House of the Dragon – Stagione 2: la recensione (senza spoiler). Che la danza dei Draghi abbia inizio!

Le nuove puntate del prequel de Il Trono di Spade vedono l’inizio della guerra civile che coinvolgerà la famiglia dei Targaryen. Una stagione avvincente che non risparmierà i colpi di scena ai quali ci ha abituati il creatore della saga George R.R. Martin.

I sette Regni sono in subbuglio, la “danza dei Draghi” sta per compiersi nella seconda stagione di House of The Dragon, prequel de Il Trono di Spade, basata sull’opera Fuoco e sangue di George R. R. Martin, ambientata 200 anni prima degli eventi narrati ne Il Trono di Spade, che racconta la storia della Casa Targaryen. Westeros è sull’orlo di una sanguinosa guerra civile, con il Consiglio dei Verdi e quello dei Neri che combattono rispettivamente per Re Aegon e per la Regina Rhaenyra. Ciascuna delle due fazioni ritiene legittima la propria aspirazione al trono, tutti dovranno scegliere (come recita l’headline di questa stagione) quale fazione di Casa Targaryen sostenere. Negli otto nuovi episodi targati sempre HBO sono di nuovo protagonisti Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Eve Best, Steve Toussaint, Fabien Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e Rhys Ifans. Co-creatore e produttore esecutivo della serie è lo stesso George R.R. Martin; co-creatore, showrunner e produttore esecutivo Ryan Condal; produttori esecutivi sono Sara Hess, Alan Taylor, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Loni Peristere, Vince Gerardis. Dal 17 giugno su Sky e in streaming solo su NOW, in contemporanea assoluta con la messa in onda americana.

Dove eravamo rimasti

House of the dragon 2, cinematographe.it

Nella prima stagione il principe guerriero Daemon (Matt Smith) sposa la nipote Rhaenyra (Emma D’Arcy) per aiutarla a garantire la sua pretesa al Trono di Spade. Alla morte di re Viserys (Paddy Considine), padre di Rhaenyra e fratello di Daemon, i nemici all’interno della famiglia prendono però il potere. La regina Alicent (Olivia Cooke), seconda moglie di Viserys, in combutta con il padre Otto Hightower (Rhys Ifans), dopo un colpo di Stato, fa incoronare nuovo re Aegon, primogenito di Alicent e Viserys, usurpando di fatto il Trono e scatenando la rabbia di Rhaenyra. Nello scioccante finale di stagione assistiamo alla morte di Lucerys, secondogenito di Rhaenyra, e del drago Arrax, squarciati in volo da Aemond (secondogenito di Alicent) in sella al drago Vhagar. Un episodio che segnerà di fatto l’inizio di quella che sarà la guerra civile dei Targaryen, ovvero “la danza dei Draghi”.

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House of the Dragon – Stagione 2: la “danza dei Draghi” ha inizio

House of the dragon 2, cinematographe.it

Il dovere è sacrificio, gli uomini d’onore devono pagarne il prezzo, si apre così House of the Dragon 2, con quello che è il cardine di queste nuove puntate: il dovere di una regina di rivendicare il suo legittimo regno, il dovere di chi siede già sul trono di mantenere il potere, il dovere di schierarsi e di combattere in nome del proprio re o della propria regina. Dopo una prima stagione che ci aveva fatto capire quanto ci mancassero le vicende de Il Trono di Spade e che si è rivelata all’altezza delle aspettative, i nuovi episodi confermano quanto l’universo creato da George R.R. Martin non smetta di appassionare e di farci vivere sempre sul filo della tensione, osservando dinamiche di potere e i più profondi e a volte crudeli istinti umani che hanno molto a che vedere con la realtà, e non solo con il genere fantasy. Rhaenyra dopo la morte atroce di Lucerys e Arrax medita vendetta, la guerra è ormai inevitabile, ma il dolore è straziante. Al suo fianco c’è Daemon che continuerà con il suo modus operandi, con le sue trame che porteranno nel primo episodio a delle conseguenze drammatiche. Il principe ci ha da sempre abituati alle sue manovre imprevedibili e spesso istintive, e in queste nuove puntate la sua vera natura prenderà il sopravvento, mettendo Rhaenyra in serie difficoltà. D’altro canto Alicent è preoccupata per la piega che sta prendendo il regno del figlio Aegon, che già da tempo aveva dato prova della sua natura sadica, una caratteristica che contraddistingue molti della stirpe Targaryen. Un colpo di scena porterà la storia ad un punto di ritorno, riportandoci indietro nel tempo, allo spirito degli episodi più avvincenti del Trono di Spade che hanno fatto breccia nel cuore di tanti appassionati e che rimangono indimenticabili. Anche qui, ma si era già capito da tempo, non c’è posto per i buoni sentimenti, la misericordia, ma solo per l’orgoglio, il dominio sull’altro, non è un universo fatto per la pace.

Tra sangue e fuoco

House of the dragon 2, cinematographe.it
Olivia Cooke

Motore di queste vicende sono personaggi ambigui, malvagi, folli e nello stesso tempo conturbanti, portati in scena dal talento indiscutibile di tutto il cast: Tom Glynn-Carney interpreta il re Aegon, rendendo in pieno tutta la sua disturbante personalità, il classico esempio di un sovrano ingiusto e accecato dal potere che sembra logorarlo; Ewan Mitchell è il principe Aemond, forse tra i personaggi più inquietanti scritti da Martin, e l’attore inglese ne interpreta alla perfezione la freddezza e la cattiveria con una sguardo tutto da decifrare; e poi i “veterani” Matt Smith, Emma D’Arcy, Oliva Cooke, Rhys Ifans, divisi tra “Neri” e “Verdi”, vestono i panni di personaggi a tratti respingenti, che mantengono sprazzi di umanità che portano anche lo spettatore, come le diverse casate dei Sette Regni, a schierarsi da una parte o dall’altra, a tifare anche se scorre sangue fraterno, anche se il fuoco della “danza dei Draghi” ci ricorderà l’insensatezza della guerra, e l’utopia della pace, argomento di una certa importanza in questa stagione. Ma una volta saliti “in sella” ai draghi dei Targaryen dobbiamo aspettarci di tutto e prepararci a tanti momenti al cardiopalma.

House of the Dragon – Stagione 2: valutazione e conclusione

House of the dragon 2, cinematographe,it
Matt Smith

Una cura stilistica esemplare, a cominciare dalla nuova sorprendente sigla iniziale, ambientazioni spettacolari, una narrazione e una regia dinamica e immersiva che portano dritto al cuore degli intrighi dei Targaryen, nei misteri suggestivi dei Sette Regni, al centro delle battaglie, in un’epica fatta di strategie, trame intricate, passioni brucianti e crudeltà indicibili, sempre in nome del potere, sempre per continuare a sedere o scalare l’agognato trono di spade, per il quale per lungo tempo si continuerà a versare sangue. La seconda stagione di House of the Dragon si consolida come uno dei prodotti seriali più importanti degli ultimi anni, all’altezza del suo creatore George R.R. Martin, al quale dobbiamo l’esistenza di questo universo fantastico. Una serie che conferma l’importanza del racconto “old style”, che si prende il tempo di narrare i sentimenti e le ragioni che muovono le pedine di questa lunga storia, in opposizione ai tanti, e non tutti edificanti, prodotti da binge watching.  

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Regia - 5
Sceneggiatura - 5
Sonoro - 5
Fotografia - 5
Recitazione - 5
Emozione - 5

5