Criminal Record: recensione della dramedy poliziesca Apple TV+

Un vecchio caso di omicidio in una Londra contemporanea scatena un effetto domino che sconvolgerà le vite dei protagonisti di Criminal Record, la nuova serie in 8 puntate Apple TV+ disponibile dal 10 gennaio con i primi due episodi, seguiti da nuove puntate settimanali. Protagonisti sono il premio Oscar Peter Capaldi (Doctor Who) e Cush Jumbo (The Good Wife, The Good Fight) nei panni di due detective in conflitto. La serie è creata da Paul Rutman e diretta da Jim Loach (Save Me Too, Oranges and Sunshine) e da Shaun James Grant (The Devil’s Hour).

Da una cabina telefonica in un sobborgo di Londra arriva una misteriosa chiamata alla polizia: una donna chiede aiuto, il suo ragazzo minaccia di ucciderla e nel terrore di quei momenti concitati dichiara alla centralinista una nuova verità su un vecchio caso di omicidio ormai chiuso. In ascolto c’è anche il sergente June Lenker che da quel momento in poi comincerà a indagare, a interrogarsi, a riaprire vecchie ferite incontrando lungo la sua strada ostacoli, minacce, pericoli e un muro di omertà, e scontrandosi con il gelido ispettore capo Daniel Hegarty che sembra nascondere qualcosa.

Criminal Record – Due volti della giustizia in conflitto

Una Londra periferica, pericolosa, oscura, lontana dall’accogliente e affascinante centro, fa da sfondo alle vicende narrate in Criminal Record, città in parte co-protagonista con la sua umanità disagiata, ferita, criminale. Come in ogni thriller che si rispetti troviamo un fiero detective pronto a tutto pur di fare giustizia, di assolvere al suo ruolo. Qui ha il volto del sergente June Lenker, una donna all’inizio della sua carriera, ligia al dovere, non il classico agente tormentato, problematico e solo, come spesso siamo abituati a vedere nelle serie e nei film di genere, ma una moglie e una madre premurosa che sa quello che vuole. E quello che vuole è ristabilire la verità su un caso che sembra infastidire Daniel Hegarty, un’indagine che aveva svolto lui stesso in passato. Hegarty è un detective anziano, duro, impassibile, che ha i suoi metodi per ristabilire l’ordine ma che in June troverà un’avversaria ostinata.

Il sergente Lenker si aggrappa in maniera ossessiva alla registrazione di quella chiamata al centralino della polizia, alla voce terrorizzata di quella donna che chiede aiuto, e poi alle voci, alle confessioni del vecchio caso che hanno portato forse all’arresto di un innocente. Un’indagine rompicapo ostacolata da elementi della polizia forse invischiati in qualcosa più grande di June, tanto da mettere in pericolo sé stessa e i suoi cari. Ogni tassello porta a nuovi interrogativi e impedimenti in un labirinto di indizi e di depistaggi.

Una tensione continua accompagna la visione di Criminal Record sostenuta dall’interpretazione appassionata e intesa di Cush Jumbo in contrasto a quella di sottrazione di Peter Capaldi in un faccia a faccia serrato con conseguenze anche crudeli.

Una serie di genere che si aggiunge ai tanti thriller di qualità che affollano le piattaforme streaming e che ha tutti gli elementi per soddisfare gli appassionati di indagini, crimini da risolvere e detective impavidi disposti a tutto per svelare la verità. E a svelarsi saranno anche le contraddizioni di un sistema di polizia spesso corrotto, questioni razziali che la realtà ci racconta ogni giorno e che Criminal Record mostra in tutta la sua crudezza.

Criminal Record: valutazione e conclusione

Una dramedy prodotta per Apple TV+ da Productions e STV Studios, Award Elaine Collins, Paul Rutman,  e dagli stessi protagonisti Capaldi e Jumbo, che non è solo puro intrattenimento per crime addicted ma una puntuale racconto della “sporca” vita di detective e poliziotti coinvolti loro malgrado e in modi diversi dal crimine che hanno il dovere di combattere e scovare, e che si portano anche a casa con tutte le conseguenze del caso, non essendo in grado di tracciare i confini e venendo risucchiati dal male contro cui lottano. Un male che ci viene raccontato in tutte le sue sfaccettature in una storia avvincente che racconta tanto della nostra società.

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