Hawkeye: recensione finale della serie Marvel su Disney+
Con il sesto episodio, Hawkeye chiude il cerchio su Disney+ con un racconto divertente e soprattutto scritto con il cuore.
È con la settimana che porta al Natale che ci saluta Hawkeye, la serie Marvel su Clint Barton e la sua nuova partner Kate Bishop. Questa nuova storia targata Marvel ci ha portato infatti nel vivo delle festività, con un’impronta da buddy movie che ha donato sincerità e carisma ad ogni personaggio. Giunti alla conclusione, possiamo dire che è stata un’idea azzeccata, nonché il modo migliore per raccontare l’incontro tra Clint e la giovane e scapestrata Kate. C’è qualcosa di reale nel personaggio della nuova eroina, un qualcosa che la avvicina moltissimo a noi: Hawkeye riporta gli eroi ad un piano più terreno. Soprattutto nel sesto e ultimo episodio intitolato So This Is Christmas? sarà proprio una conversazione in particolare tra la ragazza e il suo eroe a dare un senso a tutto il racconto.
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In molti hanno criticato la serie per una sorta di lentezza narrativa, aggravata dall’elevato numero di personaggi. Da un certo punto di vista questo è vero, ma non per quanto riguarda la staticità del racconto. La pluralità dei personaggi ha counque appesantito Hawkeye, che nel finale ha chiuso molte storyline in un modo che non ci aspettavamo. Eppure, al di là di qualche ingenuità, la serie ci regala un episodio adrenalinico, divertente e in molte occasioni suggestivo. Lasciando da parte la chiusura di alcuni personaggi, l’arco narrativo di rilevanza (quello di Kate e Clint) è stato costruito e chiuso in maniera ottimale. Non possiamo che essere davvero soddisfatti del percorso di entrambi. Perché Hawkeye non ci mostra solo la origin story di una nuova eroina, ma dà spazio ad un eroe fino ad ora lasciato un po’ ai margini. La serie ci dà l’opportunità di approfondire la storia di Clint, specialmente dopo gli eventi di Avengers: Endgame e lascia al personaggio lo spazio per evolversi, anche grazie alla partnership inaspettata con la giovane Bishop: dalla solitaria spia a un eroe del popolo.
Hawkeye un racconto ciclico a tema natalizio
Il quinto episodio di Hawkeye si era chiuso con un grande colpo di scena: l’arrivo di Wilson Fisk alias Kingpin, il famoso boss del crimine interpretato da Vincent D’Onofrio ritorna in casa Marvel dopo la fine di Daredevil su Netflix. In un video che Yelena Belova invia a Kate, la ragazza scopre che il capo della Tracksuit Mafia è in combutta con Eleanor Bishop, la madre di Kate. Dietro l’omicidio di Armand e quello tentato ai danni di Clint, si cela proprio la donna che, dopo la morte del marito, ha cercato negli anni di estinguere il debito che la sua famiglia aveva proprio con Fisk. Eppure, quando le sue azioni hanno messo in pericolo Kate, Eleanor ha cercato di uscire dall’accordo. Ma quando c’è di mezzo Kingpin, la storia non si chiude facilmente. Fisk infatti, tenterà di uccidere Eleanor e tutti coloro che sono collegati a lei. Si scatena così una battaglia tra la Tracksuit Mafia e il duo composto da Kate e Clint. Nel mezzo troviamo anche Yelena in cerca di vendetta, una Maya tornata in sé e dei divertenti, quanto improvvisati alleati.
Hawkeye, per il suo gran finale, adotta una vecchia tecnica cinematografica: la chiusura ciclica; i personaggi si riuniscono a un party come la prima volta, ma ad essere cambiate sono le dinamiche che li uniscono. È proprio a una festa nel primo episodio, che Kate conosce Jack e Armand, ancora ignara del segreto di Eleanor e dell’identità di Ronin. Giunti al sesto e ultimo episodio, Kate è di nuovo a un party, ma più consapevole dell’oscurità che avvolge la sua famiglia e del suo futuro di eroina. Le sorti saranno ben diverse da quello scontro preliminare con i criminali in tuta rossa, perché stavolta non è sola. A nostro avviso questo espediente offre un ottimo parallelismo tra la Kate all’esordio e la sua presa di coscienza finale. Da una parte avevamo una ragazza che non sapeva che farsene delle proprie abilità, del proprio retaggio e futuro. Ora, abbiamo una donna che accetta la chiamata del destino, quella a cui ogni eroe deve rispondere. Occhio di Falco non è solo il suo eroe, è il suo partner e amico, un uomo che accetta il ruolo da mentore e la indirizza verso una nuova strada. Allo stesso modo, Kate fa capire a Clint cosa ha rappresentato per lei: “Quando ero piccola, c’è stata un’invasione aliena. E io ero sola. Ero terrorizzata. Poi ho visto te che combattevi gli alieni con un legnetto e un cordino. Ti ho visto saltare da quel palazzo senza saper volare, senza superpoteri. E ho pensato: se lui può fare quello, io non posso essere spaventata. Mi hai mostrato che essere un eroe non è riservato a chi sa volare o sparare laser dalle mani, ma è per chiunque sia abbastanza coraggioso da fare la cosa giusta a qualunque costo”.
