Deutschland 86: recensione dei primi episodi della serie tv
La recensione dei primi episodi di Deutschland 86, al serie tv tedesca sulla Guerra Fredda in onda su Sky Atlantic, con Jonas Nay protagonista.
Martin Rauch è tornato e gli intrighi della Guerra Fredda tra Germania Ovest ed Est pure. Deutschland 86 è il seguito di Deutschland 83, la serie televisiva in co-produzione tra Germania e Stati Uniti ambientata in Germania, che racconta il periodo di massima tensione raggiunto negli anni Ottanta tra Unione Sovietica e Stati Uniti, che ha portato successivamente alla caduta dell’URSS e del muro di Berlino. Tutto ciò viene però visto dalla prospettiva delle due Germanie ed in particolare attraverso il personaggio di Martin Rauch (interpretato da Jonas Nay), un ventiquattrenne della Germania Est, che da sergente maggiore delle truppe di Frontiera viene catapultato nell’altro lato della Germania per diventare una spia.
Il percorso che ha portato Martin a spiare i piani di guerra degli Stati Uniti contro l’Unione Sovietica e la Germania Est lo ha costretto alla fuga alla fine di Deutschland 83. Martin era inizialmente un giovane soldato inesperto ed incapace di comprendere quanto fosse alta la posta in gioco, che desiderava esclusivamente assistere la madre malata e continuare a trascorrere del tempo con la propria ragazza. Ma tutto è cambiato repentinamente, e lo ha catapultato prima dall’altra parte della Germania, ed ora dall’altro lato del Mondo.
Deutschland 86 – Martin Rauch tornerà ad essere l’ago della bilancia della Guerra Fredda
Sì, perché all’inizio di Deutschland 86 Martin Rauch è segregato in Angola, tenuto nascosto dalle DDR della Germania Est. Ma il suo lavoro è ancora richiesto e la zia Lenora (interpretata da Maria Schrader) va fino in Angola per recuperarlo. La Germania Est si trova in un fortissimo stato di crisi economica e le DDR sono disposte a tutto pur di riuscire a guadagnare denaro. Per questo motivo la Germania dell’Est si è segretamente inserita all’interno della questione dell’Apartheid in Sud Africa. L’obiettivo è quello di vendere armi, e guadagnare più denaro possibile per mantenere in vita la nazione. Ma inserirsi all’interno di traffici illegali, senza rischiare di perdere tutto è davvero difficile. E la strada che porterà Lenora e Martin al successo della missione, e verso salvezza, sarà davvero intricata.
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Comincia così Deutschland 86, serie televisiva tedesca distribuita da Amazon Video e trasmessa in Italia da Sky Atlantic, che va a inserirsi all’interno di una tradizione abbastanza corposa ed importante nella storia del genere spy. Da James Bond a The Americans i titoli che hanno portato al successo le storie di spionaggio, sia sul grande che sul piccolo schermo, sono tante. Ciò che però rende interessante Deutschland è la presenza di diversi fattori di originalità: innanzitutto la Guerra Fredda dal punto di vista della Germania non si è vista spesso trasposta sullo schermo in produzioni internazionali, considerando che l’industria americana ha solitamente, per forza di cose, concentrato la propria attenzione sugli Stati Uniti. Inoltre l’attenzione focalizzata su un protagonista giovane, all’interno di uno spy-drama, non è così usuale.
Tanto per chiamare nuovamente in causa sia James Bond che The Americans c’è da considerare che in entrambi i casi i protagonisti sono personaggi adulti (l’Agente 007 è una spia navigata, mentre in The Americans i protagonisti sono una coppia di spie anch’esse mature). L’aspetto particolare di Deutschland è che il protagonista, interpretato da Jonas Nay, è un ventenne catapultato all’improvviso all’interno di situazioni decisamente più grandi di lui.
Deutschland 86 – vantaggi e svantaggi di un Martin Rauch (Jonas Nay) a metà tra Marty Mcfly e James Bond
Questo aspetto innovativo è allo stesso tempo un vantaggio eduno svantaggio per la serie: mentre in Deutschland 83 avevamo un Martin Rauch inesperto, capace di creare danni in grado di mettere a rischio la sicurezza internazionale, in Deutschland 86 abbiamo a che fare con un protagonista più maturo, che conosce bene i rischi di certe situazioni, ma che mantiene ancora una sorta d’ingenuità di fondo, che a volte non è del tutto convincente.
Jonas Nay funziona nella sua parte, ma c’è la sensazione che gli sia stato scritto un personaggio che a volte esce un po’ fuori dal contesto. Mentre in Deutschland 83 l’incoscienza di Martin lo faceva sembrare una sorta di Marty McFly alle prese con la Guerra Fredda, il protagonista di Deutschland 86 è un personaggio più esperto, che continua a commettere (volontariamente o meno) errori, ma che in certi momenti sembra essere pervaso da una sorta di eroismo e senso di giustizia che, considerando il contesto storico sociale nel quale è inserito, non infonde un gran realismo. Infatti il Martin Rauch dei primi due episodi di Deutschland 86 sembra a volte essere uscito da una pellicola della Marvel.
Perfetta invece nel suo ruolo di cinica burattinaia è Maria Schrader, la quale interpreta una Lorena Rauch che in questa seconda stagione sembra essere ancora più centrale. Interessanti anche i personaggi secondari, dotati di sfaccettature e dettagli capaci di farli distinguere e ricordare nonostante il breve minutaggio. Ad esempio il Walter Schweppenstette, interpretato da Sylvester Groth, è l’emblema di una Germania Est in decadenza, che sente ormai di essere sempre più attratta dal mondo Occidentale (la scena nella quale si siede davanti alla tv per gustarsi il telefilm Love Boat è l’emblema di tutto ciò).
La regia di Florian Cossen è simile a quella di altri telefilm sviluppati per focalizzarsi su una storia fortemente realistica, e che ha di base un contesto politico. Sotto questo punto di vista infatti la regia di Deutschland ricorda quella di House of Cards, anche se la fotografia è molto più fredda, tanto da far apparire gelide persino le scene ambientate nel caldo Sud Africa.
I primi episodi di Deutschland 86 intrigano quindi ma non colpiscono nel segno, così come invece aveva fatto la prima stagione. Gli ideatori Anna Winger e Jörg Winger hanno probabilmente in mente un percorso che potrebbe portare i protagonisti fino alla caduta del muro di Berlino (o almeno questo sarebbe il margine storico consentito per lo sviluppo della serie), ma devono gestire con attenzione l’evoluzione emotiva del protagonista. Il Martin Rauch di Deutschland 83 è infatti un giovane inesperto che ricalca tante figure giovanili già viste sul grande e piccolo schermo (il paragone con Marty McFly sotto certi punti di vista calza a pennello), ma in Deutschland 86 è una figura evoluta, che ha le sembianze di una vera e propria spia, ma con ancora gli ideali e la mentalità di un ragazzo che ha sempre vissuto al di fuori di certi contesti.
Il bilanciamento tra queste due anime di Martin porterà al successo, o meno, di Deutschland 86 che, comunque, continua ad essere una serie televisiva degna d’interesse.