El Presidente: recensione della serie cilena di Amazon Prime

Essere il presidente. Di una nazione, di un club privato, di un’agenzia prestigiosa, di una società rinnovata. Essere il presidente è quell’essere nelle cose e nelle situazioni che trasforma la vita delle persone, che le carica di tutt’altro peso, che le coinvolge in reti dove la raccomandazione, il vociferare e le pugnalate sono sempre pronte ad assalirti dietro ogni angolo. O dietro ogni goal. Essere il presidente è infatti ciò che qualsiasi dirigente, allenatore, funzionario sportivo vorrebbe diventare, a qualsiasi condizione, con qualsiasi riscontro. Ma per essere il presidente ci vuole la stoffa del centroavanti, giocare più di attacco che di difesa e cercare, soprattutto, di mantenere sempre davanti a sé la palla.

È quel senso di coordinamento che a Sergio Jadue è mancato nel suo piccolo impero mai creato, nella sua posizione di vice in un circolo dove il suo più grande talento era quello di prestanome, in cui ha tentato di sguazzare dando sostanza a quel titolo che gli era stato affidato solamente come copertura, finendo per abusarne con incoscienza fino a incastrare e farsi incastrare nel più grande movimento di denaro della storia del calcio. È il Fifa Gate il nucleo centrale della serie Amazon Prime El Presidente, lo scambio di favori e mazzette dentro agli spogliatoi e dietro gli spalti del più importante evento sportivo della stagione calcistica, che non ha mancato di macchiarsi dell’avidità di quei pochi che hanno smesso presto di idealizzare il calcio e hanno tentato, in ogni modo, di monetizzarlo.

El Presidente – La serie Amazon Prime sul Fifa Gate

È proprio la spinta economica e individualista che El Presidente smaschera, come smascherato nel 2015 fu il giro dal valore di 150 milioni di dollari ripartiti tra i detentori dei diritti televisivi e il destino delle sedi delle due Coppe del Mondo, microcosmi che al loro interno gestiscono l’intero teatro dell’intrattenimento sportivo e che non hanno mancato di macchiarsi di uno scandalo di frode e riciclaggio andato avanti per più di vent’anni. Meccanismi che la serie ideata da Armando Bo sviscera senza voler, però, appesantire, cercando nel registro dell’ironia la possibilità di rivelare gli inganni di un’associazione a delinquere di cui il suo protagonista diventa pedina manovrabile, parasole di ciò che accadeva nell’ombra, deciso in tutti i modi di far parte di quella bolla eppure smarcato da coloro che dominavano il campo.

Collaboratore e sceneggiatore di Alejandro González Iñárritu, premio Oscar per la Miglior sceneggiatura originale con Birdman, Armando Bo concilia la prima produzione cilena per Amazon con una serie che va a catturare per tema e esposizione degli avvenimenti, che si legano alla realtà dell’ambiente calcistico, ma che nella voluminosa portata dei suoi intrecci e organismi tende a rendere le sue puntate alquanto impegnative e corpose.

El Presidente – Il tono ironico di uno scandalo calcistico

Il tono leggero che il realizzatore ha sottolineato contribuisce certo a una visione scorrevole che avvicina e incuriosisce lo spettatore più o meno appassionato di calcio, ma è impossibile non sentir premere il carico di informazioni e la volontà di far passare ogni singolo conto sotto gli occhi del pubblico, ammirato dalla capacità di comprimere e spiegare del prodotto audiovisivo eppure insieme sopraffatto dalla quantità di materiale che gli viene a ogni episodi offerto.

Una massiccia portata di dati, conoscenze e accadimenti che El Presidente sa di dover mescolare con le funzioni base delle trovate immaginifiche per poter così procedere con linearità nel proprio racconto, dove però è sempre l’esplicazione e il dipanare dei fatti che sospinge la storia e a cui l’ideatore non ha voluto rinunciare nemmeno per un secondo. Nell’inseguire il pesce fuor d’acqua Jadue, guidati dalla voce narrante del vicepresidente Julio Grondona, El Presidente vince la propria partita seppur con poco scarto, convincendo nella sua tenuta, non innalzando però un coro da stadio.

El Presidente è disponibile dal 5 giugno 2020 su Amazon prime Video.