Entrevías – Stagione 2: recensione della serie Netflix
Tornano le disavventure del burbero veterano di guerra Tirso Abantos, interpretato da José Coronado, nei nuovi episodi della serie spagnola creata da Aitor Gabilondo e David Bermejo. Su Netflix dal 1° marzo 2023.
Sono trascorsi poco meno di dieci mesi dal rilascio su Netflix della prima stagione della serie spagnola Entrevías, ed ecco arrivare dal 1° marzo 2023 sulla piattaforma a stelle e strisce la seconda, composta anch’essa da otto episodi da 70 minuti circa cadauno. La cornice è rimasta ovviamente sempre la stessa, ossia le strade del quartiere più povero e malfamato della periferia sud di Madrid, appartenente al distretto di Puente de Vallecas. E non poteva essere altrimenti dato che gli autori della serie, ossia Aitor Gabilondo e David Bermejo, lo hanno scelto a suo tempo per battezzare lo show e fare da sfondo alle disavventure del burbero veterano di guerra Tirso Abantos, interpretato da José Coronado.
La seconda stagione di Entrevías riallaccia i fili del discorso con la prima, portando a importanti e decisivi sviluppi.
Ritroviamo l’amato protagonista e il variegato universo di personaggi che lo circondano dove li avevano lasciati al termine della prima stagione. La nuova riallaccia i fili del discorso, portando a importanti e decisivi sviluppi. Molti dei nodi rimasti in sospeso verranno infatti al pettine, a cominciare dalla scoperta dei responsabili delle violenze sessuali subite da Irene, la nipote di Tirso, che a sua volta dovrà prendere una decisione che segnerà la sua esistenza, ma anche quella della sua famiglia e dell’uomo che lei spera le starà accanto per il resto della vita, ossia Nelson. Quest’ultimo dovrà trovare il modo di riscattarsi e di uscire dal mondo della malavita che lo ha inghiottito, ma sarà Tirso ad avere la trasformazione più evidente, mettendo finalmente da parte quella scorza dura e cinica che lo aveva caratterizzato fino a quel momento. Il protagonista aprirà finalmente le porte del suo cuore all’amore, ma non prima di avere compiuto la sua ultima missione da giustiziere del giorno e della notte, aiutando a suo modo le forze dell’ordine a fare pulizia della feccia che imbratta il suo adorato quartiere o che ci vuole mettere le mani per i propri sporchi affari.
La seconda stagione di Entrevías rappresenta un vero spartiacque per lo show e un punto di svolta significativo per tutte le figure che lo animano
Insomma, questa seconda stagione di Entrevías rappresenta un vero e proprio spartiacque per lo show e un punto di svolta significativo per tutte le figure che lo animano, principali e di contorno che siano. La notizia è che ci sarà una terza stagione, motivo per cui la discesa del sipario e rinviata a data da destinarsi. Prevedibile visto il successo ottenuto sino a questo momento dalla serie, tanto tra mura amiche sulle frequenze di Telecinco quanto oltre confine su Netflix. Quando tutto sembrava avviarsi tranquillamente verso i titoli di coda, gli ultimi secondi dell’ottavo episodio e la comparsa inaspettata di un nuovo personaggio aprono di fatto interessanti scenari futuri, che potenzialmente potrebbero mettere tantissima altra carne al fuoco. La parola fine dunque non è stata ancora stata scritta, con Tirso che avrà ancora moltissimo da fare per il quartiere, la sua gente e i suoi affetti. Nel frattempo avrà molte questioni da risolvere, ma non sarà per nulla facile.
Negli ultimi tre episodi della seconda stagione di Entrevías si registra un efficace crescendo di tensione
Il crescendo di tensione e il cambio di registro che si registrano nei tre episodi conclusivi della season 2 ne sono la riprova. Il frenetico giro di vite al quale si assiste alza l’asticella rispetto alla stagione inaugurale, lasciando ben sperare su ulteriori passi in avanti. Il prima è la classico antipasto preparatorio a ciò che andrà in scena, rodaggio di un motore che in prossimità dell’epilogo arriverà a pieni giri. Mossa, questa, ben studiata a tavolino dagli autori, messa in quadro con efficacia dai due registi Iñaki Mercero e Alberto Ruiz Rojo, con la complicità di un gruppo di attori davvero ben assortito e sempre in parte.