Domina – stagione 2: recensione dei primi episodi della serie Sky
La recensione di Domina - stagione 2, la serie TV in onda su Sky e NOW in cui Kasia Smutniak è una perfetta Livia Drusilla.
Nella prima stagione Livia Drusilla era tornata a Roma dopo dieci anni di esilio, determinata a riconquistare tutto ciò che le era stato rubato, nella seconda stagione il racconto riprende le fila dall’erede dell’importante famiglia dei Claudii, ormai a capo di un impero frammentato e di una dinastia disfunzionale, che dovrà lottare per preservare il suo matrimonio con Gaio. Parte da questo la seconda stagione di Domina, creata da Simon Burke, il period drama, Sky Original con Kasia Smutniak, bella e spietata Livia, che racconta per la prima volta dal punto di vista delle donne, le lotte per il potere durante il principato del celebre Cesare Augusto, primo imperatore romano, dall’8 settembre 2023 in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW con i primi due episodi.
Il racconto di una donna che ha un progetto preciso
“Livia è un mostro, controlla ogni cosa e ogni persona, così nessuno respira più. Tu non hai idea di come sia, ci dice anche quando fare sesso”
Livia è sempre più determinata a fare in modo che sia uno dei suoi figli a sedersi sul trono, mentre nuovi e vecchi rivali ambiscono agli stessi onori, in un mondo dove è impossibile sapere di chi fidarsi, ancora di più se si è donne. Dopo l’uccisione di Marcello nella prima stagione che diventa un punto su cui si torna spesso lungo i primi episodi, la donna lavora, con forza, coraggio e una giusta dose di ferocia, per riparare il matrimonio da cui dipendono tutto, il suo potere e la sua ambizione, eppure per lei non sarà facile, si ritrova ad affrontare minacce, vecchie e nuove. Ciascuno combatte per lo stesso scopo e Livia, pur essendo o nonostante sia donna, non lo fa meno duramente, finalmente si incomincia a narrare di figure femminili che competono per astuzia e per determinazione alla guisa degli uomini. Lei ha le mani legate ma riesce comunque a giostrarsi, essere di genere femminile nella Roma antica non la rende meno influente.
Livia è prima di tutto una donna e non se lo dimentica mai, lo ripete in continuazione, anche alle altre, perché ogni suo gesto ha ancora più forza e importanza.
Livia: “Padre, non avresti dovuto lasciarmi così, non so per quanto ancora potrò continuare a farlo, mi sta distruggendo”
Lei è moglie e madre, ma è anche figlia di un padre tanto amato, sa che non può avere un ruolo in virtù del suo sesso, ma se uno dei suoi figli ricoprisse il ruolo che oggi riveste il marito, vorrebbe dire che lei ha svolto bene il suo compito. Per arrivare dove vuole Livia è intenzionata a fare tutto ciò che è in suo potere per raggiungere i suoi scopi, guarda in faccia il nemico ed è conosciuta per essere despota, in grado di decidere qualunque cosa della vita di chi le sta intorno. Lei è Madre, colei che dispone e impone.
Dal canto suo Gaio sembra essere, in questo frangente, poco incline a fare ciò che sta facendo Livia, è lai che lo spinge e lo smuove, è lei la mente, è lei che trama, che organizza e lei che muove le tessere del puzzle affinché le cosa vadano come le vuole.
Domina 2: Livia, colei che non ha paura di sporcarsi le mani
Livia è costretta a combattere duramente per adempiere al sacro giuramento fatto al padre, ripristinare la Repubblica, la sua è una vera e propria missione, non ha altro scopo e per farlo dovrà usare tutta la sua intelligenza, ambizione e astuzia. Domina mette in scena il viaggio di una donna che non si è tirata indietro, non è rimasta incastrata nel ruolo o meglio, ha giocato con il suo ruolo per arrivare lì dove non sarebbe mai riuscita ad arrivare. Livia sa essere una nemica crudele ed è per questo che quando le spire del Serpente/Roma si fanno più strette lei diventa ancora più machiavellica, è capace di navigare nei mari sempre più agitati della politica.
Non ha paura di sporcarsi le mani, pensano che sia lei ad aver ucciso Marcello, avvelenandolo, eppure lei oltre a negare, va avanti per la sua strada. Ottavia, la sorella di Gaio, è la sua nemica numero uno, anch’ella è in cerca di vendetta per la morte del figlio Marcello di cui ovviamente ritiene colpevole proprio Livia. Gioca con la vita delle altre e degli altri, salva uno e distrugge un altro (“ci hai dato in pasto ai lupi” le dicono e lei risponde, “e loro vi hanno sputato, non sari sempre così fortunata”) ed è per questo che non può non essere invisa a molti.
Con le altre donne – che vivono una vita complicata tanto quanto quella della protagonista -, Livia non è sodale, o non sempre, sa essere forse ancora più impietosa come se far parte dello stesso genere la renda ancora più inesorabile nella sua inclemenza. Non è però così impenetrabile, sa perfettamente la sua condizione, piange, urla e si dispera, quando pensano che lei possa risolvere tutto risponde: “si sbagliano, io non posso sistemare niente perché sono una donna e le donne non hanno potere a Roma e quindi se vuoi fare una cosa, mettiti dietro ad un uomo e fai in modo che nessuno se ne accorga perché altrimenti ti faranno a pezzi”.
Livia lungo il suo percorso ha spesso le mani sporche di sangue come una specie di Clitemnestra, la sua anima spesso si imputridisce e infatti si dibatte per salvarsi dalla corruzione della sua anima.
Domina – stagione 2: valutazione e conclusione
I primi episodi di Domina proseguono il lavoro fatto dalla prima stagione, entrano ancora di più nel magma di una Roma nera, piena di intrighi e tradimenti. Si dipinge l’identità complessa di una donna che non ha avuto paura di compiere qualsiasi cosa, a qualunque costo, pur di adempiere al giuramento fatto al padre.
Smutniak è una perfetta Livia, capace di mostrare la freddezza di una che ha cambiato il corso della storia. Continua ad essere interessante conoscere il punto di vista femminile, caratterizzato – almeno nella storia che amano raccontarci – da connotazioni solitamente “maschili”, in una narrazione che fino a poco tempo fa continuava ad essere quasi totalmente appannaggio degli uomini.