Fiori sopra l’inferno: recensione dei primi due episodi della serie con Elena Sofia Ricci
Abbiamo visto i primi episodi di Fiori sopra l'inferno, la miniserie Rai in onda da lunedì 13 febbraio 2023.
Da lunedì 13 febbraio arriva su Rai Uno la serie Fiori sopra l’inferno, una coproduzione Rai Fiction-Publispei, diretta da Carlo Carlei e tratta dall’omonimo romanzo thriller di Ilaria Tuti, edito da Longanesi nel 2018 e presto diventato un best seller.
La serie, in sei episodi, in onda nell’arco di tre serate, è ambientata in Friuli Venezia Giulia, tra la città di Udine e il paesino di Travenì, nome di fantasia di una località situata nel cuore delle Alpi italiane; un luogo apparentemente ameno, lontano dal rumore del mondo dove, però, nell’arco di poco tempo, si verificano una serie di delitti compiuti con una precisione estrema da un misterioso killer. Ad occuparsi delle indagini è la sezione omicidi della squadra mobile di Udine, guidata da Teresa Battaglia (interpretata da Elena Sofia Ricci), un commissario di polizia specializzato in profiling.
Elena Sofia Ricci è Teresa Battaglia, una donna forte nelle sue mille fragilità
Teresa ci appare come una donna dura, schiva, dotata almeno all’apparenza di una grande forza che le permette di muoversi con grandissima sicurezza nel suo lavoro, ma in realtà, scopriremo col tempo il suo lato fragile, che affonda le proprie radici in un passato estremamente difficile e in una malattia sempre più invadente, che sconvolgerà radicalmente la sua vita.
Quando la notizia del macabro omicidio dell’ingegnere Roberto Valent sconvolge il piccolo paesino di Travenì, il commissario Battaglia, affiancato dall’ispettore Parisi (Gianluca Gobbi), si reca da Udine sul luogo del reato. Ad aiutare i due nelle indagini ci sarà anche il giovane ispettore Massimo Marini (Giuseppe Spata), appena trasferitosi dalla Sicilia con la speranza di cambiare vita.
Il rapporto tra Teresa Battaglia e Massimo Marini parte in sordina, ma sembra essere, sin dall’inizio, uno dei punti vincenti di questa serie. Da subito li vediamo in perfetta antitesi: lui, desideroso di conquistare la fiducia di Teresa; lei diffidente e schiva nei suoi confronti. Ma questo atteggiamento del commissario Battaglia lascia presagire un’evoluzione in positivo del loro rapporto. Inoltre, le scene tra i due, spesso sarcastiche e ironiche, rappresentano dei momenti di respiro in una serie dalle atmosfere cupe, che affronta una tematica forte.
Del resto, come abbiamo anticipato, questa continua ostentazione di rigore da parte di Teresa cela una grande sofferenza che affonda le radici in un trauma passato ancora tutto da chiarire. Di lei, inizialmente, sappiamo solo che è diabetica; una condizione che una donna come lei sopporta malvolentieri, a causa di tutte le complicazioni che comporta. Inoltre, nella sua vita si fa strada anche un principio di Alzheimer destinato a minare profondamente le poche certezze che le sono rimaste. E proprio quando queste sembrano crollare, Massimo è al suo fianco a tenderle la mano nei momenti di difficoltà.
Elena Sofia Ricci e Giuseppe Spata, perfetti nei loro ruoli, rivelano una bellissima chimica artistica e siamo sicuri che non mancheranno, tra loro, scene di forte impatto emotivo.
Fiori sopra l’inferno: dove sta il bene e dove sta il male?
Il misterioso killer che si aggira per Travenì sembra avere una missione precisa: vendicare i soprusi subiti da bambini indifesi da parte degli adulti.
Il killer vive nei boschi, si muove come un “fantasma” e lascia spesso e volentieri macabre tracce del suo passaggio; tracce che sono avvertimenti nei confronti di adulti cinici che non riconoscono il valore dell’infanzia.
Nel corso dei primi due episodi scopriamo, infatti, che l’uomo assassinato ha un figlio, Diego, verso cui si è sempre dimostrato intransigente, severo. Ma Diego non è il solo bambino a vivere questa condizione di disagio. Con lui ci sono anche Lucia, Oliver e Mathias e insieme, i quattro, formano un gruppo soprannominato dai loro compagni e dal bidello della scuola “il club degli sfigati”.
I bambini hanno fatto un patto di sangue che li porta a vivere come fratelli e a raccontarsi in gran segreto le avversità che devono superare nel rapportarsi al mondo dei grandi. Sono, infatti, tutti vittime di soprusi da parte di adulti indifferenti e spesso violenti. Evidentemente il killer lo sa bene e si muove con l’obiettivo di proteggerli.
I primi episodi di Fiori sopra l’inferno ci fanno pensare a un prodotto valido, che potrebbe riservarci delle sorprese. Ci viene proposta una storia sicuramente insolita che si sviluppa su paesaggi innevati meravigliosi e lascia aperti in noi spettatori numerosi interrogativi. Pochi elementi ancora ci permettono di definire il taglio della vicenda che, tuttavia, sembra non conoscere bipartizioni nette tra il bene e il male, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Dove sta realmente il bene? Dove sta realmente il male? Sono questi gli interrogativi del commissario Battaglia e dello spettatore stesso al termine dei primi due episodi; interrogativi a cui speriamo che le prossime puntate riescano a dare risposta.