Dark Crystal: La resistenza – recensione della serie Netflix
Recensione di Dark Crystal: La resistenza (2019), la serie Netflix prequel dell'opera di Jim Henson del 1982, che rievoca le atmosfere del capostipite della saga attraverso una scrittura e che sposta il focus non tanto sulla morte e sulla paura, quanto sul rispetto degli altri e sul debellare la diffidenza sociale verso il "diverso".
A distanza di trentasette anni dal rilascio del capolavoro del 1982 di Jim Henson e Frank Oz, arriva su Netflix il 30 agosto 2019 la serie TV che funge da prequel agli eventi dell’epopea di Jen e Mira. Con Dark Crystal – La resistenza (2019), diretto da Louis Leterrier, torniamo tutti sul Pianeta Thra, riportando in scena i Gelfling, i Mistici e gli Skeksis con protagonisti Anya Taylor-Joy, Taron Egerton, e Nathalie Emmanuel.
Tratto dai romanzi Shadows of the Dark Crystal e Song of the Dark Crystal scritti da J. M. Lee, il progetto Dark Crystal: La resistenza era inizialmente concepito come un film sequel di Dark Crystal intitolato The Power of the Dark Crystal, il progetto rimase per decenni in uno stato di development hell. Fu durante questo impasse che venne in mente a Leterrier di girare un prequel invece di un sequel, data la ricchezza del materiale disponibile nelle note di Jim Henson e di Frank Oz su ciò che condusse agli eventi del primo film.
Leterrier inoltre, decise che la storia che aveva in mente sarebbe stata meglio realizzata nella forma di una serie televisiva anziché come lungometraggio, al fine così di approfondire al meglio le relazioni tra i personaggi e l’ambiente di Thra.
Dark Crystal: La resistenza – scopriamo il mondo di Thra grazie al video
La prima stagione de Dark Crystal: La resistenza porta in scena venti pupazzi principali e novanta secondari. A differenza della pellicola di Henson, l’evoluzione tecnologica ha permesso ai burattini Gelfling di poter essere manovrati soltanto da due burattinai invece di quattro, permettendo così più libertà di movimento. Inoltre, se le componenti di movimento dei Gelfling di Dark Crystal erano adoperate attraverso dei cavi, con Dark Crystal: La resistenza avviene da remoto con un Wiimote opportunamente modificato.
Dark Crystal: La resistenza – il prologo
Un altro mondo, un altro tempo, un’altra era: Thra.
Al centro di tutto il cristallo di vita, il cristallo di Thra in grado di connettere tutte le creature protetto da Aughra. Le creature più vicine al Cristallo, i “preferiti”, sono i Gelfling che chiamano Thra: Casa. I Gelfling sono divisi in sette clan di cui la mitologia di Dark Crystal: La resistenza ne racconta tre:
- Vapra: i coraggiosi della città montana di Ha’rar, i più colti, regali, che vegliano sui sette clan
- Stonewood: vivono nella Foresta Infinita, abili guerrieri
- Grottan: i miti che vivono sotto terra in armonia con il Pianeta Thra.
Per millenni Thra ha vissuto in equilibrio. Poi arrivarono nuovi esseri “non di Thra”, gli Skeksis che ammaliarono Aughra con leggende e miti dell’Universo, costruendole un planetario, così che lei stessa fosse in grado di scoprirli – volgendo così il suo occhio alle stelle, affidando così il Cristallo della Verità agli Skeksis.
Son passati un migliaio di Trine ma gli Skeksis continuano a proclamarsi signori di Thra, nell’alba di un nuovo giorno, per rubare la vita dal Cristallo che avevano promesso di proteggere, così da potersi rigenerare per ingannare la morte. L’oscurità sta per scendere. I Gelfling sono ignari dei crimini degli Skeksis, la Resistenza deve sorgere, una nuova era deve avere inizio.
Dark Crystal: recensione del film-cult di Jim Henson e Frank Oz
Dark Crystal: La resistenza – l’ambiente narrativo del Pianeta Thra
Dark Crystal: La resistenza rievoca fortemente il lungometraggio del 1982, a partire dallo sviluppo narrativo e dalla presenza scenica di un personaggio in particolare, la Mira di Alicia Vikander, una Gelfling volante omonima della co-protagonista del lungometraggio del 1982 – di cui è l’esatta copia a livello fisico – la cui presenza a semplice cammeo nella prima puntata diventa non solo l’anello di congiunzione tra i due prodotti audiovisivi a cavallo di trentasette anni, ma diventa essenziale nel configurare il turning point alla base della narrazione. Sino al prologo che con un un mix di voce narrante e digressioni temporali, permette di approfondire il contesto narrativo alla base di Dark Crystal: La resistenza.
Dark Crystal: La resistenza ci fa immergere da subito nell’ambiente di Thra, non solo a livello morfologico mostrandoci luoghi come le Caverne di Grot, il Deserto di Cristallo, il Circolo dei Soli, o la città montana di Ha’rar – per una scenografia accattivante e curata – ma anche approfondendo la razza estinta dei Gelfling che in Dark Crystal avevano un peso specifico non indifferente per il proseguo della narrazione e degli Skeksis – il cui background era appena accennato nel lungometraggio del 1982. Sino alle usanze, come la Decima, che gli Skeksis riscuotono dai Gelfling del reame di All-Maudra, o la connessione tra Gelfling nello spazio dei sogni.
