Il Simpatizzante: recensione della serie con Robert Downey Jr.
Un thriller spionistico tratto dall’omonimo Premio Pulitzer che racconta le vicende di una spia comunista metà francese e metà vietnamita durante gli ultimi giorni della guerra del Vietnam e della sua nuova vita da rifugiato a Los Angeles.
Dall’omonimo libro Premio Pulitzer di Viet Thanh Nguyen, l’acclamato regista coreano Park Chan-wook (Old Boy, Decisione to leave), scrive, dirige e produce la serie in 7 episodi Il Simpatizzante, dal 20 maggio 2024 disponibile su Sky e in streaming su NOW, con protagonisti Hoa Xuande (L’ultimo boss di Kings Cross), Sandra Oh (Grey’s Anatomy, Killing Eve) e il premio Oscar Robert Downey Jr. (Iron Man, The Avengers, Sherlock Holmes, Oppenheimer), anche produttore esecutivo. Park Chan-wook è co-showrunner insieme a Don McKellar, regista (3 episodi) insieme a Fernando Meirelles e Marc Munden, e sceneggiatore con Mark Richard, Naomi Lizuka, Maegan Houang, Anchuli Felicia King e Tea Ho. Una coproduzione HBO, A24, Rhombus Media, Moho Film e Cinetic Media.
Protagonista della vicenda è “Il Capitano”, ex ufficiale dell’intelligence sud vietnamita, in realtà una spia comunista metà francese e metà vietnamita durante gli ultimi giorni della guerra contro gli Stati Uniti, che racconta in un lungo flashback la sua permanenza a Los Angeles, dopo essere scappato dal Vietnam in seguito alla caduta di Saigon nella primavera del 1975, dove i suoi giorni da spia non sono affatto finiti.
Il Simpatizzante – Un uomo a metà
Dopo tanti lungometraggi ormai culto come autore e regista, e la miniserie La tamburina del 2018, tratta dal libro di John Le Carrè, Park Chan-wook con Il Simpatizzante si misura con un altro romanzo di successo, raccontando da un inedito punto di vista un argomento molto “sfruttato” dal cinema, la guerra in Vietnam, qui narrato nel post, e mostrando le conseguenze del conflitto su un gruppo di vietnamiti rifugiatisi negli Stati Uniti attraverso i ricordi del protagonista, “Il Capitano”, di cui non si conosce il vero nome, interpretato da un bravo Hoa Xuande, al fianco di un Robert Downey Jr. “trasformista”, che si fa letteralmente in quattro, nei panni di “quattro figure patriarcali” che segneranno il percorso del Capitano.
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Lo stile de Il Simpatizzante strizza l’occhio ai film thriller e di spionaggio anni ’70, non a caso la prima puntata s’intitola Death Wish, titolo originale del cult del 1974 Il giustiziere della notte con Charles Bronson, la cui locandina campeggia davanti a un cinema in una delle prime scene della serie, dove il protagonista e Claude (agente della CIA, uno dei personaggi interpretati da Robert Downey Jr.) si ritrovano ad assistere a un “particolare” interrogatorio. I dialoghi, l’ironia tagliente “alla Tarantino”, la regia impeccabile, tra movimenti di macchina repentini, zoom sui volti dei protagonisti nei momenti più di tensione, insomma una forma curata nei minimi dettagli rendono questa serie sicuramente all’altezza di un romanzo che pone diversi spunti di riflessione attraverso una storia avvincente sull’appartenenza culturale, la razza e l’ideologia in un contesto molto delicato come il post guerra del Vietnam. Una forma che però “schiaccia” il contenuto, non andando mai nel profondo della psicologia del protagonista, un uomo dai due volti, un doppiogiochista, diviso “a metà” tra gli ideali politici e il lasciarsi andare alla “futile” vita americana in cui gli orrori della guerra sembrano ormai lontani. È quello che nel romanzo è descritto in maniera appassionante e che nella miniserie sembra sacrificato a favore della buona riuscita della messa in scena e della regia.
Il Simpatizzante: valutazione e conclusione
Se amate il genere spionistico Il Simpatizzante è la serie che fa per voi, ricca di colpi di scena e con un cast d’eccezione, anche se la scelta insolita di far interpretare a Robert Downey Jr. quattro personaggi appare un po’ forzata e senza un reale motivo. Una produzione all’altezza dei nomi coinvolti, dallo stesso scrittore Viet Thanh Nguyen (anche produttore) a Park Chan-wook, che però sembra aver dimenticato l’essenza profonda della storia.