Gentleman Jack – Stagione 2: recensione della serie TV Sky

Il 31 luglio 2024 arriva su Sky la seconda stagione di Gentleman Jack, la serie con Suranne Jones e Sophie Rundle che racconta l'amore tra due donne nell'Inghilterra della prima metà dell'Ottocento. Tratto da un'incredibile storia vera.

Il 31 luglio 2024 è un buon giorno per chi ama la TV di qualità, perché arriva su Sky – e in streaming solo su NOW – la seconda stagione di Gentleman Jack, l’acclamata serie ideata e scritta da Sally Wainwright, disponibile al ritmo di due episodi a settimana fino alla conclusione (sono otto in tutto). Con Suranne Jones e Sophie Rundle, la stagione conclude, lasciando aperta la porta alla possibilità di trovare una nuova casa altrove, la collaborazione tra BBC One e HBO. In Italia arriva con qualche anno di ritardo (messa in onda originale nella primavera del 2022) e senza certezze su quello che riserverà il futuro. Chiusa l’illustre parentesi HBO – serve altro, a testimoniare la solidità della proposta? – la BBC ha comunicato l’intenzione di mettersi alla ricerca di un nuovo partner produttivo. Nell’attesa, lo spettatore italiano potrà misurarsi con l’eleganza, il pregio formale e l’acutezza psicologica di una serie in costume fresca e moderna, molto lontana da un certo modo stereotipato di vedere e inquadrare lo storytelling d’epoca. La modernità di Gentleman Jack 2 è diretta conseguenza della modernità della sua protagonista. Protagoniste, è più corretto, perché sono in due. Ma è difficile contestare il carismatico primato impresso sulla storia da Anne Lister. Anche perché è lei, sempre e solo lei, a raccontarcela.

Gentleman Jack – Stagione 2: un amore, una storia vera

Gentleman Jack cinematographe.it recensione

Dai diari di Anne Lister (Suranne Jones). Studiosa, imprenditrice, proprietaria terriera inglese (Halifax, West Yorkshire) vissuta negli anni elettrizzanti della Reggenza, il periodo che precede l’ascesa al trono della Regina Victoria (1837). È la più incredibile delle storie vere, quella dell’amore omosessuale tra Anne L. e Anne Walker (Sophie Rundle). Incredibile perché è tutto (più o meno) alla luce del sole, un rimarchevole standard di coraggio e freschezza all’alba della perbenista e inibita età vittoriana. In realtà, la vera Anne L. (per distinguerle, da qui in avanti, si userà l’iniziale del cognome) qualche accortezza l’ha presa. Camuffando, con un codice segreto decriptato dopo parecchio tempo e con gran fatica, il resoconto della sua vita sentimentale, una parte molto importante della sua sterminata produzione memorialistica. Non si poteva fare altrimenti, per tutelare l’anonimato delle compagne e proteggerle dall’intolleranza della società. La serie espande, dilata e completa le testimonianze desunte dai diari.

In questo senso – esplicito richiamo alla fonte memorialistica e ricerca di una complicità forte con lo spettatore – vanno interpretate le occasioni in cui Suranne Jones rompe la tradizionale quarta parete e si rivolge direttamente alla macchina da presa. È un espediente usato, abusato, da tanto cinema e serialità di oggi; qui trova un senso e un’utilità inediti. La seconda stagione comincia un secondo dopo la fine della prima. Anne e Anne, simbolicamente e praticamente unite in matrimonio, affrontano una vita insieme a Shibden Hall, residenza dei Lister. Ci sono problemi di ogni genere: la concorrenza dei vicini proprietari terrieri che mal sopportano di vedersi scavalcati da una donna che detta legge in un campo d’affari tipicamente maschile. E l’ostilità dei Walker, contrari per principio all’unione tra le due; cercano di bloccare la disponibilità economica di Anne W, ereditiera dal carattere fragile e dalla spiccata sensibilità, per forzarne l’uscita dalla relazione.

Non va scordato il fantasma ingombrante nella vita di Anne L., Marianna Lawton (Lydia Leonard), l’amante che non accetta di farsi da parte. A bilanciare gli ostacoli, il sostegno delicato e caloroso del clan Lister; maldestro, sincero e per questo ancora più commovente. Dal papà di Anne, Jeremy (Timothy West), alla sorella Marian (Gemma Whelan), per finire con la zia Anne (Gemma Jones). Gentleman Jack 2 è la storia dei piccoli e grandi casi nella vita di due amanti. Misura ampiezza, profondità e limiti di un rapporto e intanto lancia un guanto di sfida alla morale imperante. Melodramma, commedia, romanticismo e ritratto di un’epoca, dosati con equilibrio perché nessuna suggestione (e nessun genere) prenda il sopravvento e il realismo abbia la meglio sull’artificio. Lo sfondo storico è un tempo lontano dal nostro. Conta poco, perché il messaggio, e il sentimento generale, sono modernissimi.

