Di4ri: recensione della prima serie TV italiana Netflix per ragazzi
Otto ragazzi, le loro storie, le paure, i sogni, le fragilità e le qualità; racconta questo Di4ri, la prima serie TV italiana per ragazzi, targata Netflix, serie, diretta da Alessandro Celli e prodotta da Stand By Me, che debutta con i suoi 15 episodi il 18 maggio 2022 nel nostro paese e dal 26 luglio 2022 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Pietro (Andrea Arru), Livia (Flavia Leone), Isabel (Sofia Nicolini), Daniele (Biagio Venditti), Monica (Federica Franzellitti), Giulio (Liam Nicolosi), Mirko (Pietro Sparvoli) e Arianna (Francesca La Cava) sono i protagonisti di questa storia, quella di un gruppo di compagni di classe di seconda media, la 2^ D di Marina Piccola – un paesino su un’isola italiana -, e hanno i problemi di tutti i ragazzi della loro età: gioie, dolori, senso di smarrimento quando si fallisce e felicità ingestibile quando si vince. Insomma sono ragazzi come tanti, con storie in cui ciascuno si può immedesimare. La chiusura della scuola e il trasferimento in un’altra sede a Marina Grande, una sfida di pallacanestro con un’altra classe sono motivi grazie ai quali i ragazzi inizieranno a parlarsi, scoprirsi, imparando che proprio grazie ai compagni, anche a quelli più impensabili, si può crescere e scopriranno che quella classe è una famiglia che molte volte ti capisce più di quella con cui vivi.
Di4ri: una serie corale e intima
“Fuori da questa camera sono tutti pronti a giudicarmi mentre qui dentro posso fare quello che voglio”
Dice queste parole Livia e chi non si è sentito almeno una volta così da giovane, incompreso, frainteso, messo all’angolo tra le aspettative dei grandi, le etichette imposte dalla società e ciò che si dovrebbe fare per piacere agli altri. Si è sé stessi, in pace davvero, solo con pochissime persone, con gli amici del cuore, ma soprattutto quando si è soli, nella propria stanza, nel proprio piccolo mondo, con gli auricolari nelle orecchie; Di4ri, un coming of age delicato e tenero, ci fa un regalo, non entra unicamente in quelle camere ma anche fa parlare i ragazzi proprio con lo spettatore, rompendo la quarta parete, proprio quella parete difficile da scalfire. I loro pensieri individuali diventano fondamentali per capire ciascuno di loro ma anche un’intera generazione e le vite di Pietro, Livia, Isabel, Daniele, Monica, Giulio, Mirko e Arianna si intrecciano le une alle altre creando un racconto corale in grado di restituire le diverse sfaccettature di quella età, bellissima e “mostruosa” insieme, che è la preadolescenza. A poco a poco lo spettatore comprende il bisogno di Livia di essere perfetta, la sicurezza di Pietro che nasconde un vuoto, in famiglia tutto è sempre molto difficile a causa dei tanti litigi dei genitori, la necessità di Giulio di essere il buffone della classe, quello che non vuole studiare, niente però è così semplice, la voglia di Monica di non essere solo la secchiona, il segreto del timido e introverso Mirko che riesce a raccontarsi con la musica scrivendo canzoni e ascoltando quelle degli altri e quello del saggio Daniele che scopre i suoi sentimenti e l’amore in maniera naturale. Ancora poi si intuisce quanto sia importante per Isabel crescere, velocemente, anche a costo di bruciare le tappe perché si sa la preadolescenza è un’assurda terra di mezzo in cui non si è né piccoli, né grandi, e infine Arianna che sembra snob, forte della sua bellezza, eppure anche lei ha bisogno degli altri e di non sentirsi più tanto sola. Di episodio in episodio ci si sente partecipi di un piccolo mondo, leggendo un diario di cui ogni volta c’è un protagonista nuovo che porta sé stesso, il suo universo, il suo punto di vista: Di4ri è una serie corale e intima che accarezza, diverte, commuove e fa sorridere.
Quando l’amicizia può salvare
“Meno male che ci sono gli amici”
Il punto di forza della serie sono le tematiche affrontate e il tono e la sensibilità con cui i giovani attori interpretano i loro personaggi. I primi amori, i primi baci, il coming out, i matrimoni in crisi dei genitori che passano più tempo a litigare che a prendersi cura dei figli, le aspettative degli adulti, i pomeriggi pieni di impegni e programmi, la dislessia di cui ci si vergogna e di cui si parla poco, l’ansia di crescere, la solitudine e l’accettazione del proprio corpo e di ciò che si è, sono questi solo alcuni argomenti che si toccano e ciascuno di essi diventa materia di dialogo tra i compagni di classe. Si impara qualcosa di fondamentale: l’esistenza dell’altro, l’amico che rende tutto più facile, più sopportabile; le parole di chi siede accanto in classe, che fa aprire lo sguardo e fa dire: non sono solo proprio nell’età in cui l’individualismo e l’egocentrismo spesso sono strabordanti. L’amicizia è la parentesi graffa che contiene ogni altra cosa, situazione, gesto, un rapporto che si evolve sia tra chi già c’era ma anche tra quelli che prima non si sopportavano. Giulio e Pietro ad esempio, amici fin dall’asilo imparano a capirsi ancora di più, nonostante i piccoli o grandi scontri, Isabel e Monica capiranno che anche se si cresce, anche se si cambia non ci si vuole meno bene, semplicemente l’amore che lega le persone si modifica e cambia con esse. Ci sono anche quelle amicizie che si scoprono nel momento del bisogno, quando ci si vergona chiusi nel bagno e proprio chi snobbavi si fa volto amorevole pronto ad aiutare.
