Cobra Kai – Stagione 5: recensione della serie Netflix

Dal 9 settembre 2022 tornano le avventure marziali di Daniel LaRusso e Johnny Lawrence nella quinta stagione della serie Netflix.

Dal 28 agosto 2020, data di rilascio su Netflix della seconda stagione, ogniqualvolta viene resa nota l’uscita di un nuovo capitolo di Cobra Kai, la serie creata da Jon Hurwitz, Hayden Schlossberg e Josh Heald, sulla base dei personaggi creati da Robert Mark Kamen per la saga cinematografica di Karate Kid, la curiosità e l’attesa schizzano subito alle stelle, complice l’appeal che lo show  ha esercitato sin dal suo esordio nel 2018 su YouTube Premium, prima che la grande N ne acquisisse i diritti. Stavolta gli abbonati della piattaforma a stelle e strisce hanno dovuto aspettare meno del previsto per gustarsi i dieci nuovi episodi (da 35 minuti cadauno) della quinta stagione, uscita a soli nove mesi di distanza dalla quarta che risale al 31 dicembre del 2021. Ed è esattamente da dove ci eravamo lasciati quel giorno che riprende il racconto della new season, disponibile a partire dal 9 settembre 2022.

Cobra Kai - Stagione 5, recensione, Cinematographe.it

Di cose ne sono successe e altrettante ne accadranno anche nella quinta stagione di Cobra Kai, in una sequela di attacchi e difese su entrambi i fronti, dentro e fuori dal tatami

Cobra Kai - Stagione 5, recensione, Cinematographe.it

La quinta stagione riparte proprio dagli eventi immediatamente successivi alla controversa vittoria del Cobra Kai alla 51esima edizione del torneo di All Valley. Vittoria, questa, ottenuta con la complicità di un arbitro corrotto che ha portato alla chiusura del Miyagi-Do e del neonato Eagle Fang Karate, guidati rispettivamente da Daniel LaRusso e Johnny Lawrence, ma anche alla fuga di Miguel Diaz in Messico per cercare il padre biologico e all’arrivo a Encino da Okinawa di Chozen in soccorso di Daniel-San per cercare di fermare il piano di espansione territoriale e commerciale del dojo rivale. Cobra kai passato nel frattempo nelle perfide mani del redivivo Terry Silver che, dopo avere rivelato la sua natura da doppiogiochista, si è sbarazzato di John Kreese, finito in carcere a causa di una denuncia per aggressione ai danni di un allievo. Nei nuovi episodi si assiste dunque alla messa in atto del piano di espansione di Silver del marchio ben oltre i confini della Valley e alla controffensiva della nutrita fazione opposta capitanata dagli ex rivali LaRussa-Lawrence. Insomma di cose ne sono successe e altrettante ne accadranno anche stavolta, in una sequela di attacchi e difese su entrambi i fronti, dentro e fuori dal tatami, alcuni dei quali sotto la cintura, che condurranno gli spettatori verso l’immancabile gran finale di stagione. In tal senso c’è da registrare una chiusura con il botto, che cala apparentemente un sipario per aprirne un altro, che fa ben sperare sul proseguo della serie.

La stagione 5 parte in sordina e con il freno tirato, per poi tornare a spingere con più convinzione il piede sull’acceleratore dall’ottavo episodio

Cobra Kai - Stagione 5, recensione, Cinematographe.it

Cobra Kai 5 parte in sordina e con il freno tirato, per poi tornare a spingere con più convinzione il piede sull’acceleratore. Non sarà al momento dell’arrivo al traguardo l’esito di una corsa entusiasmante, ma dopo più di un giro a vuoto che coinvolgeranno metà degli episodi, il racconto inizierà finalmente a carburare e a macinare momenti efficaci e divertenti. La componente marziale, che nella serie così come nei film per il grande schermo è sempre stata qualitativamente altalenante e discontinua, trova nel tutti contro tutti finale e prima ancora nella mini competizione per aggiudicarsi un posto nel prestigioso torneo mondiale di karate del Sekai Taikai una discreta vetrina. Ma bisognerà attendere lo scoccare dell’ottavo episodio per iniziare a fare sul serio, dopo avere assistito alle classiche schermaglie tra nuove e vecchie guardie che sin dalla prima stagione caratterizzano lo show. Dissapori sportivi che si alternano come da ricetta ormai consolidata per il menù drammaturgico di Cobra Kai con le gioie e i drammi della vita di tutti i giorni.

New entry e volti noti della trilogia di Karate Kid tornano sullo schermo per dare una spinta in più alla quinta stagione della serie

Cobra Kai - Stagione 5, recensione, Cinematographe.it

Anche su questo fronte le novità non mancheranno sia in positivo che in negativo, così come non verrà meno l’inserimento di qualche new entry per aggiungere un po’ di pepe alla storia (su tutti l’abile sensei sudcoreana sensei Kim Da-Eun interpretata da Alicia Hannah-Kim) e l’immancabile ripescaggio di personaggi provenienti dalla trilogia, le cui apparizioni fanno parte di un modus operandi e del piano degli autori per cavalcare l’onda del revival e colpire al cuore gli estimatori di Karate Kid. Così dopo John Kreese, Terry Silver, Ali Mills, Kumiko e Chozen, tocca ad altre figure dell’universo della trilogia rivivere sullo schermo. Stavolta è stato il turno del ragazzo cattivo del karate Mike Barnes e dell’ex fiamma di Daniel, nonché migliore amica dell’attuale moglie, Jessica Andrews, rispondere all’appello. Entrambi i personaggi, ripescati da Karate Kid 3 – La sfida finale, qui interpretati nuovamente da Sean Kanan e Robyn Lively, non smuovono più di tanto le acque con le loro comparsate, ma fa comunque piacere e un certo effetto rivederli a distanza di così tanto tempo, vale a dire dal 1989, anno della realizzazione della pellicola di John G. Avildsen. Insomma qualche passetto in avanti rispetto alla poco entusiasmante quarta stagione di Cobra Kai si è fatto, con questa quinta che, dopo averci messo più ad avviare i motori a causa di più di una futile digressione narrativa, sembra avere gettato le basi per un possibile rilancio e speriamo anche per una salita più decisa dell’asticella. Incrociamo le dita.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.8

Tags: Netflix