Good Night World: recensione della serie anime Netflix
Un anime ben fatto che non offre nulla di nuovo agli appassionati del genere, ma garantisce solido intrattenimento.
Good Night World arriva su Netflix il 12 ottobre 2023, un anime nuovo di zecca pronto ad intrattenere gli appassionati del genere e conquistare gli scettici. Il manga omonimo ha conquistato il Giappone con i suoi cinque volumi, usciti dal 2015 al 2017. Alla regia della trasposizione animata dal popolare comic vediamo un regista veterano: Tomohiko Ito, nome conosciuto in Oriente per il successo di altri due anime, Erased e Art Sword Online.
Il design dei personaggi, unico nel suo stile, è curato dall’illustratrice di The Garden of Words, Atsuko Tanaka. Nella sua lista di maggiori successi, vediamo anche il character design dei personaggi dell’anime Your Name. Una combo perfettamente riuscita che crea un prodotto artistico pregevole, bello da guardare e da ascoltare, coacervo di colori e musiche, emozione e narrazione: la regia di Ito e la fantasia di Tanaka sono quell’incontro giusto che miscela e dosa con intelligenza gli elementi. Così, Good Night World diventa una serie animata profonda e artefatta, nel senso più positivo del termine. Ma l’abilità artistica e lo stile che chiunque può riconoscerle coincidono con un messaggio originale, un discorso diverso, in grado di comunicare davvero qualcosa allo spettatore? La risposta non è così ovvia.
Good Night World: un’anime ben fatto che potrebbe unire allo stile un messaggio più ambizioso
Good Night World racconta una storia già sentita, della quale si sono potute esplorare tutte le direzione e le declinazioni sia in forma scritta che in arte visiva. Un mondo reale e uno virtuale si fondono e confondono finché uno sfocia nell’altro e le linee di demarcazione non sono così definite. La domanda finale resta una, imperante e irrisolvibile: cosa è vero?
La famiglia di Ichi, distrutta da un episodio del passato che non specificheremo per non fare spoiler, vive una quotidianità tormentata, dolorosa, piena di disagio. Nessuno dei suoi membri è in grado di comunicare con gli altri, lasciando ognuno alla propria profonda solitudine. In questo mare di malinconia, di abbandono, l’unica salvezza sembra essere il mondo virtuale di PLANET. Su PLANET, ogni componente della famiglia di Ichi ha un avatar dall’aspetto completamente diverso, dalla personalità libera, amorevole, allegra.
La famiglia di Ichi, dunque, ricompone quell’unione che manca nel mondo materiale attraverso la vita finta, quella virtuale. Non è la prima volta che una dicotomia di questo tipo viene proposta come perno della narrazione, anzi, si tratta di uno dei tanti prodotti ispirati all’alienazione creata dalla realtà virtuale, dalla possibilità totale di evasione. Ed è proprio nel ricalcare una trama conosciuta che Good Night World perde di mordente, mettendo in luce le sue qualità tecniche, lo stile, rispetto al suo cuore, al suo messaggio principale. Raccontare una storia conosciuta non è una pecca in sé, ma un limite che bisogna cercare di abbattere con l’originalità di un plot twist, con un dialogo brillante che offre spunti imprevedibili al pensiero dell’audience.
Good Night World non crede nelle proprie possibilità, non abbastanza da fare quell’ambizioso salto in alto che potrebbe rendere un’opera gradevole un capolavoro dell’anime contemporaneo. Non è di qualità che manca la serie, ma di ambizione, di guizzo, di originalità ed è per questo che resta nel limbo di una vasta marea di anime gradevoli ma dimenticabili. Gli ultimi episodi, tuttavia, con l’introduzione di un nuovo nemico virtuale lasciano speranza per un futuro inquietante, diverso, sorprendente.
Perfetta, invece, è l’interpretazione alienata e inquietante dei doppiatori giapponesi: Daisuke Hirose, Nobunaga Shimazaki e Akio Otsuka. Ancora, Aya Endo, Aoi Yuki, Ryohei Kimura e Hiroki Nanami. Infine Kenjiro Tsuda, Rie Takahashi e Inori Minase.
Good Night World: valutazione e conclusione
Good Night World è una serie animata che rispetta il materiale da cui trae spunto nello stile e nell’atmosfera, grazie alla abilità naturale del regista nel ricreare atmosfere inquietanti e alienate. In una grande esercitazione di creatività e fantasia, il regista Tomohiko Ito stabilisce un dialogo unico con le sue opere precedenti, stabilendosi in modo granitico con la sua voce personalissima ed intelligente.
Nonostante la trasposizione del comic giapponese del 2015 non racconti una storia propriamente originale – che aggiunge poco o niente al panorama generale in quanto a ricchezza narrativa – la sua presenza nel catalogo Netflix è godibile e positiva. Perché sottolineare la pericolosità del mondo virtuale, della realtà parallela, della vita vissuta online, è sempre un’iniziativa utile ed importante. Proprio per un tema così trattato, presente nella produzione contemporanea, è difficile affermarsi come voce fuori dal coro, come opera rivoluzionaria in grado di raccontare risvolti insondati della modernità.
Il futuro della serie, tuttavia, è ancora da scrivere e i prossimi episodi potranno sovvertire le aspettative del pubblico, svelando un’opera sconvolgente e ricca di spunti.