En Fin – Il giorno zero: recensione della serie spagnola Prime Video
En Fin - Il giorno zero è una serie interessante e ironica, una apocalypse tale ricca di spunti e riflessioni.
En Fin, la serie spagnola di David Sainz e Enrique Lojo disponibile in streaming su Prime Video a partire dal 13 settembre 2024, è un viaggio avvincente in un futuro che non ha conosciuto l’apocalisse ma che, per questo, si trova a vivere un caos radicale e profondo. La serie, una apocalypse tale che non si concretizza mai ma è sempre sull’orlo dell’esplosione, si dipana attraverso una miscela di satira sociale e riflessioni esistenziali, creando un racconto che esplora le pieghe più oscure e ironiche della condizione umana. Una sorta di Deserto dei tartari che incontra Aspettando Godot ma in chiave serial e pop, lo show è un buon intrattenimento oltre che un elucubrazione filosofica.
Cosa succede se l’Apocalisse non arriva
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La trama segue Tomás, un uomo che, quando il mondo sembrava sull’orlo della catastrofe, ha scelto di rinunciare a tutto ciò che conosceva per vivere senza freni. L’apocalisse, però, non arriva mai, e Tomás si ritrova a fronteggiare le conseguenze della sua scelta in una realtà che è cambiata in modi imprevedibili e spiazzanti. Il caos che ora pervade il suo mondo non è quello che aveva immaginato, ma piuttosto un disordine profondo che riflette la fragilità delle strutture sociali e dell’individuo stesso. Tomás non sa se possedere nulla lo renda libero o – semplicemente – inesistente.
La serie è critica sociale ironica, divertente, ma l’approccio narrativo, emotivo, psicologico tocca e attinge a piene mani da una visione cinica, disillusa. È un’esplorazione disincantata e spesso pungente della nostra società, che riflette il disorientamento collettivo e l’erosione delle certezze che molti di noi hanno vissuto durante la recente pandemia. In questo contesto, Tomás diventa il simbolo di una ricerca incessante di senso e stabilità in un mondo che sembra sempre più frammentato.
Il personaggio di Tomás, interpretato con una notevole intensità, incarna la contraddizione tra la ricerca di libertà assoluta e la dura realtà di un’esistenza ormai rarefatta, incompleta. Attraverso il punto di vista del protagonista, En Fin – Il giorno zero serie ci costringe a riflettere su come il desiderio di evadere dalla realtà possa, infine, portarci al confronto, crudo e senza speranza, con essa. Tomás cammina, sceglie, ma ogni svincolo che percorre diventa una riflessione globale, generale, sulla natura dell’egoismo umano e sul costo delle nostre, personalissime ma definenti, decisioni.
Il ritmo narrativo dello show – seppur sempre buono – non è sempre stabile o incalzante, con alcuni episodi che riescono a catturare l’essenza della serie e altri che sembrano scivolare nell’inevitabile déjà-vu. Verso la conclusione, l’impalcatura e la sostanza della trama inizia a vacillare, lasciando una – non voluta – sensazione di straniamento Tuttavia, il valore simbolo e narrativo del racconto resta intatto, rendendo En Fin una serie degna di uno sguardo approfondito.
En Fin – Il giorno zero: valutazione e conclusione
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L’attesa del disastro è essa stessa il disastro? En Fin – Il giorno zero è un connubio affascinante e imperfetto di sci-fi e satira, un prodotto che riesce a offrire prospettive nuove e stimolanti. La serie sfida lo spettatore a un gioco impari ma combattuto, tra la fine e l’inizio, il nulla e il tutto, la natura e l’io.
En Fin è una serie che, con la sua narrazione ricca di ironia e introspezione, offre uno sguardo originale e penetrante su un futuro post-catastrofico che, per quanto non apocalittico, è comunque segnato da una trasformazione radicale. È un’opera che, nonostante le sue imperfezioni, merita di essere vista e discussa, per il suo coraggio nell’affrontare e svelare le complessità della condizione umana.