Doctor Who: The Giggle – recensione del terzo episodio speciale
Doctor Who: The Giggle è l'inizio di una nuova, rocambolesca avventura: l'ultimo dei tre episodi speciali è il perfetto passaggio di testimone.
Doctor Who: The Giggle è l’ultimo episodio degli speciali che dicono addio al volto storico del decimo dottore, David Tennant, e la sua companion Donna (Catherine Tate) per il sessantesimo anniversario della serie. Una conclusione emozionante, pregna e degna di tutto ciò che la direzione di Russell T Davies ha donato nella sua lunga carriera come sceneggiatore, che si affida al cuore della serie e del pubblico per creare un episodio finale perfetto. La recensione prevede diversi spoiler e si consiglia, per chi non avesse visto ancora The Giggle, di fermarsi prima che sia troppo tardi.
Il terzo speciale per il sessantenario di Doctor Who è infatti il passo finale della staffetta, quello che ripesca nel passato della serie per offrire una chiusura all’amato personaggio, ma anche un nuovo sfolgorante inizio che permette ai fan di continuare la loro avventura nel mondo del TARDIS, dei viaggi nel tempo e nello spazio, con rinnovata curiosità.
Doctor Who: The Giggle, il villain perfetto per rivivere il passato e guardare al futuro (con una brillante critica ai media)
In una perfetta scelta di stile e narrativa, la storia creata e pilotata dal Davis ripesca un grande villain da contrapporre al Dottore: il Giocattolaio di Neil Patrick Harris. Mente dietro la televisione come mezzo di manipolazione di massa, si rivela essere anche dietro l’invenzione di un congegno in grado di controllare la mente umana. Non si tratta propriamente di un congegno, ma di un terrificante bambola ridacchiante che porta alla follia chiunque abbia uno schermo nella propria casa. La Londra del presente è dunque in preda al caos e all’aggressività più totale. Il Dottore, così, insieme a Donna ma anche alla UNIT – organizzazione guidata da Kate Lethbridge-Stewart (con diverse chicche, apparizioni inaspettate) – inizia a indagare cercando di scovare e sconfiggere chiunque sia dietro questa follia generale.
Il Giocattolaio è un villain perfetto per avviare la nuova fase delle avventure del Dottore, un link con il passato che porta il protagonista e la sua companion a viaggiare per gli universi conosciuti, ripercorrendo le tappe di una lunga serie di gioia ma elencando anche i dolori che il viaggiatore del tempo ha dovuto subire negli anni. Il dolore è un importante filo conduttore di questo episodio, così come il sacrificio: il nemico è solo un intelligente plot device per raccontare una storia di trasformazione, riposo, rassegnazione positiva, raccoglimento. Il Dottore di David Tennant, nel suo scontro con l’inquietante e inafferrable Giocattolaio, scopre la possibilità essenziale di fare pace con il proprio passato; fermarsi – finalmente – a guardare la strada percorsa in sessant’anni e comprendere il valore del sacrificio, della resa.
Non poteva essere migliore l’interpretazione di Neil Patrick Harris, che nel suo essere vagamente bondiano, appare anche nevrotico, incalzante, over-the-top ed eccessivo in ogni sua manifestazione. Le sue uccisioni sono danze, inquietanti spettacoli musicali con tanto di pezzi pop – spicca la sequenza in cui il Giocattolaio uccide i membri dell’UNIT uno ad uno inscenando una versione indimenticabile di Spice Up Your Life delle Spice Girls – in un enseblme davvero rapsodico. Il finale, dopo una caccia all’uomo che mette in serie difficoltà il Dottore, lascia letteralmente senza parole ed è uno dei più perfetti incastri narrativi creati per lo schermo.
Doctor Who: The Giggle, il potere del sacrificio e della rigenerazione
Doctor Who: The Giggle è una storia di sacrificio e trasformazione: ma anche una specie di rituale, un passaggio del testimone da una generazione all’altra con un nuovo protagonista ma soprattutto un nuovo tono narrativo, stilistico, visivo. Il sacrificio del Dottore interpretato da David Tennant (che si accommiata con il suo celebre “Allons-y“), che si autoelimina in un tentativo disperato di distruggere il suo nemico, scatena un fenomeno inaspettato ma visivamente spettacolare: la bi-generazione dell’alieno, che si sdoppia in due versioni di se stesso, sancisce l’inizio di una nuova era per l’intera serie.
Dal corpo di David Tennant, spunta infatti la testa e poi lentamente le braccia, le gambe e tutto il resto di un nuovo Dottore, interpretato da Nguti Gatwa. Sarà lui a dare il volto all’alieno da ora in poi: l’altro – il dottore “anziano” – gli cederà poteri e Tardis, relegandosi ad una vita umana piena di affetto e riposo, tempo per riprendersi dal trauma di millenni di viaggi per l’universo. Come sappiamo, il Viaggiatore nel Tempo può essere solo uno e sulle spalle dell’alieno storico ci sono troppe battaglie, viaggi e perdite: sarà l’entusiasmo, la curiosità, perfettamente personificata da Gatwa, del nuovo Dottore a riscoprire la bellezza dell’Universo in tutte le sue manifestazioni. Davies, in un’ultima trovata degna del suo genio, permette al “vecchio” dottore di avere un Tardis tutto suo: sarà così che garantirà la possibilità di un ritorno da parte di Tennant nel caso gli input della nuova serie dovessero navigare in acque difficili.
The Giggle, valutazione e conclusione
Doctor Who: The Giggle è un successo di stile, visione e trama: commistione di generi, passa di tono in tono con una maestria elegante e spontanea, proponendo un’unica onda narrativa che inizia nel presente e fluisce nel futuro, proprio come i viaggi nel tempo folli e al contempo sensati a cui ci ha abituato il Dottore in questi 60 anni.