Catch-22: recensione del pilot della serie tv di e con George Clooney
Ecco la nostra recensione del primo episodio di Catch-22, serie TV diretta e interpretata da George Clooney che andrà in onda su Sky Atlantic dal 21 maggio.
Dal 21 maggio anche il pubblico italiano potrà godere direttamente dal canale Sky Atlantic di quella che si preannuncia come la serie evento di questo 2019: Catch-22.
Tratta da Comma 22, romanzo antimilitarista di culto della narrativa statunitense di Joseph Heller, la serie arriva forte di un cast artistico e tecnico di primissima grandezza. La regia è appannaggio di George Clooney, Grant Heslov e Ellen Kuras, mentre la sceneggiatura porta la firma di Luke Davies e David Michôd; loro è stato il compito di sublimare il fantastico testo di Heller, interpretato da un cast che comprende oltre agli stessi Clooney e Heslov, Christopher Abbott nei panni del protagonista John Yossarian, Kyle Chandler, Hugh Lurie, Tessa Ferrer, il nostro Giancarlo Giannini, Daniel David Stewart, Graham Patrick Martin, Austin Stowell e Lewis James Pullman.
Da ciò che abbiamo visto nella prima puntata, trasmessa in anteprima stampa, è fuori di dubbio che Catch-22 abbia tutte le carte in regola per mietere un successo di critica e pubblico senza precedenti. E di questo bisogna dare il merito agli sceneggiatori Davies e Michòd, capaci di creare un iter narrativo assolutamente coinvolgente, basandosi certo in modo assolutamente fedele al capolavoro di Heller, ma senza rinunciare a una genuina opera di creazione indipendente. La regia di Clooney, Heslov e Kuras dalla prima puntata e dagli estratti proposti, è senza alcun dubbio perfetta, sempre capace di andare a segno, di tenere incollati, di saper coniugare momenti riflessivi e visivamente classici, ad altri più estremi, più sperimentali.
Perché se vi è una cosa che vi possiamo assicurare di Catch-22, è il fatto che non potrete mai aspettarvi qualcosa di rigoroso, un’atmosfera omogenea, dal momento che sia il romanzo di Heller (uno dei capisaldi della letteratura giovanile nell’epoca della contestazione anti-Vietnam) sia soprattutto questa miniserie, coniugano in modo splendido la componente del black humor, della commedia irriverente, a quella del dramma, del war movie in tutto il suo orrendo e meschino squallore, con un pizzico di love story e road movie che non guasta.
Su tutto e tutti però domina la guerra, e non una guerra qualsiasi, ma La Guerra per eccellenza, la Seconda Guerra mondiale, quella degli aviatori che dalle piste del sud-Italia sfidavano la morte per distruggere basi, ponti e linee dell’esercito nazista in ritirata. E volente o nolente, il mondo degli uomini, dei loro sentimenti, dei loro sogni, deve fare i conti con questo orrendo mostro che si nutre di carne umana fin dall’alba dei tempi.
Catch-22: la bravura di Christopher Abbott
Su tutto e tutti domina lui: Yo-Yo, soprannome di Yossarian, il protagonista interpretato da un bravissimo e convincente Christopher Abbott, spirito libero, indipendente ed anarchico alle leggi scritte e non scritte di una guerra oscena, impietosa, che autori e registi descrivono come aveva fatto Heller: un’anarchia mostruosa e oscena, ammantata di regole ed etichette inutili, ributtanti, mefistofeliche.
In tutto e per tutto Catch-22 fa rivivere l’eco di ciò che anche i romanzi di Sven Hassel avevano mostrato per decenni, solo dall’altra parte del fronte, in quel mondo fatto di tedeschi della croce uncinata che qui appare solo brevemente, vive degli sbuffi di una contraerea assolutamente letale, verso la quale Yo-Yo ed i suoi compagni non hanno alcuna forma di difesa, di protezione. Conta solamente avere fiducia nel caso, nella buona sorte, quella che a suo tempo Erich Maria Remarque nel suo immortale Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale descriveva come “capace di farti morire in una trincea in teoria a prova di bomba e sopravvivere nella terra di nessuno senza protezione”.
Ciò che lascerà probabilmente al pubblico questa Catch-22 sarà un’accresciuta sensazione di orrore e di disprezzo verso la gerarchia militare, che rivive in tutta la sua oscena prepotenza, vigliaccheria, tracotanza, il suo essere schermo per le peggiori derive dell’animo umano, per la vanagloria di piccoli essere insignificanti.
La morte, la sofferenza, il creare legami incredibili con ragazzi sconosciuti fino a poco prima, il sesso, i rimpianti, la paura, le sigarette fumate prima di alzarsi in volo, la libertà, la vigliaccheria… Catch-22 è tutto questo. E molto di più.