Dexter: Original Sin – recensione della serie TV prequel, su Paramount+

Un Christian Slater in stato di grazia nel prequel di Dexter, che ci fa trovare il protagonista come stagista di medicina legale.

Dal 13 dicembre 2024 sbarca su Paramount+ il primo episodio di Dexter: Original Sin, la serie tv statunitense composta in totale da dieci puntate, creata da Clyde Phillips. Il nuovo capitolo dedicato al celebre psicopatico di Miami – prequel di Dexter – che va quindi ad aggiungersi alla serie classica, al suo seguito Dexter: New Blood e all’annunciato nuovo sequel Dexter: Resurrection che dovrebbe essere disponibile per la prossima estate. Per ora, mentre Dexter “vive e ammazza gente in mezzo a noi”, i fan devono accontentarsi della storia antecedente che ci fa trovare giustamente il Dexter originale (Michael C. Hall) come voce del discorso introspettivo di un giovane protagonista interpretato invece da Patrick Gibson. Tutto il cast dello show è ottimo, capitanato da un ispiratissimo Christian Slater nel ruolo di Harry Morgan, con Molly Brown, Christina Milian e James Martinez.

Dexter: Original Sin – Nel nuovo capitolo lo psicopatico Dexter è uno stagista di medicina legale

Dexter: Original Sin; cinematographe.it
Patrick Gibson as Dexter Morgan in Dexter: Original Sin, streaming on Paramount+, 2024. Photo Credit: Myrna Suarez/Paramount+ with Showtime

Il pilot avvia la storia proprio dove termina Dexter: New Blood. Si torna a Miami, nel 1991. Il protagonista è uno studente dell’Università e il suo disturbo schizoide di personalità, con le sue ossessioni e gli impulsi sanguinari non possono più essere tenuti all’oscuro. Intanto suo padre adottivo, Harry Morgan (interpretato da Christian Slater) tenta ogni strategia per frenarlo, per impedire soprattutto che Dexter uccida altre persone, anche se a un certo punto – quando comprende che tutti i tentativi fatti sono stati inefficaci – impone una specie di codice: cioè uccidere solo quelli che meritano di essere eliminati dalla società, senza entrare nel radar della polizia. Quando Dexter inizia a fare lo stagista di medicina legale nel Dipartimento di Polizia di Miami, le cose si complicano.

Un Christian Slater in stato di grazia nel prequel di Dexter, che non ha molto da offrirci a parte il cast stellare

Lo spettacolo si pregia di alcune scene particolarmente riuscite come quella che descrive il primo omicidio del protagonista, attraverso il montaggio con la partita di volley di Debra e alcune battute di dialogo apprezzabili, soprattutto in lingua originale, ma in generale tutto il prequel si lascia guardare per la scelta di attori di primo piano. Patrick Gibson ad esempio è perfetto nel ruolo di un antisociale Dexter, Molly Brown è una credibile teenager e Patrick Dempsey che alle volte sembra uscito direttamente da una saga di film d’azione. Indubbiamente il personaggio più brillante è l’Harry Morgan plasmato da Christian Slater. Centrale, angosciato e sempre più determinato, tiene in piedi la narrazione e affascina il pubblico mentre l’atmosfera nostalgica incombe minacciosa. I fan apprezzeranno i personaggi nelle loro versioni più giovani, la scelta dei brani e la cura dei costumi di scena ma i tanti movimenti di camera, rumorosi e tormentati nelle scene non lineari, disturberanno molti critici.

Dexter: Original Sin – valutazione e conclusione

Troppa discontinuità finisce per essere un problema, insieme alle continue variazioni di ritmo e di clima, in un prodotto che non ha molto da offrici. La sceneggiatura ci delude: dopo il delitto inziale cosa ci viene raccontato? Solo il cast magnetizza e assicura svago, mentre la musica prova a seguire i ritmi confusi della narrazione. Abbiamo sempre la sensazione che manchi qualcosa: probabilmente mordente, approfondimento e ritmo appropriato, perché lo spettacolo fatica a difendere la propria esistenza, al di là di un fiacco e semplice “regalino” fatto agli affezionati.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

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