Fosca Innocenti: recensione del primo episodio della fiction di Canale 5
Da venerdì 11 febbraio 2022, ogni settimana su Canale 5 va in onda Fosca Innocenti, la nuova fiction Mediaset con Vanessa Incontrada: un tentativo di poliziesco che parte già con le manette.
Senza riflettere, per qualche attimo, sui cambiamenti di cui la televisione italiana avrebbe bisogno per essere migliorata rispetto alla situazione in cui pare versare, Mediaset non tradisce i propri valori e, come di consueto quelle tre o quattro volte l’anno, sforna una nuova fiction che così nuova, poi, non è mai. Fosca Innocenti – in onda su Canale 5 ogni venerdì dal 11 febbraio – è il nuovo titolo firmato Mediaset e con protagonista Vanessa Incontrada, accompagnata da Francesco Arca: una serie di genere poliziesco ambientata in Toscana.
Fosca Innocenti: la trama della fiction Mediaset
Fosca Innocenti, fiction prodotta da Mediaset, racconta della questura di Arezzo – città in cui la fiction è ambientata – e della sua squadra: quasi tutta al femminile e capitanata da Fosca Innocenti, interpretata da Vanessa Incontrada. La serie, composta da quattro episodi – in onda ogni venerdì su Canale 5 – vede le storie dei protagonisti intrecciarsi a casi di crimine cui la squadra si occupa. Vita privata e lavoro, una miscela narrativa da cui il mondo della cinematografia è praticamente sommerso. Appare ovvio, in aggiunta, che la trama di Fosca Innocenti altro non è che un pretesto per elargire messaggi morali in voga nel mondo mediatico, facilitando a Mediaset la strada per la popolarità.
La solita fiction targata Mediaset ma con Vanessa Incontrada
Come nella quasi totalità delle fiction prodotte da Mediaset, Fosca Innocenti rappresenta un modello narrativo piatto e privo di stratificazione: i personaggi – primo fra tutti quello della protagonista, interpretata da una Vanessa Incontrada priva di spessore attoriale – sono macchiette, riflessi di agglomerati racimolati da questa o quell’altra storia o da quel concetto falsamente progressista o l’altro. Difficile apprezzare una scrittura così basica se non aiutati da distrazioni varie, unica salvezza dalla noia che Fosca Innocenti provoca. L’idea della squadra anticrimine al femminile sarebbe stata anche originale, se non vi fosse stato inserita la quota azzurra (se così può essere definita la presenza di un uomo: Pino Ricci, interpretato da Francesco Leone) cercando di essere anticonformista ma non troppo. Ovvio anche che non ci si deve aspettare alcun tipo di realismo dalla visione di questa Fiction, che è fedelmente immersa nel mondo Mediaset, coi suoi valori essenzialmente rubati alla vera lotta sociale e adattati al suo modello televisivo. Guardare Fosca Innocenti è equiparabile all’atto di guardare, per esempio, un talk pomeridiano di taglio dursiano ma in una versione recitata da attori in una confezionata – molto alla buona – cornice idilliaca.
Una versione recitata sì, ma comunque male. Basta quindi un’ambientazione toscana, qualche campo di girasoli, una donna indipendente investigatrice con il superpotere dell’olfatto Marvel che cavalca come fosse sul set di Sentieri Selvaggi e qualche personaggio caratteristico ma al tempo stesso moderno e socialmente corretto: l’insalata del tasto cinque del telecomando è pronta.
Dal primo episodio, Fosca Innocenti si conferma – non deludendo nessuna speranza ingenua – la solita fiction Mediaset, recitata male e intenta a scimmiottare lo stile narrativo della cinematografia delle major statunitensi, ricercando una italianità all’americana, un po’ come la Pasta Alfredo o gli spaghetti con le polpette al pomodoro servite da Luigi’s. Insomma, ancora nessuna sorpresa degna di nota dal mondo delle fiction Mediaset.