Gli eredi della terra: recensione finale della serie spagnola in arrivo su Netflix
Presentata in prima assoluta su Canale 5 in tre serate e in arrivo su Netflix composta da otto episodi dal 13 Maggio, Gli eredi della terra è il sequel della serie di successo La Cattedrale del mare: una serie che prova a viaggiare più sui toni del romanzo di formazione ma inciampando spesso nell'intrigo da soap.
Gli eredi del mare nasce sull’onda del successo della serie spagnola Netflix La Cattedrale del Mare, di cui ne è sequel. Il progetto, tratto dai libri omonimi e prodotto da Atresmedia, Televisió de Catalunya e Netflix, racconta la società catalana del XIV secolo attraverso la scelta di personaggi che, nati nella sfortuna, cercano di costruirsi una posizione e di riscattarsi, in balia del caso e delle possibilità loro concesse. Protagonista de Gli eredi della terra è Hugo Llor che da giovane solo e povero riesce da adulto con molta difficoltà a conquistarsi un posto nel mondo, non senza vedere costantemente messi in pericolo affetti e piccole conquiste, sempre in balia dei giochi del destino.
La serie è disponibile sulla piattaforma Mediaset Inifinity fino al 24 Maggio e dal 13 Maggio 2022 su Netflix Italia.
Gli eredi della terra: la trama dell’ultima puntata della serie spagnola
Hugo (Yon Gonzàlez) scopre che Mercé (Aria Bedmar), che ha cresciuto come sua figlia, è in realtà la figlia di sua sorella Arsenda, che non vuole sapere più nulla della ragazza, ritenendola figlia del diavolo. La notizia, con la complicità di Regina, decisa a vendicarsi di Hugo che ha allontanato lei e accolto in casa la schiava Caterina donandole la libertà, arriva anche a Bernat. Nonostante i sentimenti che lo legano alla ragazza e il bambino Arnò appena nato, decide di ripudiarla.
Nel frattempo Mercé sparisce misteriosamente, anche se tutti sono convinti che la sua sparizione è opera di Regina. Hugo la ritrova ma sua moglie non è disposta a parlare e preferisce negargli la verità sul conto di Mercé pur di vendicarsi e vederlo soffrire. Caterina però non si arrende e dopo diverso tempo riesce a trovare Regina e con l’inganno riesce a scoprire dove è nascosta la figlia di Hugo. Intanto a palazzo Bernat ha sposato Marta Destorrent, che non gradendo la presenza del figlio del suo matrimonio precedente, cerca di avvelenarlo.
Una serie che spicca per l’ambientazione ma che rischia di confondersi con altre del genere
I primi tre episodi de Gli eredi della terra avevano provato a portare lo spettatore verso altre strade rispetto a quelle molto prevedibili delle serie spagnole, che generalmente partendo da contesti storici critici finiscono per ridursi ad una storia di intrighi, amori impossibili e tradimenti, portando in secondo piano tutte le possibili sfumature e riflessioni storico-sociali che ne potrebbero emergere. Un tentativo però che finisce per essere disatteso nel corso degli episodi successivi, dove ad un certo punto pur trattandosi di sole otto puntate si ha l’impressione di non riuscire a comprendere mai dove si vuole arrivare, come se alcuni avvenimenti nel corso della trama tendano a rallentare la storia semplicemente per intrattenere senza fornire un reale arricchimento in termini di storia, personaggi ed emozione.
Gli eredi del mare spicca sicuramente per la sua fotografia e suggestiva ambientazione ma in termini di sceneggiatura e regia osa poco per non rischiare di confondersi con altre serie storiche appartenenti al genere. Nonostante il personaggio di Hugo adolescente non riesce immediatamente a conquistare l’attenzione dello spettatore, la sua versione adulta nel corso degli episodi diventa anzi il fulcro di tutta la serie ed è senza dubbio il personaggio con il quale il pubblico riesce a creare un feeling costante e coinvolgente per la sua bontà ed un desiderio di riscatto che lo rende però sempre fedele a se stesso e ai valori a cui resta ancorato in qualsiasi contesto sociale si trovi. Un uomo di principi che riesce ad essere buono ma non ingenuo, districandosi in un covo di traditori tra le stanze della politica e della religione. Un vero peccato che non abbia avuto, al di là della figura di Regina, personaggio irritante ben riuscito, una controparte altrettanto ben salda che avrebbe reso la storia più avvincente e che avrebbe potuto rintracciarsi in quella di Bernat: la loro amicizia quasi fraterna poteva essere sviluppata maggiormente per dare alla serie un tono epico che pur trattandosi di una serie storica fatica ad emergere. Un aspetto che avrebbe dato alla serie una scrittura meno confusionaria, che prova ad uscire dall’effetto soap e dalle trame di vedette e tradimenti ma senza riuscirvi fino in fondo.