Halt and Catch Fire 4: recensione season premiere della serie con Lee Pace
Joe, Gordon, Donna e Cameron sono tornati per la quarta ed ultima stagione di Halt and Catch Fire.
È trascorso quasi un anno dalla conclusione della terza stagione di Halt and Catch Fire – potete leggere la nostra recensione cliccando qui. La serie, creata da Christopher Cantwell e Christopher C. Rogers nel 2014 ed in onda sullo stesso canale che ha ospitato le serie cult Breaking Bad e The Walking Dead, AMC, ha debuttato con una season premiere di due ore – con i primi due episodi – introducendo la quarta ed ultima stagione dello show. Pensare che questa serie stia per concludersi ci porta a provare un certo rammarico. Lo show, nelle tre stagioni precedenti, ha ben dimostrato con coraggio e determinazione il suo grandissimo potenziale.
Cosa è successo ai protagonisti dopo la fine della terza stagione? Cosa accadrà ora in Halt and Catch Fire?
Come ricordiamo dallo scorso ottobre, i quattro protagonisti si ritrovavano riuniti ad un tavolo, apparentemente riappacificati, per intraprendere insieme un nuovo viaggio professionale. Un viaggio sulla strada del nascente World Wide Web. Il futuro dell’informatica e del mondo intero.
La prima parte della season premiere intitolata So it Goes si apre con una dinamica successione di immagini che mostrano cosa è accaduto a Gordon Clark e Joe Macmillan in questo tempo. I due, infatti, ora sono nuovamente riuniti e portano avanti la loro nuova società informatica ISP. Un lungo e particolare piano sequenza segue proprio il personaggio interpretato da Scott McNairy (Gordon) attraverso quelli che poi scopriamo poi essere tre anni. Durante questo periodo, Cameron si è stabilita a Tokyo con suo marito Tom, e, abbandonando Gordon e Joe, ha contribuito al fallimento di un web browser progettato proprio dal trio, Lodestar. Dall’altra parte, invece, vediamo Donna. Ormai indipendente ed in carriera, l’ex moglie di Gordon lavora con successo per la concorrenza.
Ci troviamo nei primi anni ’90 e il cambiamento temporale è fortemente tangibile
Così come è sempre accaduto, le dinamiche personali dei protagonisti li portano costantemente a scontrarsi prima con se stessi e poi con gli altri facendo vacillare i progetti lavorativi in cui sono immersi. Nonostante credano fortemente nelle loro idee, i personaggi devono anzitutto combattere con le loro paure, i loro fantasmi e le loro tentazioni e passioni.
Le prime due puntate di stagione mostrano appunto questo e si focalizzano in particolare nei due personaggi chiave di Halt and Catch Fire: Joe Macmillan, interpretato da Lee Pace, e Cameron Howe, interpretata da Mackenzie Davis. Il rapporto contrastato tra i due li porta continuamente a perdersi e ritrovarsi come il gioco dello yo-yo che ti allontana e ti avvicina in una danza quasi snervante, ma senza fine. Siamo a conoscenza dei trascorsi fra i due, sappiamo che le due personalità sono talmente potenti da cozzare sonoramente, eppure, come due calamite, finiscono inevitabilmente insieme come destinati da qualcosa di inesplicabile ed invisibile.
Guardando l’altra faccia della medaglia troviamo il brillante personaggio di Donna Clark, interpretato da Kerry Bishè. Figura prorompente e determinata sprizza tutta l’autorevolezza e la determinazione di una donna che vuol nascondere lo sfacelo della vita privata esaltandone la posizione di energica e combattiva donna d’affari.
Alla fine, il successo di Halt and Catch Fire è sempre questo: la forza narrativa dei suoi quattro personaggi principali rapportati ad una storia orizzontale che ben si colloca nel suo contesto. L’utilizzo di un linguaggio informatico forbito ed autentico, assieme al giusto inserimento temporale fanno sì che la serie si collochi tra le perle televisive da non lasciarsi sfuggire. Il dramma informatico è solo la punta di un iceberg che va sondato e scoperto di volta in volta.