I Medici 3 – Nel nome della famiglia: recensione della serie TV Rai
Ha debuttato lunedì 2 Dicembre su Rai Uno l’attesa terza stagione de I Medici 3 – Nel nome della famiglia, con i primi quattro episodi dal titolo Sopravvivenza, I Dieci, Fiducia e Innocenti, già disponibili anche sulla piattaforma Rai Play. Il respiro internazionale della serie e l’entusiasmo generato dalla precedente seconda stagione, grazie al personaggio affascinante e carismatico di Lorenzo De Medici, interpretato ancora una volta impeccabilmente da Daniel Sharman, si possono dire nuovamente confermati.
I Medici 3 – Nel nome della famiglia: tra potere e sogni
Il primo episodio de I Medici 3, Sopravvivenza, ci introduce in un’atmosfera decisamente diversa dal primo episodio che aprì la seconda: ai colori scintillanti della giovinezza e la spensieratezza di Lorenzo e della sua famiglia, si sostituiscono colori cupi e di morte, con cui il Magnifico gioca una lenta partita a scacchi. Su di lui è ancora forte e brucia, la perdita dell’amato fratello Giuliano (Bradley James), nel corso degli episodi citato e ricordato più volte in diversi flashback – forse alcuni anche di troppo e un po’ didascalici -. Di Giuliano però resta vivo il ricordo anche nel presente: alla famiglia Medici infatti si unisce un suo figlio illegittimo, Giulio, rimasto orfano dopo l’uccisione della madre da parte degli uomini di Riario. Girolamo Riario (Jack Roth), nipote di Papa VI, si presenta come il nemico per eccellenza di Lorenzo: assetato di potere, cerca di ritagliarsi il suo posto in prospettiva della morte dello zio, e di portare a termine quanto avrebbero voluto i Pazzi: liberare Firenze dalla famiglia Medici.
Se Riario è mosso da una sete di potere, una sete diversa caratterizza Lorenzo, sospeso tra un desiderio di vendetta e quel che era il suo sogno da sempre di una Firenze serena, splendida, a misura del suo popolo. Le vicende politiche e i nemici continuamente alle porte della città rendono però le sue idee completamente diverse: Dio non esiste più, seppur il contatto con Girolamo Savonarola (Francesco Montanari) cerca di risvegliare in lui una fede assopita, l’ottimismo, i bei giorni di speranza sembrano ormai lontani, come mostrano anche il suo viso sfatto, i capelli lunghi e uno sguardo spesso torvo e indeciso.
Messo alle strette infatti Lorenzo rischia di percorrere anche lui le strade della tirannia: ripete ed evoca spesso la frase alle mie condizioni prima di accettare o prendere ogni tipo di decisione. Il palazzo dei priori infatti, dopo alcuni scontri verbali, cederà alle richieste di Lorenzo per il bene di Firenze, costituendo così il momentaneo Consiglio dei Dieci per fronteggiare il pericolo. L’astuzia di Lorenzo nell’essere pienamente padrone dei giochi politici, affiancato anche dal suo scrivano-consigliere Bruno Bernardi, ha sicuramente una doppia immagine: c’è l’ombra del sognatore, del fanciullo che si illudeva di poter onorare e vivere secondo la bellezza, ma ad avere la meglio è tendenzialmente lo stratega, diviso tra i doveri familiari e politici.
I Medici 3 – Nel nome della famiglia: un cast impeccabile, costumi d’appeal e una sceneggiatura scorrevole
I Medici 3 sono quindi maggiormente concentrati sulla figura di Lorenzo, sviluppando tutti quegli input e i caratteri del personaggio tinteggiati nella stagione precedente, e mostrandoci le molteplici sfaccettature che ha assunto il suo carattere e la sua figura nel corso degli eventi, dinanzi agli ostacoli e alle opportunità scandite dalla linea della Storia. Da questo punto di vista infatti se la stagione precedente si focalizzava sopratutto sulla rivalità e l’astio tra i Medici e i Pazzi, qui gli antagonisti, primo fra tutti Riario, non sono che uno specchio per mettere alla prova e mostrarci le dinamiche d’azione di Lorenzo. Ciò però non va a discapito della scrittura dei nemici, delineati sempre in maniera essenziale e funzionale a quanto si racconta.
Il cast di altissimo livello e l’attenta cura nel riprodurre ambientazioni e costumi, sono sicuramente ancora una volta la punta di diamante de I Medici 3, dall’appeal molto forte. Scorrevole e chiara anche la sceneggiatura, che spesso ci presenta anche delle chicche, come l’incontro tra Lorenzo e Leonardo Da Vinci in piena studio di anatomia nel sezionare un cadavere, o ancora la rappresentazione dell’ossessione di Lorenzo per la morte, attraverso la continua richiesta a Botticelli di dipingere personaggi morti e scene di decadenza. Apprezzabile sempre una puntina di spirito e ironia nella scrittura dei dialoghi, peccato se a volte non sempre brillanti in ogni passaggio soprattutto quando si forza eccessivamente la mano nel voler dare a personaggi chiave frasi ad effetto. In ogni caso una serie che merita la visione.