Piccoli problemi di cuore
L’amore. Quanto è difficile capire quando è il momento, capire chi e cosa ti piace, quanto è impossibile quasi amare sé stessi in quell’età in cui tutto sembra sbagliato. Di4ri parla anche di questo, dei primi palpiti del cuore, di quanto sia naturale amare, e di quanto sia naturale il coming out. In tutti i casi la serie con delicatezza entra anche in questo tema mostrando quanto in realtà anche alle medie si è grandi in rapporto alla propria età e alle scelte che si devono compiere; con le emozioni iniziano a dialogare tutti questi ragazzi e a capire grazie a tale dialogo molto più di sé. Il coming out diventa uno dei temi di puntata in cui è chiaro come il racconto di questa tappa sia cambiato, facendosi passaggio molto più naturale, come è inevitabile in una società civile e moderna,.
I sentimenti si declinano nel modo più semplice possibile: un sorriso, un goffo complimento, un pensiero su un noi e non più su un io; alle volte questi ragazzi sbagliano gesti e parole, inciampano ma sanno chiedere scusa, si comportano male, sono egoisti e gelosi o dall’altra parte sono talmente disponibili da essere fin troppo perfetti.
Di4ri: quando le piccole e grandi guerre, sportive e non, uniscono… ma può servire anche la musica
Raccontando la propria individualità, crescendo, cresce e si racconta anche l’identità di un gruppo che prima era inesistente e che lentamente prende forma. Non servono più quelle etichette stanche e inutili che non rappresentano nessuno, dietro cui gli otto protagonisti erano imbrigliati, c’è tutto un mondo da scoprire. Ad unirli è uno scopo comune, la voglia di rimanere in quella scuola, a Marina Piccola, la partita di pallacanestro, una gita. Il trasferimento e la divisione della classe smuove i ragazzi che non vogliono accettare un cambiamento a cui non erano stati preparati; quanto più la classe si unisce tanto più diventa impossibile accettare l'”ingerenza” da parte degli adulti: non possono scegliere loro dove i ragazzi frequenteranno l’ultimo anno di medie. Diventa una “guerra” comune: la 2^D vuole rimanere a Marina Piccola.
Anche lo sport serve per allearsi: Pietro, Giulio, Isabel, Daniele e un altro compagno di classe creano una squadra, simbolo della 2^ D per dare una lezione a Damiano, il bullo della 3^. Allenamento dopo allenamento, di partita in partita, prende corpo non solo la squadra che vede in Isabel la punta di diamante, ma una vera e propria famiglia, ciascuno è fondamentale e ciascuno si immola per far vincere il gruppo. C’è anche Livia che fa triathlon e, nonostante si tratti di uno sport individuale, in pista c’è l’intera, o meglio una parte della classe, che fa un tifo da stadio per sostenere la compagna.
Altro elemento fondamentale che aiuta a esprimersi e a aggregarsi è la musica. Non è un caso se Tancredi, cantante molto amato dai giovanissimi, lavora alla colonna sonora ed è presente in due episodi. La musica è ad esempio modo attraverso cui il timidissimo Mirko si racconta agli altri, solo Daniele sa che Mirko scrive delle canzoni e che è bravo, e questo vuol dire che tra i due c’è un’amicizia leale e sincera, quando si dicono i segreti vuol dire che ci si fida.
Di4ri: un primo passo utile a raccontare una parte di giovanissimi dimenticati dalle narrazioni
Di4ri è una serie che mira a parlare ai giovanissimi, aprendo ad un pubblico a cui solitamente poco si pensa e che si racconta poco in Italia, dialogando proprio con quei ragazzini che alle medie ora ci stanno andando. Il delizioso cast si fa amare e si fa amare anche il tenero bidello Paolo, interpretato da Fortunato Cerlino, filo di congiunzione tra due mondi, quello dei grandi e quello dei piccoli, che non comunicano. Non sempre Di4ri sembra essere a fuoco, e a tratti pecca di qualche ingenuità ma guardando la serie si ha proprio la sensazione di ritrovarsi sui banchi, con i problemi della preadolescenza e ci si sente, retroattivamente, meno soli.
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