Dirty John: recensione della serie tv Netflix
Una serie incentrata su una relazione torbida e un personaggio ambivalente, che parte da una buono spunto di base, con una realizzazione insufficiente e inadeguata.
Dirty John è una serie true crime statunitense di genere drammatico scritta e ideata da Alexandra Cunningham, che ne è anche produttrice esecutiva, e basata sull’omonimo podcast di Christopher Goffard per il Los Angeles Times, con protagonisti Connie Britton, Eric Bana, Juno Temple e Julia Garner. La prima stagione è composta da 8 episodi, andati in onda sul canale statunitense Bravo, e disponibili dal 14 febbraio 2019 sulla piattaforma Netflix.
Dirty John si ispira a fatti realmente accaduti raccontando una storia d’amore torbida, tra inganni e violenze
La serie si ispira a fatti realmente accaduti mischiandoli con avvenimenti di pura fantasia, mantenendo però un impianto aderente in maniera verosimile alla realtà. Racconta la vicenda di Debra Newell, una donna di mezza età con alle spalle quattro matrimoni falliti, alla ricerca di una nuova relazione che possa ridarle nuovo slancio. Finirà però suo malgrado vittima di John Meehan, un uomo che si dimostrerà molto diverso rispetto alle apparenze iniziali, conducendola in una spirale fatta di bugie, raggiri e violenze.
Debra è una donna realizzata e in carriera, con una vita agiata, tre figli, una bella casa e un sostanzioso conto in banca. La sua vita sentimentale però non funziona come vorrebbe, fino al momento in cui tramite un’app per incontri trova John, che col suo fascino e il suo modo di fare premuroso la conquista dal primo appuntamento. Col trascorrere del tempo, ammonita anche dalla figlia da subito sospettosa, scoprirà che quello che le pareva il paradiso in realtà è un incubo senza via d’uscita, scoprendo il carattere irascibile e possessivo dell’uomo e soprattutto iniziando a comporre i tasselli del puzzle del suo passato inquietante, svelandone passo dopo passo la vera identità.
Dirty John si basa su alcuni spunti di partenza buoni, ma presenta una realizzazione superficiale e insufficiente
Gli spunti di partenza di Dirty John sono validi e pongono le basi per una riflessione sull’amore, la gelosia, i rapporti familiari , il ruolo della tecnologia nelle relazioni e la capacità di capire chi si ha realmente di fronte. Purtroppo però la serie ha una realizzazione e una messa in scena superficiali e approssimative, non riuscendo a coinvolgere in maniera adeguata, senza offrire i sufficienti approfondimenti introspettivi e psicologici e senza dare un chiarimento necessario a vari passaggi della narrazione. Molti avvenimenti risultano scontati e prevedibili, costruiti in maniera apparentemente frettolosa, con scene talvolta parzialmente fuori luogo e un intreccio che fatica a trovare un’armonia completa. Con l’avanzare degli episodi si potrebbe creare una forma di coinvolgimento e curiosità per l’esito della vicenda, ma troppi sono gli stereotipi utilizzati e gli elementi stucchevoli che fanno scivolare la serie verso toni da soap opera televisiva.
Dirty John è sorretta da buone interpretazioni, ma delude nell’intreccio narrativo e nel comparto tecnico
I vari registri che compongono la narrazione non si amalgamano a dovere, così come i flashback e i passaggi temporali presentati non sono realizzati in una maniera scorrevole e con il necessario approfondimento. Restano in superficie gli aspetti caratteriali dei protagonisti e manca un’analisi adeguata delle loro azioni e dei loro pensieri, così come gli elementi di riflessione presenti vengono inseriti in un calderone complessivo senza dargli lo spessore necessario.
La regia è prettamente televisiva, sostanzialmente piatta e poco efficace, mentre la colonna sonora risulta ingombrante ed eccessivamente enfatizzata in alcuni passaggi non riuscendo ad accompagnare l’azione ma distorcendola a tratti.
Complessivamente buone invece le prove attoriali dei protagonisti, con entrambi gli attori principali calati nelle parti e capaci di rendere in maniera adeguata gli aspetti caratteriali dei loro personaggi e le loro psicologie nonostante i limiti della sceneggiatura. Meno convincenti gli attori di contorno che offrono delle interpretazioni non particolarmente significative.
Dirty John delude complessivamente per il buon potenziale non sfruttato adeguatamente
In definitiva Dirty John si caratterizza come una serie con un buon potenziale di partenza, basata su una storia vera e su temi d’interesse generale, ma sviluppata in maniera insufficiente e inadeguata, eccessivamente stereotipata e superficiale nella trattazione delle vicende e dell’introspezione dell’interiorità dei suoi protagonisti. Una buona occasione sprecata.