Non mancano ovviamente animali buffi e colorati, come gli Sputa-seta/Arathim (variante hensoniana dei ragni), le Luci-falene, i Gobbles, i Fizzgig, i Nurloc e gli Ippotrampoli; e ancora la razza dei Podling, i Dousan e i Mistici – colonna portante di Dark Crystal, qui quasi del tutto marginali sul piano della narrazione, ma comunque preziosi nel delineare la background story dell’ambiente narrativo. Il conflitto alla base di Dark Crystal: La resistenza infatti, si concentra tutto sul rapporto tra Skeksis e Gelfling.
Dark Crystal: La resistenza – il cammino dell’eroe dei tre Gelfling “prescelti”
Il punto di vista della narrazione ci è dato da tre Gelfling, ognuno appartenente a un clan diverso, che loro malgrado guideranno la resistenza. Da Brea (interpretata da Anya Taylor-Joy), principessa figlia della prima All-Maudra (interpretata da Helena Bonham Carter) spinta dalla voglia di conoscenza e di apprendere quanto più possibile sugli Skeksis e osteggiata dalla sorella Seladon (interpretata da Gugu Mbatha-Raw); da Rian (interpretato da Taron Egerton) figlio del comandante dei Stonewood mosso dalla ricerca dell’approvazione paterna e dal sacrificio della sopracitata Mira; e infine da Deet (interpretata da Nathalie Emmanuel), una Grottan, che per prima realizzerà la minaccia incombente del Cristallo corrotto, divenuto Nero.
Configurando così una narrazione sulla base di una struttura che – in Dark Crystal: La resistenza – viene declinata nella forma del cammino dell’eroe mediante gli archi narrativi dei tre protagonisti. Archi che se fino al mid-season procedono spediti, paralleli, riuscendo appena a sfiorarsi; dal mid-season in poi andranno a intrecciarsi, alzando così la posta in gioco nella risoluzione del conflitto mediante l’investitura del ruolo sociale-narrativo di “prescelti di Aughra”.
In dieci puntate lo sviluppo della narrazione permetterà l’evoluzione dei tre protagonisti in scena grazie a una regia e a un montaggio che conferiscono a Dark Crystal: La resistenza un ritmo compassato con cui lasciarci guidare in un viaggio indimenticabile.
Dark Crystal: La resistenza – ecco l’anteprima dal Comic-Con 2019
Di contro abbiamo l’arco narrativo dei villain – gli Skeksis – più delineato nella forma del cast corale concentrandosi principalmente sui personaggi di Scienziato (interpretato da Mark Hamill), Ciambellano (interpretato da Simon Pegg), il Maestro Rituale (interpretato da Keegan-Michael Kay) e l’Imperatore (interpretato da Jason Isaacs) – che vedono nei Gelfling, i prediletti del Cristallo di Vita, l’opportunità per far assorbire energia al Cristallo Nero.
Dark Crystal: La resistenza, un sottotesto sociale maturo ed educativo
La pellicola di Jim Henson del 1982 muoveva verso una sagace e suggestiva riflessione sul ruolo della morte, della rinascita, e dell’unione di anima e corpo in linea con la visione di Henson della paura, come essenziale e basilare nella vita di un bambino. Dark Crystal: La resistenza invece, pur costeggiando il ruolo della morte nella vita di ognuno, muove principalmente verso tematiche più sociali mantenendo però dei toni forti, molto maturi.
La scelta di ampliare l’ambiente narrativo attraverso i clan, le tribù dei Gelfling e le altre etnie appartenenti al mondo di Thra, permette di riflettere sui pregiudizi razziali che vengono creati giornalmente. Come i Grottan definiti sporchi, puzzolenti che “vivono a testa in giù”.
Delineando così una riflessione audace, importante, educativa, sul rispetto dell’altro, del “diverso” – andando così oltre i banali e superficiali pregiudizi. Per un prodotto audiovisivo destinato non soltanto ai nostalgici trenta-quarantenni di oggi, cresciuti con Dark Crystal del 1982, ma anche e soprattutto per i bambini e pre-adolescenti.
Dark Crystal: La resistenza – una gemma del catalogo Netflix, un autentico capolavoro d’animazione
Il mondo di Thra e la sua affascinante scenografia, gli ancora più spietati Skeksis, i Mistici e i Gelfling finalmente approfonditi e presentatici sotto una nuova forma; e una scrittura capace di veicolare tematiche inerenti al retaggio, ai valori familiari, nonché sul rispetto verso l’altro e sul debellare la diffidenza e i pregiudizi sociali tra differenti etnie.
Tutti elementi così assemblati che uniti alla coerenza narrativa di fondo con l’opera di Jim Henson del 1982, conferiscono a Dark Crystal: La resistenza un’aura di autentico capolavoro per un ritorno nel mondo dell’intrattenimento lungo trentasette anni ancora più appagante – un prodotto seriale imperdibile per tutti gli amanti del genere fantasy.