Happy! – stagione 2: recensione della serie Netflix

Recensione della stagione 2 di Happy!, la serie distribuita da Netflix che, senza esclusione di colpi, unisce unicorni alati a scuoiamenti e fiumi di alcool.

Che mondo sarebbe senza Nick Sax? Su Netflix è arrivata la seconda stagione di Happy!, la serie del network Syfy tratta dall’omonimo fumetto di Grant Morrison e, a quanto pare, è riuscita a non perdere un colpo. La serie è uno dei prodotti più violenti e più splendidamente pop degli ultimi anni, un vero e proprio gioiellino (ricoperto di schizzi di sangue, ma pur sempre un gioiellino).

Happy!: recensione della folle serie Netflix

La storia ruota attorno a un ex poliziotto, interpretato da Christopher Meloni (ex volto noto di Law & Order – Unità vittime speciali, il che rende la sua presenza esilarante), di nome Nick Sax. L’uomo è un alcolizzato incline a scoppi di rabbia, caratteristica che gli è costata il distintivo. Da allora Nick è un mercenario alle dipendenze della malavita della città, ma tutto cambia quando un’organizzazione criminale rapisce sua figlia, che lui non sapeva nemmeno di avere, insieme ad altri bambini. Nick viene chiamato in causa da Happy, l’unicorno azzurro amico immaginario della bambina (doppiato nella versione originale dal grandioso Patton Oswalt). Insieme a Happy, Nick si è vendicato scoprendo una rete inquietantissima guidata da Sunny Shine, la star di un programma per bambini, dal sicario Smoothie e dallo psicopatico Very Bad Santa.

Happy! cinematographe.it

Da allora le vite di Nick, sua figlia Hailey e del’l’ex moglie Amanda non sono più le stesse: riuscire a dimenticare quello che è successo è quasi impossibile. Happy ha abbandonato Hailey, convinto che la bambina non abbia più bisogno di lui e ora l’unicorno volante è partner a tempo pieno di Nick il quale sta tentando di ripulirsi. Nel frattempo, però, Sunny ha un nuovo piano: riportare in auge la Pasqua grazie a una serie di atti violenti che possano attirare l’attenzione sulla comunità cattolica. Tra trafficanti di organi e suore che esplodono a Times Square, questa volta non è Babbo Natale il vero pericolo, ma un coniglio pasquale vestito di lattice nero.

Happy!: la stagione 2 non risparmia la violenza, ma quanto è divertente

Happy! è una di quelle serie arrivata e passata in sordina. Non è un prodotto per tutti e questo è chiaro. Lo show è violentissimo e cruento: non teme in alcun modo di ferire la sensibilità dei suoi spettatori, un po’ come il fumetto di Morrison (uscito nel 2012) aveva fatto a suo tempo. Gli scatti d’ira di Nick, le scene di lotta all’ultimo sangue, la sessualità esplicita, vengono mostrati senza filtri di sorta, con la consapevolezza che qualunque sconto non farebbe altro che tradire lo spirito stesso della serie.

Il lunghissimo filo rosso di Happy!, infatti, è la contrapposizione tra la gioia di un unicorno azzurro, l’innocenza dei bambini, il candore delle feste (natalizie o pasquali, poco importa), con i pugni in faccia, gli squartamenti, le amputazioni, i fiumi di alcool, le prostitute e le deviazioni sessuali. Non una passeggiata, insomma, ma il risultato è un insieme irresistibile che nella seconda stagione schiva magistralmente il rischio più grosso di tutti: la ripetizione.

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A bloccare la strada del ritorno di Happy!, infatti, c’era un concetto fondamentale: la serie sarebbe stata in grado di evitare di tornare sugli stessi argomenti? C’era davvero bisogno di tornare a raccontare la stessa storia, con gli stessi protagonisti, intenti a fare le stesse cose? Il pericolo è stato scampato e la serie devia su sfumature che nella prima stagione erano state solo accennate. Dopo i primi episodi a rilento, infatti, la seconda stagione torna sul binario giusto e ci regala un’esperienza che – senza dubbio – non è fatta per i deboli di cuore. O di stomaco.

Tra grandi ritorni (i cattivoni Sunny Shine e Smoothie, inquietanti ed efficacissimi) e nuove avventure, scopriamo meglio la costruzione del rapporto tra Nick e la figlia Hailey, scopriamo l’evoluzione di un amico immaginario in una ritrovata crisi esistenziale e scopriamo le difficoltà necessarie che si presentano nel superamento di un trauma.

Nella seconda stagione ci sono esoterismo e possessione, conigli pasquali e uova nascoste, traffico di organi e corse di cavalli. Insomma: non manca nulla nel clamoroso ritorno di Nick Sax e del suo mondo fatto di criminali sanguinari e pessima igiene personale che, diciamolo, è molto poco Happy.

Così come è molto poco Happy il fatto che Syfy abbia deciso di cancellare la serie, senza e senza ma. Un vero peccato, considerando che il network aveva per le mani un prodotto interessantissimo. Che terribile occasione sprecata.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.5

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