Chernobyl: recensione del primo episodio della serie Sky
Recensione del primo episodio della serie Sky e HBO Chernobyl, che racconta da una nuova prospettiva il disastro nucleare avvenuto il 26 aprile 1986.
Chernobyl è il titolo dell’attesissima nuova serie tv di produzione originale Sky e HBO, che debutterà lunedì 10 giugno su Sky Atlantic; a 33 anni dal disastro nucleare che sconvolse il mondo e l’opinione pubblica dei vari stati europei, per la prima volta verranno raccontati i retroscena dell’evento, dalle prime scelte di azione alle difficili conseguenze dell’incidente.
Con la regia di Johan Renck (già dietro alla macchina da presa per altre serie tv come Breaking Bad) e la sceneggiatura di Craig Mazin (autore di due capitoli delle saghe Scary Movie e Una notte da leoni), Chernobyl ha ottenuto un grandissimo successo di pubblico, venendo accreditata su IMDB come la serie più acclamata di sempre.
Chernobyl: una tragedia nucleare
Era la notte del 26 Aprile 1986 quando alla centrale nucleare V.I. Lenin, situata in Ucraina
Settentrionale, al confine con la Bielorussia (stati allora facenti parte dell’URSS, Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche), avvenne il terribile incidente nucleare che sconvolse il mondo intero e segnò un indelebile ricordo per (più) di una generazione. 33 anni di distanza non sono molti, ma è forse proprio per questo che è nata l’idea della serie Chernobyl: la portata mediatica dell’evento fu di dimensioni tali da destrutturare per sempre la mente di milioni di persone riguardo al nucleare e alle sue possibili conseguenze negative.
Se ancora oggi si deve collegare un evento al concetto di nucleare, Chernobyl è d’istinto la prima risposta; lo è proprio perché è successo non molto tempo fa e l’impatto personale è ancora impresso in molte persone, a differenza delle bombe nucleari lanciate dalla pacifica America su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del ’45, o anche del recente disastro nucleare a Fukushima Dai-ichi, nel 2011.
La serie si propone come un ottimo prodotto di intrattenimento, con una regia molto curata e la partecipazione di un cast eterogeno e di spessore (vediamo la partecipazione anche del famoso attore svedese Stellan Skarsgård); la serie andrà in onda tutti i lunedì su Sky Atlantic per cinque settimane, giusto il tempo di intrattenere i clienti Sky prima delle vacanze estive. Sì perché, prima di tutto, il compito di una serie tv è coinvolgere lo spettatore per i vari episodi e una mini serie permette di soddisfare l’intento a pieno. Come
sosteneva il grande Hitchcock durante le riprese del suo capolavoro Psycho è proprio il lato
“macabro” della vicenda ad attrarre di più lo spettatore, nonostante una facciata di perbenismo, il male in tutte le sue forme ha sempre un fascino irresistibile.
Chernobyl: ambientazione sovietica, punto di vista americano
Se a livello di regia e ricostruzione di ambientazioni, Chernobyl si presenta fin dal primo episodio come un prodotto di qualità in cui si è cercato di riprodurre fedelmente gli spazi e i protagonisti, non ne si possono invece apprezzare la sceneggiatura e la portata decisamente politica. Se infatti già stona la scelta di realizzare la serie in lingua inglese (sarebbe stato più coerente anche con l’intento finale pensarla in lingua originale con sottotitoli), la portata dei dialoghi è decisamente di un livello inferiore rispetto alla regia e alla scenografia e l’indirizzo prettamente politico è fin dall’inizio troppo chiaro, se non superfluo.
Il conflitto “mentale” tra USA e Russia (ed ex URSS) è fin dai tempi “antichi” noto a tutto il mondo e l’America non perde occasione per screditare il sistema politico e sociale della super potenza russa; calcare però la mano su un evento realmente accaduto, oltretutto poco tempo fa, non è proprio indice di rispetto verso le vittime del disastro di Chernobyl e fa intuire che l’intento sia tutto verso un’altra direzione. Curiosi però di vedere come si evolverà la serie nei prossimi episodi, i clienti Sky dovranno ritenersi occupati per i prossimi cinque lunedì: Chernobyl vi aspetta.