Il modo giusto di raccontare un sentimento e le conseguenze di una scelta

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Gentleman Jack 2 sdoppia la sua linea narrativa. Riserva il massimo delle attenzioni al racconto dell’amore tra le protagoniste, nel segno di una ricostruzione realistica dei desideri, dei dubbi e delle passioni che non cede alla retorica e al sentimentalismo di facile presa. Ma trova tempo e spazio per parlarci anche del resto, la vita (non così placida e sonnacchiosa) a Halifax, questione di testamenti – quelli di Anne L. e Anne W., da armonizzare in vista della appena inaugurata vita coniugale, una mossa che spaventa non poco la famiglia della giovane ereditiera – e di spirito imprenditoriale. Impensabile che i due piani narrativi suscitino lo stesso livello d’interesse; nonostante l’attenzione per il dettaglio, il timbro realistico e l’intelligente cronaca della vita quotidiana in un piccolo centro della campagna inglese della prima metà dell’Ottocento, è l’amore a prevalere su tutto, affermazione da prendere alla lettera. A dare coerenza a Gentleman Jack 2 ci pensano le potenti interpretazioni di Suranne Jones e Sophie Rundle.

Spetta alla seconda lavorare sulle incertezze, le fragilità, l’animo inquieto e nervoso di Anne W., l’ereditiera che fa a pezzi il suo passato e abbraccia una vita diversa dalle aspettative costruite dalla società nei suoi confronti, animata da un sentimento incrollabile e oppressa dalla paura delle conseguenze. Conseguenza, conseguenze; bastasse una parola (chiave), a racchiudere il senso di Gentleman Jack 2, sarebbe questa. Conseguenze di una scelta, sentimentale, simbolica, pratica. La forza della serie è il suo sguardo lucido; non lascia mai sole le protagoniste, né abdica da un appassionato sostegno alla loro causa. Ma, è importante sottolinearlo, non si permette di equivocare i termini di questo sostegno, come accadrebbe per esempio falsando la rappresentazione del sentimento, idealizzandolo all’eccesso. Rischio scongiurato: l’amore di Anne Lister e Anne Walker deve la sua forza e la sua sincerità ai dubbi che lo percorrono. Quelli di Anne L., soprattutto, che si interroga sulla differenza di età (è più avanti con gli anni) e si spaventa di fronte alla profondità del suo amore, sminuendolo per reazione; anche per questo fatica a lasciar andare gli amori e i rapporti del passato.

Suranne Jones tiene testa all’impetuoso carattere della protagonista, ricostruendone esteriorità e moventi con una precisione e uno scavo (psicologico, di gesti, di intonazioni) impressionante. Anne Lister è sempre in movimento e la serie la segue a rispettosa distanza, bilanciando la precisione e la ricchezza della ricostruzione storica con una rappresentazione delle psicologie fresca e moderna. Racconta la totalità dell’amore (passione e romanticismo, dubbi e certezze) intrecciando malinconia e umorismo – è il momento di ricordare la bravissima Gemma Whelan, contrappunto ironico ai caratteri e alle alterne fortune delle protagoniste – in un dosaggio degli ingredienti equilibrato e intelligente. Una serie d’epoca da prendere a modello, per la capacità di tirare fuori il meglio dal format, innovando e rinfrescando dove e quando è necessario.

Gentleman Jack – Stagione 2: valutazione e conclusione

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Sally Wainwright prende per il verso giusto la forza politica di Gentleman Jack 2. Di amore omosessuale si tratta, del suo riconoscimento e della sua celebrazione, da rappresentare nel modo e con i toni giusti: con partecipazione e umorismo, senza i ruffiani furori del manifestino ideologico. È l’ironia sottile, l’amara contraddizione sotterranea alla serie, a darle forza. A muovere i personaggi interpretati da Suranne Jones e Sohpie Rundle è un sacrosanto e quotidiano diritto alla felicità e all’amore; è l’omofobia che le circonda che, paradossalmente, ne rende rivoluzionario l’amore. In equilibrio tra modernità d’approccio e preziosa ricostruzione storica, tra amore sofferto e umorismo, Gentleman Jack 2 riflette su limiti e punti di forza di un concetto. Amore omosessuale, in una parola amore: quando verrà meno il bisogno di categorizzare, etichettare, dividere?

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.6

Tags: Sky