Il caos dopo di te: recensione della serie TV Netflix
Dal libro alla serie, Il caos dopo di te stupisce e cattura nonostante qualche fragilità di fondo.
Due donne, due piani temporali diversi, due storie, una classe in cui le vite delle due figure femminili si intrecciano. Viruca (Bárbara Lennie) è l’insegnante di letteratura del liceo di Novariz, in Galizia, dove si svolge la vicenda: la donna muore – sembra – suicida ed è per questo che arriva Raquel (Inma Cuesta), accompagnata dal marito Gérman (Tamar Novas), originario del luogo, per sostituire la collega. La nuova insegnante crede di potersi rifare una vita e risolvere la crisi matrimoniale ma invece apre tra quelle classi e quelle strade un vaso di Pandora da cui nessuno si salverà. Questo è in poche parole Il caos dopo di te, la miniserie di 8 episodi, tratta dal romanzo El desorden que dejas, creata e diretta dal Carlos Montero – autore anche del romanzo – che ha lavorato anche ad Élite.
Il caos dopo di te: un thriller teso
Appare chiaro fin da subito che Viruca non si è uccisa, lo dice il marito, lo dicono i piccoli segnali che Raquel sta avendo: uno sconosciuto le intima di comportarsi bene altrimenti potrebbe fare la stessa fine della collega. Ciò che sconvolge è che tutto ciò succede in classe e il molestatore è uno dei suoi alunni. L’incontro con la classe ed in particolare con tre studenti, Iago (Arón Piper), Roi (Roque Ruíz) e Nerea (Isabel Garrido), è molto complesso: gli alunni e le alunne sembrano non sopportarla, soffrire il suo metodo di lavoro, non volerne sapere di avere un’altra insegnate. Viruca è Viruca, nessuno può sostituirla; ha sempre parlato loro con sincerità, insegnando ad essere adulti pensanti, li ha fatti maturare. Raquel tenta di inserirsi in quella classe con rispetto e stima per quella donna che l’ha preceduta ma qualunque cosa faccia sbaglia; cosa non trascurabile lei inizia ad avere paura: bigliettini con frasi intimidatorie, video intimi con cui una persona misteriosa tenta di ricattarla, piccoli indizi che le fanno capire che non può vivere tranquilla. Il caos dopo di te è un thriller psicologico, piuttosto teso, in cui più si prosegue con la visione più emergono verità difficili da sopportare, realtà, espressione di una società nauseante e disgustosa.
Uno dei punti di forza è la caratterizzazione dei personaggi, ruoli esasperati, tragici nel tedio dei loro giorni, colti nel momento in cui compiono errori imperdonabili, se questo vale per i più giovani nulla cambia per quanto riguarda gli adulti, scuri, traditori, ricattatori, umiliano le donne e danno cattivi esempi ai loro “figli”. Tutto ciò si concentra e ricade sulle due donne, quella che non c’è più e quella che ancora vive e la serie gioca con le loro storie, mostrandole prima in un modo e poco dopo nella maniera contraria, con i personaggi che compiono gesti, dicono cose che significano qualcosa ma poi si comprende che gesti e cose dette hanno un significato contrario.
Il caos dopo di te: una donna scompare, un’altra rimane
Due donne molto simili che, sebbene compiano un percorso diverso esso si intreccia in vari momenti. Si intrecciano i piani temporali, tanto che in certi casi lo spettatore sembra confondersi, chi è Raquel, chi è Viruca, ma poi emerge chiaramente che l’espediente narrativo è un modo per conoscere meglio i personaggi, svelare eventi e segreti. Sono due donne che subiscono gli urti della vita, le difficoltà economiche, i rapporti con i genitori e le loro condizioni di salute. Viruca è più sicura di sé, conscia del suo potere – anche erotico – sul maschio, e Raquel più insicura, entrambe però sono multisfaccettate, piene di affluenti: a tratti indipendenti, a volte libere – e per questo vengono punite dalla società e dagli uomini -, ma anche fragili e sensibili e proprio per questo cadono. Raquel inizia ad indagare sulla morte di una “sorella” da cui può imparare molto, di una che non aveva timore di essere se stessa, e diventa per lei missione ma anche ossessione.
Il caos dopo di te stringe a doppio legaccio l’esistenze di Viruca e di Raquel, in classe la prima aveva creato un rapporto speciale con i ragazzi e la seconda invece parla una lingua “straniera”, lontana da quei giovani così pieni di rancori e rabbia; si apre così tra lei e loro una guerra civile dove l’una vuole avere la meglio sugli altri. Sono unite però anche fuori da scuola perché sembra che in quel paese tutti abbiano conosciuto, apprezzato, amato, odiato Viruca e tutti sembrano essere possibili colpevoli della sua morte.
Viruca, quando è in vita, è un’ossessione per l’ex marito, per il giovane Iago e per suo padre, per l’allieva migliore. Una pedina per chi vuole cancellarla, farla tacere – anche quando il segreto è figlio di una storia abietta e aberrante -, per chi si allea con il nemico perché parte integrante del giro losco. Viruca è vittima di un sistema molto più grande e Raquel sembra calcare le sue orme.
Raquel diventa “amica”, sorella, “compagna” di Viruca, inizia a conoscerla collezionando indizi, ricordi, racconti su di lei, vuole capire cosa ci sia dietro a quella morte, crede di volta in volta che il nemico sia l’uno, poi l’altro ma nulla è come sembra. Questa sua indagine diventa però motivo per crescere, maturare, capire anche se stessa. Entrambe le donne nel loro percorso di vita e anche di morte sono in balia della corrente, del destino, dei pensieri degli altri, quelli machisti della società, degli uomini che le due donne incrociano – sia per Viruca prima sia per Raquel poi i giudizi che le colpiscono riguardano la loro sessualità, gli insulti, le molestie riguardano il sesso, il loro corpo. Donne come loro disturbano e per questo gli uomini tentano di farle soccombere.
Il caos dopo di te: una serie con qualche fragilità che può però conquistare più tipi di pubblico
Il caos dopo di te è una serie che funziona nei primi episodi ma poi qualcosa si incrina e ci si immerge in un fiume non limpido. Se, come spesso capita nelle serie spagnole, la trama e i personaggi possono essere seducenti, poi, più o meno a metà percorso, nel momento clou si perdono le fila. Quando i toni si fanno più lenti e Raquel dovrebbe stringere il “cappio” intorno al nemico proprio in quel momento le cose si fanno un po’ più confuse. La serie però, nonostante più di qualche fragilità, resta un prodotto che può appassionare pubblici diversi.