Imma Tataranni – stagione 4: recensione della fiction Rai

Torna la sostituta procuratrice più amata della televisione, con nuovi episodi e nuove appassionanti avventure...

Imma Tataranni è una serie italiana prodotta da Rai Fiction e Rai Com, ispirata ai romanzi (editi da Einaudi) di Mariolina Venezia. Le prime stagioni sono andate in onda in prima serata su RaiUno nel 2019 (6 episodi), 2021 (8 episodi), 2023 (4 episodi).  

Imma Tataranni (Vanessa Scalera) è sostituta procuratrice della Procura della Repubblica di Matera, dotata di una memoria prodigiosa e di un intuito pressoché infallibile. Sposata con Pietro Ruggeri (Massimiliano Gallo), con una figlia (Alice Azzariti), ha metodi molto poco ortodossi ma è piena di risorse ed è dotata di un senso morale irreprensibile. Senza fare sconti a nessuno, compie le sue indagini in Basilicata disobbedendo al Capo della Procura Alessandro Vitali (Carlo Buccirosso) al quale però è legata da un rapporto di profonda stima reciproca, e facendosi aiutare da Diana De Santis (Barbara Ronchi), cancelliera sua assistente.
Fedele a lei anche l’appuntato, poi maresciallo, Ippazio Calogiuri (Alessio Lapice), al quale è legata da una infatuazione inizialmente non dichiarata l’un l’altro, che però si fa via via più stringente.

Dove eravamo arrivati…

Imma e Calogiuri hanno scoperto le carte: la reciproca attrazione era ormai così soffocante da essere sfociata in un bacio appassionato. Che aveva mandato entrambi in tilt. Oltretutto, Imma era in crisi con il marito Pietro: lui, sentendosi trascurato dalla moglie sempre fuori per lavoro, aveva stretto un’amicizia confidenziale con Sara, una dottoressa ricercatrice del museo di Matera.

Ma quando la donna viene trovata morta e i sospetti ricadono proprio su Pietro, il senso del dovere di Imma la costringe a non prendere le parti del marito (che verrà presto scarcerato), allontanandoli ancora di più.
Calogiuri, intanto, lavorando sotto copertura, ha scoperto che Romaniello non è morto ma ha solo finto di cadere sotto i colpi dei rivali nei suoi loschi affari. Le indagini lo portano però fino a Cenzino Latronico, un malavitoso che Imma sospetta essere il suo vero padre e che credeva morto.

Una serie vincente

Nessuno ha mai nascosto che Imma Tataranni nasceva, oltre che dai romanzi della Venezia, per riempire il vuoto lasciato dalla fine della serie dedicata al Commissario Montalbano di Andrea Camilleri. L’obiettivo è stato raggiunto, e anche superato: perché la serie diretta da Francesco Amato con la sceneggiatura di Salvatore De Mola e Pier Paolo Piciarelli (il primo autore anche per la serie su Montalbano, il secondo per Vincenzo Malinconico) si è dimostrata capace di raccontare storie poliziesche restando in invidiabile equilibrio tra una narrazione di impostazione classica, la modernità dei caratteri dei personaggi e la freschezza delle trame che intersecano tutto in maniera leggera e avvincente.
Un apporto non da poco è stato dato poi dal cast: a partire da Vanessa Scalera, incredibile interprete capace di sfumature raffinate ed eleganti, fino al solito, efficacissimo Massimiliano Gallo e a Barbara Ronchi.

Va sottolineato che proprio la Tataranni è stato il trampolino di lancio prima di tutto dei libri della Venezia, fino a prima della fiction sconosciuti al pubblico, e che grazie alla reinvenzione della serie tv hanno acquisito vita nuova; e poi anche -e soprattutto- delle due attrici, che grazie allo spessore dato ai personaggi si sono imposte al grande pubblico per poi iniziare una luminosissima carriera mainstream.

Imma Tataranni sa come conquistare il pubblico!

Il cast, nutrito e sempre più convincente, torna dunque compatto nei nuovi quattro episodi: e a giudicare dal primo episodio (Provaci ancora, Imma), l nuova quarta stagione sarà dirompente.
Imma Tataranni ha saputo lentamente ma inesorabilmente conquistare pubblico e critica: e c’è da dire che la formula vincente è prima di tutto nella costruzione delle storie. Che sembrano raccontare tutto in maniera obliqua, laterale: apparentemente non c’è un nucleo di trama, perché le tante storie -della linea gialla, di quella dei personaggi e delle loro relazioni, dello svolgimento della vita professionale, delle tante sottotrame di diverso spessore e tema- mantengono sempre un approccio trasversale, agganciando il pubblico prima di tutto dal punto di vista emotivo.

Provaci ancora, Imma è un episodio in questo senso esemplare: riesce a partire in medias res, ovvero esattamente da dove ci aveva lasciati la stagione precedente ben due anni fa, ma invece di dare un senso di spaesamento sa immediatamente mettere in scena i personaggi, i caratteri, e soprattutto i loro dubbi.
Perché al centro di Imma Tataranni ci sono le incertezze della vita quotidiana, ben rappresentante dal carattere spigoloso e imprevedibile della protagonista. A cascata, arriva poi tutto il esto: la cronaca nera che guarda da vicino all’Italia più contemporanea, con episodi di corruzione e connivenza, e poi le direzioni prese dai personaggi che mostrano un paese realmente immerso nel presente, con tutti i risvolti sociali che questo comporta (uno su tutti, le relazioni uomo-donna con quest’ultima più grande).

Imma Tataranni – stagione 4: valutazione e conclusione

La serie si conferma insomma come un punto fermo della serialità italiana, con una scrittura sempre intelligente, interpretazioni folgoranti, colpi di scena perfettamente innestati nella trama principale. Quello che forse manca, per rendere Imma Tataranni un must assoluto, è forse un po’ di personalità nella regia, che sembra annullarsi inseguendo gli attori e fotografando i (bellissimi) paesaggi lucani.

Regia - 3
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 4

3.3

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