His Dark Materials – Queste oscure materie – stagione 3: recensione della serie TV Sky

Daimon, multiverso e angeli oscuri ampliano la mitologia di His Dark Materials in una stagione tutta da scoprire!

La guerra per la libertà ha inizio. Le truppe del multiverso si uniscono sotto un’unica bandiera, quella di Lord Asriel Belacqua. La soppressione da parte dell’autorità ecclesiastica sta per scontrarsi con la ferrea volontà dei popoli di ogni mondo. Ma gli esseri umani sono soltanto pedine di un gioco cosmico, fatto di angeli e divinità. I mortali sfidano Dio, e il suo terrore del libero arbitrio. His Dark Materials per la terza e ultima stagione accelera il passo, con un worldbuilding molto più complesso e articolato. Dobbiamo dirlo, i primi due episodi, disponibili su Sky dal 21 dicembre, ci hanno convinto, per quanto non siano esenti da errori. Quest’ultimi sono gli stessi delle stagioni precedenti ma qui più eventi per la compressione narrativa.

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Il viaggio della giovane Lyra e dei suoi amici sta per giungere al termine, prima di quanto ci aspettassimo. Ebbene sì, perché la storia tratta dai romanzi di Philip Pullman avrebbe richiesto un numero maggiore di stagioni. La contrazione degli eventi va a minare il coinvolgimento emotivo, quanto la linearità del racconto. Un problema che His Dark Materials compensa con un cast fenomenale, a partire dalla fantastica interpretazione di Ruth Wilson nei panni di Marisa Coulter. Non solo, la regia sembra essere più dinamica, abbracciando una certa epica alla trama. Nel complesso la terza stagione è partita con il ritmo giusto, per quanto scandita da discorsi didascalici su ciò che prima era celato.

His Dark Materials- Stagione 3: recensione; Cinematographe.it

His Dark Materials punta in alto, non nella forma ma nel contenuto. La serie abbraccia infatti la critica verso il sistema ecclesiastico e la religione. Tema già presente nei romanzi e che è costato all’autore il bando in diversi paesi. La storia ci parla della libertà d’espressione, artistica e amorosa, tutto ciò che viene soppresso in nome dell’omologazione e della “sicurezza”. Molto di tutto ciò ci ricorda il mondo in cui viviamo, o comunque il nostro passato. Il nome della saga trae ispirazione da un verso del Paradiso Perduto di John Milton, da cui l’autore ha anche estrapolato la componente della sfida a Dio. Ma addentriamoci ora in ciò che è stato mostrato nei primi episodi della terza stagione.

Le pedine di His Dark Materials sono tutte sulla scacchiera

Dafne Keen nei panni di Lyra Belacqua - Cinematographe.it

La terza stagione di His Dark Materials riprende esattamente da dove avevamo lasciato i protagonisti in quella precedente. Un prologo ci illustra il tema di quest’annata, la guerra tra gli angeli e colui che siede sul trono dei cieli, non un dio ma un angelo oscuro. Lyra è tenuta prigioniera dalla madre, il cui intento è proteggerla dal Megisterium. Will vaga tra i mondi alla sua ricerca, mentre Lord Asriel mette insieme il suo esercito. Gli angeli camminano tra noi, e il Magisterium è alle calcagna di Lyra, ritenuta Eva, figura arcaica progenitrice di ogni male. Quest’ultimo per l’autorità è il libero arbitrio, e se dovesse incontrare il serpente – altra figura della profezia – non ci sarà più scampo.

In sintesi è questo ciò che avviene nei primi due episodi di His Dark Materials, in cui molto viene concentrato per arrivare agli otto episodi. Il Lord Asriel di James McAvoy si fa qui protagonista, laddove nelle stagioni precedenti era più una guest star. Al contrario Lyra è pressoché assente, in quanto sedata da Marisa. A lei va la storyline onirica e nel quale la vediamo nel regno dei morti alla ricerca di Roger. Will fa la conoscenza degli angeli buoni, Baruch e Balthamos. Al momento non viene dato lo spessore richiesto, il giusto pathos per l’incontro tra mortale e divino. Tuttavia, la complessa mitologia della serie si fa qui più action, con interessanti passaggi con protagonista Asriel. Armato di fucile, piccoli compagni di altri mondi e il suo daimon Stelmaria libera un valoroso generale, interpretato da Adewale Akinnuoye-Agbaje.

His Dark Materials - stagione 3: recensione; Cinematographe.it

I Daimon continuano ad essere qualcosa di magnifico. Manifestazione fisica dell’animo di una persona, assumono le sembianze di animali parlanti. I protagonisti di His Dark Materials si confrontano con la parte più interna di loro stessi, si guardano allo specchio senza poter rifuggire da ciò che sono. Lo vediamo nel rapporto tra Asriel e Stelmaria, ma anche tra Marisa e la sua silente scimmia dorata. A nostro avviso la serie Jack Thorne non ha niente da invidiare ad altri prodotti di genere, anche con tutti i suoi errori. I piccoli inciampi li perdoniamo, perché laddove le parole falliscono ci pensano gli occhi dei protagonisti.

