Human Resource: recensione dello spinoff della serie Big Mouth
Human Resource è la serie spin-off di Big Mouth, da cui riprende il tono sgraziato, ma su uno sfondo sessualmente più evidente.
Human Resources, lo spin-off della popolare serie animata per adulti Big Mouth, è disponibile su Netflix dal 18 marzo 2022; con i suoi dieci episodi ci fa entrare a contatto con una singolare organizzazione dipartimentale per i rapporti umani che ha come dipendenti delle creature mostruose con la mission di aiutare i loro clienti (gli uomini sulla Terra) quando la vita diventa intollerabile, complicata o difficile da gestire. Con questo nuovo prodotto seriale provocatorio, la cui sceneggiatura è intrisa di sistematiche allusioni sessuali, gli autori Kelly Galuska, Nick Kroll, Andrew Goldberg, Jennifer Flackett e Mark Levin provano a svelare al pubblico un mondo che fornisce assist sui generis, facendolo entrare nel vivo del lavoro, dei segreti, ma anche delle preoccupazioni quotidiane delle inconsuete creature dell’Ufficio dei mostri che accompagnano gli umani in tutte le fasi della loro vita: dalla pubertà alla genitorialità fino alla vecchiaia. Fra queste ci sono Lovebug, mostri degli ormoni, Kitty Depressione, spiriti della vergogna e rocce sensate.
Human Resource: l’Ufficio dei mostri ai primi incarichi
Human Resources prova a sedurre il pubblico con un linguaggio scurrile e impertinente: un vero addestramento sulle “mostruose” regole dell’amore e sul funzionamento dei sentimenti i cui confini sono spesso indefiniti o analizzabili solo con il cuore. Vengono trattati sentimenti come l’amore, ma anche la paura che spesso blocca le nostre azioni, la bassa autostima, o gli stati d’animo come l’insicurezza. Se è vero che senza amore è impossibile fare le cose difficili, è anche vero che se non si ha il coraggio di fare qualcosa, o provare, non si sarà mai pronti a farla.
In questo strano mondo ideato dai creatori di Big Mouth, c’è un “tubo oracolare” che non ammette alternativa alcuna e decide le assegnazioni degli incarichi dei mostri dell’Ufficio. Anche i suoi deformi dipendenti, come i loro clienti, vengono sottoposti a prove di coraggio, a stress o a percorsi di formazione o di sensibilizzazione. Le cose in Ufficio iniziano a movimentarsi quando Becca scopre di essere incinta e Sonya the Lovebug viene licenziata. Il tubo sentenzia il primo incarico della stagione: a causa dell’imminente parto di Becca, Emmy subentrerà a Sonya come Lovebug (cioè come creatura in grado di calmare la propria cliente, di farle scegliere sempre e comunque la via dell’amore per il suo bene e per il benessere di chi le sta intorno) fino a quando non sarà trovata la sua sostituta. Riuscirà Emmy ad essere all’altezza dell’incarico? Insomma Human Resource offre oltre un milione di lezioni sull’amore.
I creatori riprendono il tono sgraziato di Big Mouth su uno sfondo sessualmente più evidente
Con Human Resources i creatori riprendono il tono sgraziato di Big Mouth, ma su uno sfondo sessualmente più evidente. “L’ipnosi” dello spettatore dura poco oltre la scena d’apertura. Sì è molto distanti dalla godevole comicità che ha caratterizzato i primi capitoli di Big Mouth o da un tipico intrattenimento intelligente. Lo show televisivo, il cui stile di animazione non ha una buona attrattiva, mostra alcuni punti di forza come ad esempio i discorsi motivazionali, l’ironia giocata sui temi della libertà e dell’indipendenza o la caratterizzazione di alcuni personaggi come Emmy the Lovebug (doppiata da Aidy Bryant) che partendo da un loop da disistima di sé riesce poi a diventare la perfetta “love trainer”. Emmy è la prova vivente che tutto è possibile quando ci si cimenta. Ma dovendo offrire, in questa sede, un giudizio complessivo sull’opera, e interrogare il nostro cuore, non possiamo non concludere che Human Resources non ha saputo intrattenerci come avremmo voluto.