracula e la sua devastazione, senza per questo volere approvare gli atti di violenza della Chiesa.
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Una situazione che arricchisce di complessità tutta la narrazione, perché pone lo spettatore di fronte a molteplici antagonisti, tra qui i protagonisti stessi che non essendo guidati inizialmente da valori comuni, sono anch’essi imprevedibili e senza uno schieramento morale netto. Anche per questi elementi, Castlevania è nella sua seconda stagione una serie TV animata da tenere d’occhio, che potrà negli anni svilupparsi in modo libero, anche dal videogame di partenza, con strutture narrative imprevedibili che mai annoieranno lo spettatore.