Ruth Wilson una spanna sopra tutti

Ruth Wilson è la perfetta Marisa Coulter. Il suo sguardo, le sue movenze fino al tono di voce, tutto ci attrae e ci respinge come solo il suo personaggio sa fare. Marisa è una donna all’apparenza fredda, spietata e manipolatoria, ma dentro coltiva un amore malsano per la figlia Lyra. Il suo senso protettivo viene portato all’eccesso, mostrando tutte le sue contraddizioni e la sua forza davanti al pericolo. Lo dimostra nel confronto con Will e con i membri del Magisterium. Al secondo posto troviamo solo l’Asriel di McAvoy, un uomo che non si è fatto scrupoli ad uccidere un bambino innocente pur di portare avanti i suoi piani. Un uomo che ha sacrificato tutto, abbandonando addirittura una figlia ritenuta non così speciale, ma che il suo Daimon non smette di ricordagli.

Insomma, His Dark Materials porta in scena le contraddizioni del genere umano, di ciò che saremmo disposti a fare in nome dei valori più alti. Detto ciò, non si esclude la caduta di Asriel, qui più vicino a diventare il villain. Vorrebbe sconfiggere la morte stessa, ma se non ricordiamo male Anakin Skywalker ha ceduto al lato oscuro proprio per impedire la morte di Padme. Qualcosa ci dice che la nostra teoria non è così strampalata, visti anche gli sguardi che i membri del suo consiglio sembrano lanciargli.

His Dark Materials Iorek - Cinematographe.it

Inoltre, la CGI continua a rimanere su livelli molto alti e superando lo standard delle stagioni precedenti. Lo dimostrano le scene con Iorek Byrnison, il re degli orsi. Diverse sono le scene che lo vedono coinvolto, e nel secondo episodio risalta per una messa in scena davvero emozionante. Lo stesso principio vale per i Daimon e i nuovi essere del multiverso, ma non per la rappresentazione degli angeli. Nella loro forma eterea, fatta di polvere, acquistano un’aura mitica che va a perdersi quando assumono forma umana. Il prospettico è fin troppo visibile e le lenti colorate troppo posticce, tant’è che sembrano uscire da una serie low budget, cosa che His Dark Materials non è. Per noi è l’occasione mancata di portare in scena degli angeli diversi dallo standard televisivo e che invece si uniforma a un rodato immaginario.

I punti forti della terza stagione di His Dark Materials

Quelle oscure materie - stagione 3: recensione; Cinematographe.it

Siamo curiosi di conoscere il destino dei personaggi di His Dark Materials, oggi più che mai. La mitologia di Pullman prende qui forma in tutta la sua complessità e non possiamo che esserne felici. Certo, come abbiamo sottolineato precedentemente, questo mina la linearità del racconto, scomposto in micro storie alcune volte scollegate. Pensiamo alla storyline di Mary Malone, la scienziata vaga senza una meta apparente. È alla ricerca di Lyra, ma niente di più. Ci auguriamo che dal terzo episodio in poi si ingrani un po’ di più, unendo alcuni dei personaggi.

La serie di Jack Thorne non è l’high fantasy da hype spasmodico, l’evento che raduna migliaia di fan sfegatatie arzigogolate teorie del web. Questo no, ma His Dark Materials sa comunque il fatto suo, emancipandosi da una narrativa sci-fi rodata e stantia. La dicotomia tra bene e male viene inesorabilmente accantonata, lasciando soltanto spazi di grigio. La lotta è quella per la libertà, ma gli “eroi” di questa guerra non sono così buoni e puri. Non solo, la figura genitoriale viene scomposta nelle sue singole parti, osservata da una lente deformata; un po’ come se i difetti fossero ingigantiti dal blow-up. La schiettezza di molte scene, riguardante a volte anche dei bambini, poteva avvenire solo su HBO, e dobbiamo ringraziare per tale maturità della narrazione.

Amir Wilson nei panni di Will Parry in Quelle oscure materie - Cinematographe.it

Insomma, His Dark Materials percorre la navata che ci porterà al momento clou, il gran finale in cui tutti i nodi verranno al pettine. Personaggi cadranno, moralmente o fisicamente, altri risorgeranno dalle proprie ceneri per tramutarsi in qualcosa di più. Asriel e Marisa verranno condotti ad una redenzione o per loro è ormai troppo tardi? È ancora presto per saperlo e non possiamo far altro che aspettare le prossime puntate.

Disponibile su Sky dal 21 dicembre, la terza stagione di His Dark Materials è composta da otto episodi in uscita a cadenza settimanale con un doppio appuntamento.  

Regia - 4
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 3.5

3.7

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