Il Club delle Babysitter – Stagione 2: recensione della serie Netflix
Il Club delle babysitter 2 arriva su Netflix e mantiene intatta la qualità e la leggerezza vincente della prima stagione.
A poco più di anno dalla prima stagione, Il Club delle babysitter torna su Netflix con otto nuovi episodi che permettono agli utenti della piattaforma streaming di scoprire come si evolvono le vite private, i rapporti sociali e gli affari delle giovani protagoniste dello show basato sui romanzi per bambini di Ann M. Martin e reboot dell’omonima serie televisiva HBO del 1990.
Il Club delle babysitter 2, la nuova stagione mantiene il fascino della prima e sviluppa una storia più significativa
Nella prima stagione, la serie ha gettato le basi della storia creando il club stesso: abbiamo quindi conosciuto i conflitti interiori delle protagoniste e l’influenza che il club ha avuto sin da subito su di loro. Una volta finita, la stagione 2 poteva scegliere quale strada intraprendere: mantenere il focus su ciò che funziona e mettere il club in primo piano, oppure mettere il club in secondo piano per sviluppare maggiormente le trame più individuali dei diversi personaggi. Ebbene, la creatrice Rachel Schuckert ed il suo equipaggio sono stati in grado di andare in entrambe le direzioni, descrivendo gli affari del club ma trovando comunque più tempo per i suoi membri.
La serie trova nuovi modi per attingere alle ansie specifiche delle ragazze, mantenendo la dolcezza generale dello show senza risultare troppo sdolcinato. In questa stagione, le ragazze affrontano nuove sfide: Kristy (Sophie Grace) si trasferisce in un quartiere elegante con la famiglia del nuovo marito di sua madre; Mary Anne (Malia Baker) trova un fidanzato; Stacey (Shay Rudolph) deve ricordarsi che va bene non avere sempre il controllo totale delle cose, specialmente quando si tratta del suo diabete; e Claudia (Momona Tanada) deve affrontare una perdita importante. L’estate è finita e il club delle babysitter ha riaperto i battenti. “Siamo cresciute nell’ultimo anno. Fisicamente, come persone e… di numero“: con queste parole Kristy introduce la seconda stagione della serie TV. Ciascuno dei personaggi della serie, chi più e chi meno, è protagonista di una costante evoluzione e questo fa sì che gli spettatori si incuriosiscano e crescano un po’ insieme a loro col passare degli episodi. “Una macchina ben oliata“, dice la nuova arrivata Mallory, ed effettivamente è questa l’immagine più adatta per descrivere il progetto imprenditoriale messo su da Kristy e le sue amiche. L’organizzazione degli impegni professionali fila liscia come l’olio, mentre a vacillare risultano più le certezze delle giovani donne che, come è inevitabile nel periodo pre-adolescenziale, iniziano a fare i conti con gelosie, disillusioni e dispiaceri. Loro però continuano ad incoraggiarsi a vicenda e a confrontarsi su ogni questione, individuano puntualmente il modo migliore di agire e riuscire quindi a risolvere ogni problema.
La diversità come valore aggiunto per completarsi a vicenda e crescere insieme
Kristy e le altre sono diverse per etnia, ambiente di provenienza, personalità e passato: i tratti caratteriali che le contraddistinguono sono così ben definiti, e le loro differenze così nette, che le fan più giovani della serie possono facilmente identificarsi e riconoscersi con uno o l’altro personaggio, un po’ come si faceva negli anni ’90 con le Spice Girls o come risulta spontaneo fare di fronte ad opere tutte al femminile in stile Piccole Donne. Le spettatrici più adulte, invece, possono ricordare con piacere ed un pizzico di nostalgia la leggerezza della gioventù e quei “problemi” che all’epoca venivano considerati come ostacoli insormontabili e ai quali oggi non si può che pensare con estrema tenerezza. Chi è genitore, poi, potrà a sua volta rivedersi negli atteggiamenti, spesso goffi, dei protagonisti più adulti della serie TV: possono così conoscere il punto di vista degli adolescenti, imparare nuove cose e magari prendere spunto per dinamiche affrontate nella propria quotidianità, ricordando a se stessi che genitori non si nasce e che in fondo ciascuno di noi merita di rimane un po’ bambino per tutta la vita.
Insomma, la seconda stagione de Il Club delle babysitter riesce a mantenere intatta la qualità della prima stagione, confermando di essere adatta ad un pubblico di ogni età e offrendo la stessa leggerezza e gli stessi punti di riflessione su dinamiche e tematiche con cui ciclicamente si ritrovano a fare i conti adolescenti e genitori di adolescenti. Se si conoscono i libri sui quali la serie si basa, si sa anche dove è diretta la trama. Ma “vivere” il viaggio rimane comunque diverso ed interessante, grazie ad una serie “calorosa” e divertente, accattivante e ricca di umorismo, che cresce di episodio in episodio, proprio come fanno le sue adorabili protagoniste.