Hijack – Sette ore in alta quota: recensione della serie Apple TV+
La recensione di Hijack - Sette ore in alta quota, il nuovo thriller targato Apple Tv+ con protagonista Idris Elba, disponibile dal 18 giugno con i primi due episodi su sette.
Disponibile su Apple TV+ con le sue prima due puntate (le altre cinque a cadenza settimanale ogni mercoledì), Hijack – Sette ore in alta quota è la nuova serie thriller con protagonista l’ottimo Idris Elba nei panni di un negoziatore aziendale chiamato ad usare tutta la sua astuzia per cercare di salvare i passeggieri di un aereo dirottato verso Londra.
La trama di Hijack – Sette ore in alta quota
Il volo in questione, il KA29 decollato a Dubai e diretto verso la capitale britannica, inizia il suo viaggio nella routine più abituale degli aeroporti di tutto il mondo. I passeggieri, di qualsiasi età ed estrazione sociale, si siedono nelle loro postazioni fra battibecchi e scomodità, mentre i due piloti si assicurano di aver azionato e rodato al meglio la loro postazione di controllo comunicando con i relativi assistenti sia a bordo a terra per partire in sicurezza.
Tutto procede nei parametri standard di un qualsiasi tragitto in alta quota, ma dopo il ritrovamento accidentale di un proiettile nel bagno da parte di una giovane passeggera, la quiete del volo KA29 inizia lentamente a trasformarsi in qualcos’altro, finché la tensione esplode. Un gruppo di terroristi che si fingevano viaggiatori comuni, sfodera delle pistole incitando chiunque a non fare un passo falso e consegnare loro tutti i cellulari. Comunicare al di fuori per chiedere aiuto è diventato impossibile, tuttavia, il passeggero Sam Nelson è l’unico in grado di poterli salvare.
L’uomo infatti è un esperto negoziatore che lavora per conto di grandi aziende. La sua abilità consiste nel mettere in atto strategie ad alto rischio per scampare a probabili stragi, eppure stavolta, quella stessa strategia, potrebbe essere la sua rovina. A terra invece l’attenzione del caso è nelle mani di Zahra Gahfoor, un agente dell’antiterrorismo che potrebbe diventare egli stesso parte delle indagini.
Tutto in un attimo
Narrato in tempo reale, dedicando ad ogni ora vissuta su quel volo un episodio da circa cinquanta minuti, Hijack si mostra agli abbonati di Apple Tv+ con due episodi convincenti che predispongono a più livelli la tensione e l’acuirsi progressivo della drammaticità mostrando le piccole e invisibili azioni sottobanco dei dirottatori nel trasformare all’improvviso un tranquillo viaggio in aereo in una probabile catastrofe.
La prima parte del pilot infatti si dedica quasi completamente all’ordinarietà dei gesti del personale a bordo e dei vari nuclei di passeggeri intenti a trascorrere un itinerario nei cieli di 7 ore fra risposo, incontri e intrattenimento personalizzato, per poi sparigliare le carte e far detonare la suspense nel panico generale di una situazione messa in serio pericolo a chilometri e chilometri di distanza dalla sicurezza della terra ferma.
Interessante infatti sarà vedere se e come i creatori George Kay (“Lupin”, “Criminal”) e Jim Field Smith (“Criminal” “Truth Seekers”), riusciranno o meno a mantenere per tutto l’arco narrativo l’adrenalina tipica di narrazioni catastrofiche come questa, usata qui come arma per tenere in mano l’attenzione degli spettatori, bilanciando la tensione con la drammaticità di possibili morti e le manovre del tutto e per tutto dell’agente antiterroristico interpretato da Archie Panjabi e le sue impensabili complicità.
Hijack – Sette ore in alta quota: valutazione e conclusione
Contenuta in uno spazio fisico claustrofobico come quella dell’aereo, e in uno temporale delle sette ore necessari all’atterraggio, Hijack è un prodotto che non emerge all’interno del catalogo per la sua folgorante originalità, ma se siete alla ricerca di un concentrato di azione e nervosismo, di rischi e di possibili deragliamenti, di una dose di spettacolarità e di un protagonista assoluto che ha sulle spalle il fardello pesantissimo di oltre duecento vite, allora questa è una serie che potrebbe fare il caso vostro. Se avete la fobia dell’alta quota, allora meglio lasciar perdere.