Huge in France: recensione della serie tv Netflix con Gad Elmaleh
La recensione della prima stagione di Huge in France, la serie tv comedy franco-americana originale Netflix di e con Gad Elmaleh
Il 12 aprile 2019 Netflix ha aggiunto sul suo catalogo gli 8 episodi della prima stagione di Huge in France. Una serie comedy di produzione franco-americana ideata dal comico e umorista francese Gad Elmaleh, Andrew Mogel, che firma anche la regia, e Jarrad Paul, con Gad Elmaleh (Olé!, Ti va di pagare?, Una top model nel mio letto) nel ruolo di se stesso, Errin Hayes, Matthew Del Negro, Scott Keji Takeda e Jordan Ver Hoeve.
Huge in France – Gad Elmaleh e la sua fama in Francia
Gad Elmaleh è famoso… in Francia. Ma lo è sul serio! Non può fare due passi in giro per Parigi senza essere fermato per un selfie o un autografo; ogni data dei suoi tour fa il tutto esaurito ed è invitato a tutti i talk show più importanti. Ma, come tanti uomini di successo prima di lui, anche Gad, ad un certo punto della sua vita, arriva a domandarsi: ma a cosa serve il successo, a cosa serve la fama, se non hai nessuno con cui condividerla? Se non hai nessuno che sappia veramente chi sei? Interrogativi che non fanno altro che aprirne altri, primo tra tutti: un’altra vita è possibile?
Proprio in quel momento Gad riceve una telefonata da Los Angeles, la sua ex Vivian (Hayes) vuole che il comico firmi le ultime carte riguardo la tutela di Luke (Ver Hoeve), loro figlio, fondamentale per la carriera da modello del ragazzo.
Per Gad è un segno del destino! Certo, suo figlio Luke, ecco la risposta a tutte le sue domande esistenziali: avrebbe riallacciato i rapporti con il ragazzo e sarebbe stato per lui il padre che non è riuscito ad essere fino a quel momento.
Gad parte per l’America, senza considerare che la sua ex famiglia non ha nessuna intenzione di riallacciare i rapporti con lui e, soprattutto, di non essere per nulla famoso in America.
Huge in France: una (mancata) riflessione sulla fama
Una premessa: Gad Elmaleh è comico famosissimo in Francia, una vera celebrità. Ha lavorato in molti film, anche americani, come Midnight in Paris di Woody Allen, ed è stato addirittura legato sentimentalmente a niente meno che Charlotte Casiraghi, secondogenita della principessa Carolina di Monaco.
Huge in France, come il titolo suggerisce, si concentra sul concetto di “fama”, interrogandosi su cosa significhi realmente, su come possa riempire la vita di una persona e soprattutto su come possa cambiare la percezione delle altre persone. E ci sono diverse idee che funzionano nella serie, come ad esempio la grande differenza di trattamento che ha Gad in Francia e in America oppure la forza del lato narcisista del protagonista, soprattutto nell’ambito del sex appeal.
Eppure la narrazione si allarga, mettendo tantissima carne al fuoco ed inserendo troppe tematiche. Come la ricerca di se stessi, seguire la propria vocazione, l’importanza dei rapporti umani, cosa è realmente essere una famiglia, ecc.. Il tutto condito da una parte comica naturalmente molto presente, evidenziata da uno sguardo tra il parodistico e il demenziale sul mondo della moda e dei social, sulla comicità da cabaret e sulla credibilità degli attori delle serie tv americane.
In questo grande calderone confuso, ma, in qualche modo, accattivante ci sono vincitori e vinti. Tra i primi spicca il protagonista, una spanna sopra tutti, per presenza e phisique du role, e Mattehw Del Negro, che arricchisce il suo Jason di mille sfaccettature e sfumature diverse, trasformandolo da personaggio più stupido a personaggio più complesso. A lui si deve la profondità della serie, è lui che regala gli attimi più drammaticamente umani, è lui l’unico volto intrigante, che spinge lo spettatore a concentrarsi un po’ di più su quello che succede. Onore a lui e bravo lui, che riesce anche a prendersi in giro in modo efficace e credibile.
Quello che soccombe purtroppo è il significato dell’intera stagione, perché non riesce efficacemente a fare nulla, mischiando troppo e non puntando mai forte in una direzione. Un’occasione assolutamente mancata. Anche perché gli elementi ci sono tutti e il confezionamento è inattaccabile.