Furies: recensione della serie francese Netflix 

La recensione della serie action francese diretta da Cédric Nicolas-Troyan, interpretata da Lina El Arabi e Marina Foïs. Dal 1° marzo 2024 su Netflix.

Che l’azione sia l’ingrediente alla base della ricetta voluta dagli showrunner Jean-Yves Arnaud e Yoann Legave per la serie da loro creata dal titolo Furies è evidente sin dal pirotecnico, adreanlinico e iper-cinetico incipit con il quale si apre il primo degli otto episodi (da 45 minuti circa cadauno) che la compongono, disponibili a partire dal 1° marzo 2024 su Netflix. In quella manciata di secondi di antipasto a base di flashforward, luci fosforescenti, proiettili, cadaveri, jump cut e accelerazioni di montaggio che danno il via alle future ostilità, una figura femminile non meglio identificata si sbarazza a colpi di pistola a brucia pelo di un piccolo esercito di brutti ceffi malintenzionati e armati fino ai denti. Da lì in poi la componente action resterà di fatto una costante dello show in questione, la cui cabina di regia è stata affidata a Cédric Nicolas-Troyan, che in molti ricorderanno per i trascorsi da supervisore degli effetti visivi poi passato dietro la macchina da presa per dirigere film come Il cacciatore e la regina di ghiaccio e Kate. Quest’ultimo è, date le numerose assonanze nel plot, il genere di appartenenza, le similitudini nel destino delle due protagoniste e lo stile adottato per la messa in quadro, il motivo che ha spinto con molta probabilità i creatori e i produttori della serie a optare per lui.

Furies racconta il percorso di vendetta di una ragazza in una Parigi criminale nelle mani di pericolose gang assetate di sangue, potere e denaro

Furies cinematographe.it

Furies ha infatti moltissimo nel suo DNA dei geni della pellicola del 2021 firmata dal regista di Talence, a cominciare proprio dalla presenza come protagonista di un personaggio femminile chiamato a indossare i panni di giustiziera della notte, tanto letale quanto assetata di sangue, con a disposizione meno di 24 ore per vendicarsi dei suoi nemici. Se non fosse per il fatto che da una Tokyo in preda alla Yakuza ci spostiamo nel sottobosco della criminalità organizzata parigina in una Ville Lumière nelle mani di sei spietate gang locali dedite allo spaccio, alla prostituzione, alle estorsioni, al riciclaggio, alle rapine, alle truffe e allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, la sostanza non cambierebbe se non di qualche virgola. A consumare la propria vendetta in questa Parigi brulicante di malvagità che fa da cornice a Furies c’è una giovane donna di nome Lyna, figlia di una famiglia malavitosa che, dopo l’omicidio dell’amato padre e sei mesi trascorsi in galera, è ossessionata dall’idea di farsi giustizia da sola. Peccato che dovrà fare i conti con colei che mantiene l’ordine tra i gangster della piazza criminale della città, la tanto temuta Furia.    

In Furies le componenti action e revenge si mescolano come in una maionese impazzita dando forma a uno show d’intrattenimento fortemente derivativo

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La chiave da revenge e gli stilemi che ne hanno e ne continuano ad alimentare l’immaginario è dunque un altro ingrediente fondamentale della suddetta ricetta che si va quindi a mescolare come in una maionese impazzita con l’action. Oltre questo mix purtroppo non si andrà, con lo spettatore che dovrà già dal primo episodio farsene una ragione. Cambiano dunque gli addendi ma non il risultato che, narrativamente e drammaturgicamente parlando, restano gli stessi al punto da risvegliare nella mente del fruitore di turno un numero piuttosto rilevante di precedenti, che genera a sua volta dei continui e irritanti déjà-vu che dalla Mathilda di Léon e dalla Sydney Bristow di Alias portano alla Lorraine Broughton di Atomica Bionda, piuttosto che a Nikita, Hanna, Lucy o alla sposa di Kill Bill. La Lyna portata sullo schermo da una Lina El Arabi dal physique du rôle adatto alla situazione è facilmente collocabile in questa galleria. Questo per dire che nel corso di tutta la linea orizzontale del racconto di Furies non c’è assolutamente nulla di nuovo o quantomeno di caratteristico da registrare.

I plot-twist piazzati lungo tutta la timeline smuovono le acque, ma non servono di certo a dettare alternative e inedite regole d’ingaggio

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Gli sceneggiatori pescano qua e là dal repertorio dei filoni chiamati in causa e dai personaggi succitati, facendo un copia e incolla di dinamiche e situazioni standardizzate fino a creare un clone audiovisivo con protagonista l’ennesima amazzone guerriera in grado di sterminare da sola un esercito pur di consumare la propria vendetta. Il racconto si riduce quindi a mostrare come ciò giungerà a compimento attraverso una successione di scene dinamiche tutto sommato di buona fattura che alternano sparatorie, inseguimenti, corpi a corpi e deflagrazioni. I plot-twist piazzati lungo tutta la timeline smuovono le acque, ma non servono di certo a dettare alternative e inedite regole d’ingaggio per un prodotto di intrattenimento a buon mercato che si fa presto a bollare come derivativo.

Furies: valutazione e conclusione    

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Action e revenge sono gli ingredienti base della ricetta voluta dagli showrunner Jean-Yves Arnaud e Yoann Legave per la serie da loro creata dal titolo Furies. Il risultato è loro e nostro malgrado uno show fortemente derivativo, poiché sviluppato seguendo dinamiche narrative e drammaturgiche standardizzate e rievocative. Queste attingono a pieni mani da precedenti più o meno illustri che hanno come protagoniste letali amazzoni guerriere in cerca di vendetta e di salvezza. Il ché fa della Lyna portata sullo schermo da una Lina El Arabi dal giusto physique du rôle nient’altro che un clone costruito a immagine e somiglianza di personaggi cult come Nikita, la Mathilda di Léon o la Lorraine Broughton di Atomica Bionda. Insomma nulla da registrare di particolarmente significativo in un prodotto d’intrattenimento a buon mercato, ben confezionato e a uso e consumo di chi si accontenta di plot-twist piazzati qua e là per smuovere le acque, combattimenti e sparatorie iper-cinetiche e pulp.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.8

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