Chosen – Prescelta: recensione della serie sci-fi Netflix
Chosen - Prescelta è una serie danese in 6 episodi in arrivo su Netflix il 27 gennaio, pensata esclusivamente per un pubblico adolescente.
Un’adolescente di colore che vive in una piccola cittadina danese, Middelbo. Un misterioso meteorite caduto sull’emporio di paese diciassette anni prima, rendendolo un’attrazione turistica. Un gruppo di ragazzi convinto che sia in atto un complotto, ordito dai sopravvissuti allo schianto e nel quale sarebbero coinvolti persino gli alieni. Sono questi gli elementi di Chosen – Prescelta, serie Netflix in sei episodi in arrivo giovedì 27 gennaio. Un prodotto che dalla Danimarca è pronto a conquistare il pubblico teen di tutto il mondo, grazie ad una trama ideata ad uso e consumo di un pubblico adolescente. La piattaforma streaming, dunque, continua a riempire il suo catalogo di progetti adatti ad un target ben preciso, che replicano una formula consolidata aggiungendo di volta in volta elementi più o meno necessari.
Chosen – Prescelta: la (mancata) caratterizzazione dei personaggi
Guardando le prime scene di Chosen ci si accorge immediatamente del modello a cui la serie si è ispirata, ovvero quello di Stranger Things, prodotto di punta di Netflix. Anche in questo caso, infatti, protagonista è un gruppo di ragazzi che cerca di scoprire i misteri che hanno sconvolto la propria piccola cittadina. Ma i riferimenti non si limitano alla trama e coinvolgono ogni aspetto della serie, dalla colonna sonora alla fotografia. Se però Stranger Things, pur essendo vietata ai minori di 14 anni, si rivolge ad un pubblico più vasto e sceglie dei protagonisti molto giovani, Chosen decide di puntare su un target ben preciso – 15\18 anni – attraverso la scelta di personaggi potenzialmente simili al pubblico di riferimento. Allo stesso tempo, però, i protagonisti non hanno una caratterizzazione ben definita e risultano stereotipati. Emma (Malaika Mosendane) è una ragazzina di colore che non riesce ad ambientarsi, Marie (Andrea Heick Gadeberg) è omosessuale e crede di essere una vampira, venendo così presa di mira a scuola, Mads (Albert Rudbeck Lindhardt) è sulla sedia a rotelle e cerca il proprio posto nel mondo cercando di sventare un ipotetico complotto. Completano il gruppo Elvis (Mohamed Djeziri) – figlio di immigrati che hanno fatto fortuna grazie al Museo del Meteorite – e Frederik (Andreas Dittmer), bello e dannato ma fondamentalmente incompreso. Il cast – composto da giovani attori più o meno sconosciuti – cerca di calarsi all’interno dei personaggi ma, complice la scrittura dei ruoli, non riesce a creare delle performance credibili. E lo stesso vale per gli “adulti”, imbrigliati ugualmente in caratteri poco incisivi.
Anche le situazioni raccontate risultano terribilmente fan service: fra triangoli amorosi, crisi d’identità e voglia di riscatto vengono appiattite le differenze e le peculiarità dei singoli protagonisti, che diventano pedine di una trama che si muove indipendentemente dalla loro volontà.
Chosen – Prescelta: “la filosofia del pesce fritto”
La serie, nonostante le derive da teen drama, rimane ancorata al genere di riferimento, lo sci-fi. Il problema, però, è che la trama non ha una direzione univoca e si snoda su tre filoni ben distinti ma poco chiari. Da una parte c’è Emma, protagonista sola ed incompresa, che si allea con un uomo misterioso ed enigmatico. Dall’altra Mads, che finisce nella rete che lui stesso ha contribuito a smascherare. Al centro, un gruppo di sopravvissuti che fino al finale di stagione non si comprende “da che parte stiano.” Alieni, astronavi, guerre intergalattiche. Chi è il buono e chi il cattivo? Chi fa il doppio gioco? Molte – forse troppe – questioni rimangono in sospeso e la maggior parte dei comportamenti dei singoli personaggi non è chiaro. La storia si perde dietro le derive sentimentali e i conflitti fra i membri del gruppo, giungendo ad un finale che cerca, invano, di mettere ordine negli ultimi venti minuti del sesto episodio. Ed anche il titolo – che per tutta la serie è rimasto il più grande mistero – viene finalmente spiegato. La Prescelta sarà la protagonista di una seconda, inevitabile stagione.
Dalla sinossi e dagli accenni qui riportati, sembrerebbe quindi che la fantascienza sia il fulcro della narrazione e dell’intero progetto. In realtà non è altro che un mero pretesto. Nel quinto episodio Emma si ritrova a spiegare all’alieno con cui si è alleata il perché gli esseri umani friggano il cibo: “Perché avvolgere del cibo nel cibo?” –“Perché non a tutti piace il pesce, fritto è più buono”. “E perché mangiare qualcosa che non piace?” – “Perché una volta fritto, piace”. Questo banale scambio di battute racchiude il senso dell’intera serie: come rendere una serie sci-fi “appettibile” per un pubblico teen? Racchiudendola in una cornice da teen drama: sesso, conflitti irrisolti e problemi adolescenziali divengono il perno di una storia nella quale il genere viene usato come “contenitore” e, allo stesso tempo, come base solida su cui costruire l’intero impianto narrativo.
Il risultato, però, è una trama confusa e complessa, di cui è difficile parlare evitando spoiler ed anticipazioni. Esteticamente efficace – nonostante sia piena di riferimenti e citazioni – Chosen rimane una serie da binge watching per una serata senza troppe pretese. In attesa della seconda stagione, bisogna quindi accontentarsi delle poche risposte fornite.