Tra frecce truccate e combattimenti decisivi
Le parole di Kate sono un monito per chiunque, anche per quegli agenti nerd che alla fine combatteranno al loro fianco. Ed è sconcertante come solo attraverso un costume la gente li possa orma prendere sul serio: un po’ come affermava Mysterio in Spider-Man: Far Frome Home. L’episodio di Hawkeye ci regala anche un vasto assortimento di frecce truccate e i nuovi costumi di Kate e Clint. Il design riprende quello fumettistico, e in particolare quello della run di Fraction ed Aja. È quel branding di cui parlava la giovane Bishop, che ci restituisce un Occhio di Falco più fedele alla sua controparte cartacea. Il momento tra i due è molto bello, nonché davvero interessante per quanto riguarda l’effetto di ogni singola freccia. Gli eroi si devono però confrontare con i mostri del passato e quelli presenti, ecco perché la serie porta in scena più combattimenti. Partiamo con quello tra Kate e Yelena, un momento divertente in cui emergono differenza d’addestramento tra le due. In seguito la ragazza si scontrerà nientepopodimeno che con Kingpin. Quella a cui assistiamo sembra essere una versione del tutto nuova del villain rispetto a quanto visto in Daredevil; che si tratti di un vero e proprio reboot del personaggio? Lo scopriremo, forse, nella serie stand alone su Maya Lopez, Echo.
Qui troviamo un Wilson Fisk molto più grosso, che si accompagna con il caratteristico bastone. Ma ciò che lo rende davvero stravagante è la camicia hawaiana e la catena al collo, un outfit molto vicino a quello dei suoi tirapiedi, ma lontano dalla solita classe che lo contraddistingueva in Daredevil. Inoltre, la sua forza sembra essersi raddoppiata, tanto che prenderà il sopravvento più volte sulla povera Kate che però alla fine riesce ad avere la meglio grazie ad una serie di trucchetti inaspettati. Yelena raggiunge Clint, e alla fine accetterà il fatto che la sorella non è stata uccisa dall’Avenger come le era stato detto, ma che è stata proprio Natasha a scegliere di sacrificarsi per l’umanità. Il momento, dobbiamo ammetterlo, si chiude molto facilmente, ma comunque non toglie consistenza al rapporto tra i due. La scelta con cui Clint decide di abbassare le difese emotive di Yelena, ricorda molto quella utilizzata in Batman V Superman, quando il kryptoniano nomina la madre Martha. Tralasciando questo parallelismo, ogni combattimento ha un senso più profondo. Quello tra Clint e Yelena rappresenta un modo per chiudere con il passato di entrambi e andare avanti. Invece, quello tra Fisk e Kate determina il punto di rottura, lo scontro con gli scheletri nell’armadio della sua famiglia e una vera e propria entrata nel mondo degli adulti e delle scelte difficili; ne è un esempio la scelta di far arrestare sua madre.
Quello di Clint e Kate è un arco narrativo realizzato con il cuore
Osservando il percorso narrativo dell’intera stagione non possiamo che essere soddisfatti di Hawkeye; la serie infatti ha dato più importanza ai sentimenti e ai conflitti interiori dei personaggi piuttosto che all’azione sfrenata. È una serie ben diversa da tutte le altre, ma comunque emozionante. È proprio come dice Kate: al di là di qualsiasi potere, è il coraggio a distinguere un eroe. Ed è proprio il coraggio degli ideatori a rendere questo prodotto Marvel un piccolo gioiellino all’interno del Marvel Cinematic Universe. Perché con leggerezza e intimità la serie ci parla di un Avenger che ha avuto poco spazio all’interno dei film, e di una nuova eroina che in pochissimo tempo ci ha conquistato tutti. Hawkeye è davvero una boccata d’aria fresca dopo i conflitti planetari, battaglie da multiverso e superpoteri al limite del divino. Con Clint Barton torniamo a un piano più reale, a nemici cittadini senza enormi navi spaziali. Sono tutti esseri umani, con il loro pregi e difetti. Certo, possiamo rintracciare qualche ingenuità narrativa e dei piccoli difettucci, ma ciò che risalta maggiormente è il cuore con cui la serie è stata ideata.
Come succede ormai in ogni serie di Disney+, c’è un altro un personaggio “fake” sul quale si erano costruite diverse teorie. Per WandaVision si è trattato del finto Quicksilver, in Loki era invece la suddetta apparizione di Mephisto. In Hawkeye il personaggio inaspettato è Jack Duquesne che, nella versione cartacea è un villain con il nome di battaglia di Spadaccino. Nei fumetti, è stato anche il mentore di Clint Barton e un affiliato di Kingpin. Alla fine di So This Is Christmas? scopriamo che non è nessuna di queste cose, ma solo un uomo abile nella scherma che si è innamorato della donna sbagliata. Ma sarà davvero così? Per adesso la Marvel non ha rivelato molto altro sul destino del personaggio, lasciandoci un po’ con l’amaro in bocca. Sono molte le stravaganze della serie, a partire da Kingpin, ma ciò non toglie nulla alla sua portata emotiva e ad un finale aperto su molte diramazioni. Alla fine Clint sembra accettare Kate come nuova Occhio di Falco, ma quale sarà invece il suo futuro? Si ritirerà una volta per tutte e lascerà spazio alla nuova recluta o continueranno a combattere insieme? Il buon vecchio Kevin Feige dovrà darci presto delle risposte. Per il momento, sappiamo che Maya Lopez tornerà in una serie tutta sua, con un Kingpin più presente e forse un’apparizione di Matt Murdock. Nel finale scopriamo anche la verità sull’orologio dell’Avengers Coumpound, che cela l’identità di un vecchio agente SHIELD: Laura Barton. Tony lo aveva ipotizzato in Avengers: Age of Ultron, ma nessuno lo aveva preso sul serio. Insomma, Hawkeye chiude il cerchio di un vero e proprio racconto natalizio, con la famiglia Barton riunita insieme a Kate. Potevamo chiedere di più a questi due arcieri? No, perché Jeremy Renner e Hailee Steinfeld ci hanno regalato due personaggi splendidi e divertenti.