Django: recensione della serie TV western diretta da Francesca Comencini
La serie Sky omaggia i classici western ma scardina molti stilemi del genere mettendo al centro della storia personaggi femminili forti e passionali
Omaggio al cult western di Sergio Corbucci, Django è la serie TV Sky e Canal+ diretta da Francesca Comencini (Gomorra – La Serie), anche direttrice artistica del progetto, e scritta da Leonardo Fasoli (Gomorra – La Serie, ZeroZeroZero) e Maddalena Ravagli (Gomorra – La Serie). Nei panni dell’iconico personaggio Matthias Schoenaerts accanto a Nicholas Pinnock, Lisa Vicari, Noomi Rapace, Jyuddah Jaymes, Benny O. Arthur, Eric Kole, Tom Austen e Camille Dugay. Nel cast anche Manuel Agnelli, Vinicio Marchioni, Thomas Trabacchi e Franco Nero, il “primo” e indimenticabile Django. I primi quattro episodi sono diretti dalla Comencini, mentre i seguenti da David Evans (Downton Abbey) e da Enrico Maria Artale (Romulus). Completano il team di scrittura Francesco Cenni, Michele Pellegrini, Max Hurwitz. La serie è in onda dal 17 febbraio su Sky e in streaming su NOW, tutti i venerdì in prima serata con due nuovi episodi.
Texas, fine 1800. Django raggiunge New Babylon, una città libera, fondata sul fondo di un cratere. Cerca gli uomini che hanno assassinato la sua famiglia, ma scopre che sua figlia Sarah (Vicari) è sopravvissuta e sta per sposare John Ellis (Pinnock), fondatore di New Babylon, e non vuole avere niente a che fare con suo padre, che considera responsabile della morte dei suoi cari. Ma Django non vuole rinunciare a sua figlia e decide di diventare un alleato prezioso per Ellis mentre si trovano a difendere New Babylon contro la potente Signora di Elmdale, Elizabeth Thurman (Rapace), impegnata in una personale missione il cui scopo è quello di liberarsi di questa comunità di ladri e peccatori.
Django – Le donne si prendono la scena nella serie TV Sky
Un western che scardina i classici stilemi del genere che vede in Italia tra i maggiori rappresentanti Sergio Leone e Corbucci, il “padre” di Django. Il Django di Francesca Comencini è un uomo profondamente ferito da un passato doloroso che cerca una redenzione e il perdono per i suoi errori dalla figlia Sarah, il vero “cuore” di questa serie, padrona del suo destino e capace di svoltare con la sua forza e intelligenza anche le sorti di New Babylon dopo la scoperta di una fonte di petrolio nei terreni appartenenti a lei e al marito. Una scoperta che scatenerà l’ira di Elizabeth, la superba villain di questa serie, una Noomi Rapace straordinaria, che pur lavorando di sottrazione si prende la scena a mani basse, spietata con i peccatori di New Babylon, ossessionata dalla purezza e dal timore di Dio, ma tormentata da desideri contrastanti. In Django così le donne diventano protagoniste di una storia di potere, vendetta, passioni irrefrenabili nell’America “sporca” della frontiera. Una storia fatta anche di legami di sangue profondi ma conflittuali, famiglie che nella nostra società definiamo disfunzionali che qui si trovano a puntarsi le pistole contro, ad amarsi con rabbia, a tradirsi.
Django – Omaggio ai classici western
Gli sceneggiatori costruiscono dei personaggi tormentati, contraddittori e passionali che vengono esaltati dalla regia di Francesca Comencini che con grande maestria dirige una storia che si divide tra momenti intimisti, in cui la camera si sofferma sui primi piani degli attori, sporchi di fango, emaciati, che con un solo sguardo sono capaci di esprimere le conseguenze di una vita fatta di violenza, privazione, continuamente in guardia dai nemici e dalla povertà, e le scene d’azione, duelli, sparatorie, salvataggi fortuiti: due aspetti che omaggiano i western classici, e non si poteva fare altrimenti per un genere che continua ad appassionare, ad essere citato, a ispirare e a far sognare.