Euphoria – stagione 2: recensione della serie con Zendaya
La seconda stagione di #Euphoria riprende a racontare le vicende dei suoi giovani protagonisti, tra dipendenza, sesso e scoperta di se stessi. Ecco la nostra recensione.
Euphoria è scandalo, è offesa alla morale quanto – ai tempi – lo fu Skins. Le generazioni precedenti lo interpretano come una finestra sugli zoomers (i nati dopo il 1997), sulle loro abitudini, sui loro vizi. E certo Euphoria è sfacciato e modernissimo, è fluido e coraggioso, ma si rifiuta di essere ridotto al suo scalpore. Sam Levinson (il suo creatore) non ci sbatte in faccia la dipendenza, il sesso libero, le droghe, i tradimenti, bensì ce li offre ricoperti da una luce quasi divina, dai brillantini e da un’estetica al neon che appartiene alla generazione z più che mai. In questa imminente seconda stagione – disponibile su Sky dal 10 gennaio 2022 in contemporanea con gli States – questo meccanismo si ripropone, obbligando lo spettatore a rinnamorarsi come se fosse la prima volta.
Euphoria racconta la storia di un gruppo di liceali americani alla scoperta di loro stessi. Come spesso capita con i teen drama migliori, la serie è specchio del momento in cui ci troviamo. Euphoria è per la generazione z quello che il già citato Skins era stato per i millennial: una cartina di tornasole delle problematiche e dei bisogni di un’intera generazione. È per questo che è così importante il fatto che Euphoria sia così inclusiva e coraggiosa, così sveglia, così orgogliosa di rappresentare qualcosa.
Nella seconda stagione continuiamo a seguire le vicende della tossicodipendente Rue (Zendaya), della ragazza transgender Jules (Hunter Schafer), delle sorelle abbandonate dal padre Lexi (Maude Apatow) e Cassie (Sydney Sweeney), dello spacciatore orfano Fez (Angus Cloud), della disfunzionale e violenta famiglia di Cal (Eric Dane) e Nate (Jacob Elordi) Jacobs. Rimaniamo invischiati nella relazione tossica tra Nate e Maddy (Alexa Demie) e viviamo la scoperta di se stessa di Kat (Barbie Ferreira). Un insieme di personaggi complessi, che si intrecciano tra loro, che sgomitano per attirare la nostra attenzione. Tutti ugualmente magnetici, tutti ugualmente respingenti.
Euphoria: anche nella stagione 2 Zendaya e Hunter Schafer sono le star
Non fingiamo, però, che a brillare non siano Zendaya e Hunter Schafer. Lo sappiamo noi, lo sanno loro e lo sa anche Levinson che ha dedicato ai loro personaggi due episodi speciali fatti quasi esclusivamente di monologhi dedicati ad esplorare la dipendenza da una parte e la transizione di genere dall’altra. E se Levinson ha dalla sua un’esperienza personale con l’uso di droghe e la riabilitazione, ha fatto la scelta giusta affidandosi a Schafer per la scrittura dell’episodio speciale su Jules. L’attrice – lei stessa transgender – ragiona sulla natura della sua transizione, sulla femminilità costruita, sullo sguardo maschile, dando vita a un esempio non solo di televisione, ma di vera e propria narrazione di genere.
Questo non continua nella seconda stagione di Euphoria, la quale è per lo più dedicata alla dipendenza di Rue. Un peccato, da una parte, ma un grande regalo dall’altra. Quello a cui ci troviamo davanti è una delle prove attoriali più interessanti che si siano viste negli ultimi anni. Zendaya non ha paura di scagliare tutta se stessa dentro Rue, di urlare, di strapparsi gli occhi dalle orbite spinta dal dolore della dipendenza, dalla disperazione e, soprattutto, dall’impotenza. Ali (Colman Domingo), lo sponsor di Rue alla Narcotici Anonimi, le dice che non si è se stessi quando si è sotto l’effetto di stupefacenti; le dice che le droghe tirano fuori il peggio di noi, che ci trasformano ed è questo che decide di mostrarci Zendaya.
La vediamo alle prese con una doppia personalità che rimbalza impazzita sullo schermo: piange, si dispera, si prostra davanti alle persone che ama per chiedere perdono, per scusarsi dei suoi comportamenti violenti e spaventosi, guarda negli occhi Jules e le dice che l’ama, guarda negli occhi sua madre (Nika King) e sua sorella (Storm Reid) e dice loro che andrà tutto bene. Poi, però, arriva la Rue in crisi d’astinenza e quella Rue è quella che varrà a Zendaya diverse statuette durante la prossima stagione di premi. Sbava, scaraventa a terra tutto quello che si trova davanti con una violenza e una brutalità che ci fa sentire in pericolo, come se fossimo in quella stanza con lei a sentire l’odore della rabbia e della frustrazione. Tratterrete il respiro davanti a quella furia, arrabbiati con lei, tristi insieme a chi le vuole bene.
Euphoria supera l’ostacolo della seconda stagione, pronta a continuare a raccontare le storie dei suoi giovani protagonisti
In questa stagione viene dato più spazio alla Lexi di Maude Apatow, sempre deliziosamente fuori posto rispetto al resto del cast. Esploriamo più a fondo il passato di Cal in un tentativo – riuscito – non di giustificazione, ma di contestualizzazione dei comportamenti dell’uomo ai giorni nostri. Ci allontaniamo dalle storie di Kat e Maddie (molto meno protagoniste) e ci addentriamo più in quella di Cassie, la quale sembra aver completamento perso se stessa; è una parentesi meno efficace rispetto al resto della serie, complice anche una recitazione assolutamente troppo sopra le righe di Sweeney.
Nel complesso, però, possiamo dire con certezza che Euphoria si conferma grande star del panorama televisivo attuale. Levinson, che spesso si perde dentro il suo ego rappresentato da monologhi infiniti (come ricorderà chi ha dato una possibilità a Malcolm & Marie) e sequenze oniriche assolutamente fini a loro stesse, mette in piedi un prodotto avvincente che obbliga lo spettatore a interessarsi seriamente del benessere dei suoi protagonisti. Ci affezioniamo a quei giovani alla deriva e rimaniamo avvinghiati nelle loro storie, ansiosi di scoprire quello che verrà.
Euphoria passa l’ostacolo della seconda stagione senza cadere troppo nella ripetizione; rappresenta l’esatto opposto dei suoi giovani protagonisti: è un’entità completamente consapevole di stessa, adulta. È un prodotto da divorare con la mente aperta, senza giudizio e con grande empatia.
I nuovi episodi di Euphoria saranno disponibili su Sky in contemporanea con la messa in onda americana: dal 10 gennaio in v.o. con sottotitoli in italiano (alle 3.00 della notte fra domenica 9 e lunedì 10 e poi in replica alle 23.15 di lunedì), mentre da lunedì 17 gennaio alle 23.15 in versione doppiata – sempre su Sky Atlantic e in streaming su NOW.